Venite, adoriamo:
prostriamoci a colui che ci ha creato
perché è nostro Signore e nostro Dio.
Sal 94 (95), 6-7a
LETTURA
Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore.
SALMO
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. R/.
Non commette certo ingiustizie
e cammina nelle sue vie.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. R/.
Non dovrò allora vergognarmi,
se avrò considerato tutti i tuoi comandi.
Ti loderò con cuore sincero,
quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai. R/.
EPISTOLA
Tutti i comandamenti si ricapitolano in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Il buon Samaritano.
In quel tempo. Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
PREGHIERA DEI FEDELI
R/. Ascoltaci, o Signore.
- Per la Chiesa, perché lo Spirito di verità susciti nei cuori il desiderio di abbandonarsi all’amore del Padre: preghiamo. R.
- Per gli Oratori della nostra Diocesi, perché siano sempre autentici luoghi di incontro, di condivisione e di crescita nella fede e nella carità: preghiamo. R.
- Per noi, perché, vincendo ogni ipocrisia e incoerenza, sappiamo riconoscere e accogliere il Signore, che si fa presente nella sua Parola, nei sacramenti della Chiesa e nell’incontro con i fratelli: preghiamo. R.
COMMENTO AL VANGELO
CLEMENTE DI ALESSANDRIA
Quis dives, 27-29
La carità e il Samaritano
Il maestro interrogato circa il più grande comandamento risponde: “Amerai il Signore Dio con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” (Mt 12,36). Questo è certamente il più grande comandamento e ben a ragione, perché riguarda Dio, che è primo e massimo, nostro Padre, per il quale esistono tutte le cose e al quale tutte ritornano. E per noi, amati e creati da lui, non ci può essere nulla di più importante che rendergli almeno grazie degli immensi doni che ci ha fatti, tanto più che, in ricambio, non possiamo dargli nulla, perché lui non ha bisogno di niente; intanto, amando Dio con amore di figli possiamo ottenere il dono dell’immortalità. Poiché quanto più uno ama Dio, tanto più intimamente s’innesta a Dio.
L’altro comandamento, ma non inferiore, è: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Mt 22,39). Dunque, Dio sta al di sopra. Poiché quel tale insisteva domandando: “E chi è il mio prossimo?” (Lc 10,29), non definì il prossimo, come facevano i Giudei, nominando un consanguineo, un concittadino, un proselita, un circonciso o uno che osservasse la stessa legge; ma si riferisce a un uomo che da Gerusalemme si recava a Gerico e lo descrive ferito dai ladri e lasciato mezzo morto per la strada un sacerdote lo lascia lì, un levita non se ne cura; ma un Samaritano (disprezzato ed emarginato dai Giudei) ne ha compassione; ma l’incontro non fu a caso, egli era fornito delle cose necessarie a un ferito, come l’olio, le fasce, la cavalcatura; ed egli in parte dà e in parte promette la mercede all’oste. “Chi di questi”, domanda, “fu prossimo al ferito”? E avendo quegli risposto: “Colui che n’ebbe misericordia”, “Va’”, disse, “e fa’ anche tu lo stesso (ibid”. 36, 37); cioè la carità è madre di bontà.
La base dell’uno e dell’altro comandamento è la carità; l’ordine è diverso: Dio sta al primo posto, il prossimo al secondo. E chi è quel Samaritano se non lo stesso Salvatore? O chi fa una maggiore misericordia a noi quasi uccisi dalle potenze delle tenebre con ferite, paure, desideri, furori, tristezze, frodi, piaceri? Di queste ferite solo Gesù è medico; lui sradica i vizi dalle radici. È lui che infonde il vino (il sangue della vite davidica) alle anime ferite; è lui che dalle viscere dello Spirito trae l’olio e lo diffonde largamente. È lui che tiene strette le fasce della salvezza: la carità, la fede, la speranza. È lui che impegna angeli e arcangeli, perché ci assistano col loro ministero. Bisogna amarlo, allora, come amiamo Dio. Ama Cristo, chi fa la sua volontà e ne osserva i precetti. “Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio” (Gv 14,23). E: “Perché mi chiamate Signore, se non fate ciò che vi dico?” (Lc 6,40).