Non temere, Sion,
non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore tuo Dio in mezzo a te
è un salvatore potente,
per te esulterà di gioia.
Sof 3, 16-17a
LETTURA
Vocazione di Samuele.
SALMO
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua. R/.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode. R/.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R/.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R/.
EPISTOLA
Il ministero affidato a Paolo.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
La chiamata dei primi apostoli.
In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
PREGHIERA DEI FEDELI
R/. Ascoltaci, Signore!
- Per la Chiesa, perché sia nel mondo il segno della salvezza che Dio ha rivelato in Cristo: preghiamo. R.
- Per i missionari e per quanti sono chiamati ad annunciare il vangelo, perché, saldi nella fede, non si perdano d’animo e continuino a trasmettere la gioia che nasce dall’incontro con Dio: preghiamo. R.
- Per noi, perché sappiamo essere autentici e convinti testimoni dell’amore di Dio nella vita di ogni giorno: preghiamo. R.
COMMENTO AL VANGELO
LUDOLFO IL CERTOSINO
Vita Dom. Christi, 1, 29
L’umiltà e la dote del predicatore del Vangelo
Quando lo stupore e l’ammirazione si impadronirono di Simon Pietro e dei suoi compagni e l’animo tutto si raccolse su quei fatti straordinari, Pietro, comprendendo che ciò non poteva essere opera dell’umana forza, umilmente si gettò ai piedi di Cristo riconoscendo in lui il suo Signore, dicendogli: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8s) e non sono degno di stare in tua compagnia. Allontanati da me, poiché sono un comune mortale, mentre tu sei il Dio-uomo; io peccatore, tu santo; io il servo, tu il Padrone. Quante cose mi dividono da te: la debolezza della mia natura, l’abiezione della colpa, il peccato. Si considerò indegno di trovarsi in presenza di una persona così santa. Questo dimostra quanto si debba temere di toccare le cose sante, di stare attorno all’altare e di accostarsi all’Eucaristia.
Cristo, però, confortò Pietro spiegandogli che pescare voleva dire essere pescatori di uomini e questo avrebbe dovuto fare. Gli disse dunque: Non aver paura, non meravigliarti, ma piuttosto rallegrati e credi che sei destinato ad una pesca piú grande: avrai un’altra barca e altre reti. Finora hai preso i pesci con le reti, d’ora in poi – cioè in un prossimo futuro – prenderai gli uomini con la parola, e con la dottrina salutifera li condurrai sulla via della salvezza, poiché tu sei chiamato al servizio della Parola.
La Parola di Dio è stata paragonata all’amo, poiché come l’amo non prende il pesce se non viene ingoiato, cosí anche l’uomo per la vita eterna prende la Parola di Dio solo se custodisce nell’anima la Parola di Dio. “D’ora in poi sarai pescatore di uomini”, vuol dire che, dopo quanto è accaduto, prenderai gli uomini; cioè, dato che ti sei umiliato, a te spetterà d’ufficio di pescare gli uomini; l’umiltà infatti ha il potere di attirare ed è cosa buona e giusta che coloro i quali, pur avendo autorità, sanno non esaltarsi nell’essere a capo degli altri…
In Pietro – che per tutta la notte nulla aveva preso, ma dopo aver gettato le reti alle parole di Cristo fece una pesca abbondante, eppure nelle parole: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”, non si attribuisce altro che la colpa – abbiamo l’immagine di colui che predica il Vangelo. Quando fa assegnamento soltanto sulla propria forza, non ricava alcun utile, sostenuto però dalla potenza divina ottiene grandi frutti.
Pietro si gettò ai piedi di Gesú dopo aver catturato una enorme quantità di pesci. Questo ci insegna che il predicatore, catturando con la sua eloquenza un gran numero di uomini, deve umiliarsi interamente davanti a Dio e a lui deve riconoscere ogni cosa, a sé invece nulla se non gli errori. Allora troverà forza nel Signore che gli dirà: Non aver paura, avrai in futuro un successo ancora piú grande: d’ora in poi catturerai un maggior numero di uomini.