Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato;
dammi forza di intendere i tuoi precetti.
Anelo alla salvezza che viene da te
e medito la tua legge.
Sal 118 (119), 73. 174
LETTURA
Non saranno più due popoli.
Ez 37, 21-26
Lettura del profeta Ezechiele.
In quei giorni. Il Signore mi parlò dicendo: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre. Farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre./p>
SALMO RESPONSORIALE
R/. Il Signore veglia su chi lo teme.
Sal 32 (33), 1-3. 13-15. 12. 18-19
Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate. R/.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini;
dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R/.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R/.
EPISTOLA
Non c’è distinzione tra Giudeo e Greco.
Rm 10, 9-13
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Carissimo, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
CANTO AL VANGELO
(Mt 8, 11b)
Alleluia, alleluia.
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente
e siederanno a mensa con Abramo.
Alleluia.
VANGELO
La signoria di Cristo sulla vita: la guarigione del servo del centurione.
Mt 8, 5-13
Lettura del Vangelo secondo Matteo.
In quel tempo. Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.
PREGHIERA DEI FEDELI
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Fratelli e sorelle, a Dio, principio e fonte di ogni dono, eleviamo le nostre preghiere.
Diciamo: Ascoltaci, Signore.
– Per la Chiesa: rinnovandosi nella fede e nella carità, annunci a ogni uomo la novità del Vangelo: preghiamo. R.
– Per la nostra società: riconosca e promuova la dignità di ogni persona, offrendo risposte concrete a quanti attraversano particolari situazioni di precarietà lavorativa: preghiamo. R.
– Per coloro che non credono o sono nello smarrimento: grazie anche alla nostra testimonianza, possano arrivare a conoscerti e ad amarti: preghiamo. R.
COMMENTO AL VANGELO
S. AGOSTINO
Lettere 54,3.4
Zaccheo e il centurione
Qualcuno dirà che non si deve ricevere l’eucaristia tutti i giorni. Se gliene chiedi il motivo, risponde: “Perché si devono scegliere i giorni in cui l’uomo vive con maggior purezza e dominio di sé per accostarsi a un così grande sacramento in modo degno. Chi, infatti, mangerà indegnamente, mangia e beve la propria condanna (cf. 1 Cor 11,29)”. Un altro invece dirà: “Al contrario, se la ferita del peccato è tanto estesa e così grave la violenza della malattia da dover differire tali medicine, uno deve essere allontanato dall’altare per ordine del vescovo affinché faccia penitenza e deve essere riconciliato dalla stessa autorità. Si riceverebbe indegnamente l’eucaristia se la si ricevesse nel tempo in cui si deve fare penitenza. Nessuno dovrebbe astenersi dall’eucaristia o accostarsi a essa a proprio arbitrio, come più gli aggrada. Se poi i peccati non sono così gravi da meritare la scomunica, nessuno deve separarsi dalla medicina quotidiana del corpo del Signore”.
Risolve più correttamente la contesa tra i due chi esorta a rimanere innanzitutto nella pace di Cristo; ciascuno poi faccia ciò che crede di dover fare secondo la propria fede.
Nessuno dei due infatti oltraggia il corpo e il sangue del Signore, ma fanno a gara per onorare il sacramento che ci dona la salvezza. Nemmeno Zaccheo e il centurione si trovarono in contrasto fra di loro né alcuno di essi si giudicò superiore all’altro, anche se l’uno, pieno di gioia, accolse in casa sua il Signore (cf. Lc 19,6) e l’altro disse: Non son degno che tu entri sotto il mio tetto (Mt 8,8). Tutti e due resero onore al Salvatore in modo diverso e quasi opposto; ambedue erano miserabili a causa dei loro peccati, ambedue ottennero misericordia. Possiamo fare un paragone con quanto accadde al popolo di Israele; come la manna aveva in bocca il sapore che ciascuno voleva, così pure nel cuore di ciascun cristiano quel sacramento con cui è stato vinto il mondo, poiché l’uno, per onorarlo, non osa riceverlo ogni giorno, l’altro, invece, per onorarlo, non osa tralasciarlo alcun giorno.
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