Fino ad un passato recente, gli scritti di S. Gertrude hanno esercitato una grande influenza nella formazione monastica, soprattutto nei monasteri femminili.
La libertà interiore della Santa di Helfta, la sua mistica della tenerezza di Cristo, la sua solidità dottrinale hanno avuto un influsso notevole nel metodo pedagogico dei nostri noviziati e anche nella formazione continua.
A riprova di ciò, proponiamo in anticipo la lettura di un brano di una biografia di prossima pubblicazione: Maria Augusta Tescari, MADRE PIA GULLINI, una figura profetica del monachesimo italiano del XX secolo, edito da Cantagalli, Siena, gennaio 2016.
“Spontanea, Madre Pia aveva un comportamento sciolto, naturale: l’impressione che dava era di un’assoluta semplicità. Dote probabilmente naturale, ma che andò aumentando con l’età e con la rispondenza alla vocazione datale da Dio, questa sua grandissima semplicità era unita ad una altrettanto grande libertà di spirito. La sua semplicità la portava diritta allo scopo, senza affettazioni, senza ricercatezza, senza ritardi, senza mezze misure. La libertà di spirito la rendeva esente da scrupoli, aperta a tutti e a tutto e, nello stesso tempo, saldamente ancorata all’essenziale.
La comprensione e la comunicativa della Madre derivavano principalmente, oltre che dalle sue attrattive esterne (la voce, il sorriso), da questa sua illuminata libertà di spirito che la faceva muovere con la massima disinvoltura in tutte le situazioni.
L’amore a Dio, la fede nel suo amore infinito e nella sua misericordia le davano un diritto di cui ella usava con tutto il rispetto e la gratitudine, il diritto di trattare con Lui con la massima familiarità (“Un re può essere re quanto si vuole, ma questo non impedirà al suo bambino di arrampicarglisi fin sulla testa”).
Era questo spirito di santa libertà la faccia “spirituale e cristiana” della sua tendenza alla libertà e al dominio: ma oltre che una sua caratteristica, esso doveva molto all’influsso che sulla Madre esercitavano la vita e gli scritti di S. Geltrude. Con Santa Teresa di Gesù Bambino essa era la sua Santa prediletta, che citava spessissimo. In noviziato faceva ripetere spesso l’invocazione “S. Teresa del Bambino Gesù, S. Geltrude, Santi tutti del nostro Ordine, pregate per noi”.
Ora, S. Gertrude di Helfta, presso Eisleben, autrice dell’Araldo dell’Amore Divino fu una grande confidente del Cuore di Gesù. C’è nella sua vita e negli scritti una nota così spiccata di serena, sorridente fiducia, di abbandono infantile che nell’epoca in cui la Santa visse appare come qualcosa di assolutamente unico ed originale.
Il senso potente del valore dello spirituale puro, dell’intenzione retta, della buona volontà, del desiderio, che stanno di gran lunga al di sopra delle opere esterne – viste queste, s’intende, nel loro giusto valore – oltre che essere la testimonianza più valida del valore della vita contemplativa ‘interiore’ hanno un influsso di pacificazione e di dilatazione tali che è difficile trovarlo in rivelazioni mistiche sia di quello, che di altri periodi.
In questa atmosfera di serena libertà, di speranza luminosa e sicura circola tutta una corrente di vita mistica altissima, l’unione a Dio uno e trino, l’unione a Cristo, la partecipazione ai suoi meriti: un castissimo rivestirsi dell’anima della bellezza e santità di Cristo e questo, non per un’iniziativa della creatura umile e fragile, ma per l’amorosa e insistente condiscendenza del Creatore e Redentore, che supplisce in tutto alle deficienze dei suoi figli, desiderosi di amarlo e incapaci di farlo degnamente.
Unione a tutti i Santi, anch’essi munifici donatori di aiuto, di protezione, d’indulgenza: tutto questo si ritrova nella spiritualità di Madre Pia che, con la sua passione per i santi deve aver assimilato potentemente lo spirito di Santa Geltrude, tanto più fortemente quanto più inconsciamente.
Dice la Madre in un biglietto del 1950: “Centri tutto sulla sua Comunione del mattino e se non ha potuto farla, Gesù viene lo stesso”. L’influsso della santa di Helfta è evidente.