• XIX-XXI SECOLO

L’Ordine Cistercense, nel XIX secolo, non poteva più rivendicare un ruolo di primo piano nella nuova società né nella vita economica o politica. Mentre perfino il riassunto più sintetico di storia della civiltà medioevale deve lasciare almeno alcune pagine alla vita monastica, il lettore di qualsiasi voluminoso trattato di storia contemporanea cercherebbe invano qualche riferimento al monachesimo. Ripudiati dai costruttori del mondo nuovo, i monaci si sono visti costretti a fare ritorno alla primitiva missione, offrendo magari il loro aiuto a pochi eletti, che si sforzano di raggiungere la perfezione cristiana nel cuore di una società ormai non più cristiana.

L’espansione dei Trappisti continuò lungo tutto il XIX secolo, e non solo in Francia, ma anche in tutti gli altri paesi éuropei e oltre oceano. Nel 1855 i monaci abitavano 23 abbazie, tra cui 4 case nel Belgio, 2 negli USA, 1 in Irlanda, 1 in Inghilterra e 1 in Algeria. Nel frattempo le case affiliate di monache erano diventate 8. Verso la fine del secolo (1894) anche queste cifre abbastanza significative si erano più che raddoppiate: i paesi in cui si erano stabiliti i Trappisti comprendevano la Germania, l’Italia, l’Austria-Ungheria, l’Olanda, la Spagna, il Canada, l’Australia, la Siria, la Giordania, il Sud Africa e la Cina, 56 monasteri in tutto, che accoglievano un totale di 3.000 monaci, dei quali 600 erano sacerdoti.

Mentre i superiori che guidavano i Trappisti potevano trovare appoggio e sostegno nell’alto livello di vita morale delle comunità, nella stima popolare e nella vigorosa crescita dell’Ordine, un certo numero di problemi restava insoluto e creava difficoltà costanti e alle volte anche ardue. Una di queste era quella delle Osservanze.

Una delle differenze più rilevanti che si svilupparono tra i due rami dell’Ordine lungo il corso del XIX secolo consisteva nella intensità e nel significato della uniformità e del controllo centrale. Le singole abbazie che componevano le congregazioni Trappiste erano soggette a forme severe di revisione e dovevano seguire gli statuti comuni con una rigorosa uniformità. Questa politica condusse perciò alla fusione delle congregazioni, alla progressiva eliminazione delle diversità nelle osservanze fino alla costituzione dell’unico Ordine della Stretta Osservanza. Nel 1893 il Capitolo generale dei Trappisti portò a compimento l’uniformità nelle osservanze ed esercitò un dominio assoluto: tutto questo venne realizzato concretamente in un modo che non aveva precedenti nella storia cistercense.

In netto contrasto, le abbazie appartenenti alla Comune Osservanza conservarono uno spazio di autonomia considerevole per tutto il corso del secolo XIX. La prevalenza del pluralismo era notevole soprattutto fra le antiche abbazie dell’Austria-Ungheria.
Per molti decenni, queste comunità avevano esercitato la difficile arte della sopravvivenza, che le aveva rese estremamente diffidenti nei confronti di qualsiasi intervento esterno, quale ne fosse la fonte o la natura. Ad esse, non sembrava che il ritorno a delle forme effettive di controllo da parte di un Capitolo di congregazione o di un Capitolo generale fosse di importanza vitale; anzi, l’osservanza di un codice disciplinare uguale per tutte le case sembrava ancor meno desiderabile. Alla fine, avevano partecipato alla nomina di un abate generale e al ripristino di un Capitolo generale, ma solo in quanto organi ufficiali e di rappresentanza; quando si trattava di preservare gelosamente gli usi interni o l’organizzazione specifica dei monasteri, ne limitarono con precauzione l’autorità.

Prima della fine del secolo, una donazione considerevole permise ai Trappisti di acquistare le rovine di Cîteaux (1898) e di restaurare l’antica abbazia. Lo stesso Wyart ne assunse il titolo abbaziale. L’iniziativa era simbolo della ricerca sincera della nuova organizzazione di ritornare alle più autentiche tradizioni cistercensi. Questa impresa venne riconosciuta solennemente nel 1902, quando, in una costituzione apostolica, il Papa lasciava cadere il riferimento alla Trappa e denominava il nuovo ramo dell’antico tronco Ordine dei Cistercensi Riformati o della Stretta Osservanza autentici eredi di tutti i diritti e privilegi Cistercensi.

La Stretta Osservanza

I Cistercensi della Stretta Osservanza entrarono con il XX secolo in un movimento di grande espansione geografica, anche se non tutte le fondazioni si dimostrarono durevoli. Il Capitolo generale dei Trappisti rispondeva abitualmente con una grande generosità alle richieste dei Vescovi. Ma nel prendere decisioni, la disponibilità del personale aveva più peso delle questioni di clima, ambiente socio-culturale, possibilità economiche o implicazioni politiche.
Ma lo sviluppo più significativo doveva ancora avvenire: fu soprattutto durante gli anni ‘50 che si verificò una grande crescita, quando cioè furono aperti una dozzina di nuovi monasteri e il numero dei monaci salì a 4.500. Solo negli Stati Uniti, tra il 1944 e il 1956, il numero dei monasteri Trappisti salì da 3 a 12, mentre i monaci passarono da 300 a circa 1.000.

La Comune Osservanza

Anche per la Comune Osservanza, il ventesimo secolo aprì un’epoca nuova, segnata sia dall’espansione che da difficoltà inattese.
Durante gli anni difficili del dopo-guerra la congregazione più vivace della Comune Osservanza risultò essere quella di Casamari: tra il 1950 e il 1974 non solo essa aumenta il numero delle case-dipendenti ma anche il numero totale dei membri passò da 151 a 206. Questa Congregazione comprende Our Lady of Fatima, una piccola comunità americana fondata nel 1967 a Moorestown, nel New jersey.

La crisi vocazionale degli anni ‘60 si dimostrò fatale per molte comunità europee.

All’interno della Comune Osservanza, l’impatto del rinnovamento richiesto dal Post-Concilio non ha dato origine a una rivoluzione analoga a quella che si verificò nelle comunità della Stretta Osservanza. Le idee di pluralismo, autonomia locale, la risposta attenta e positiva alle necessità della Chiesa contemporanea e uno scambio fecondo tra il monastero e il mondo erano realtà già vissute da molto tempo nella maggior parte delle congregazioni della Comune Osservanza.
Si tennero nel 1968 a Roma e nel 1969 nell’abbazia tedesca di Marienstatt due Capitoli generali speciali per valutare le nuove sollecitazioni fatte alla vita monastica. Grazie ai lavori di queste sessioni speciali vennero promulgate una dichiarazione estesa e dettagliata (di 52 pagine a stampa) sul ruolo della vita monastica cistercense nel mondo moderno, e delle Costituzioni nuove per il governo supremo dell’Ordine.
In 109 articoli le nuove Costituzioni definiscono l’Ordine Cistercense (O.Cist.) come una unione di congregazioni governata da un Capitolo generale sotto la presidenza di un abate generale.

Il Capitolo generale del 1974 si riunì nella abbazia italiana di Casamari, e ad esso parteciparono come osservatrici le Badesse dei monasteri cistercensi femminili. L’assemblea confermò, senza modifiche di rilievo, il lavoro dei Capitoli straordinari di rinnovamento e prese in considerazione, fra molti altri temi, le questioni di carattere liturgico e la persistente crisi delle vocazioni.

Sintesi tratta da L.J. Lekai, I Cistercensi. Ideali e realtà, Certosa di Pavia, 1989.

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