Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe – C

Cerca anche tu Gesù “nel tempio” di Dio,
cercalo in Chiesa, cercalo presso i maestri
che stanno nel tempio e non ne escono;
se così lo avrai cercato, lo troverai.
Origene, Omelie su Luca, 18, 3

PRIMA LETTURA
Samuele per tutti i giorni della sua vita è richiesto per il Signore.
1Sam 1,20-22.24-28
SALMO RESPONSORIALE
Sal 83
SECONDA LETTURA
Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!
1Gv 3,1-2.21-24
CANTO AL VANGELO
(At 16,14)
VANGELO
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.
Lc 2,41-52
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Rimanendo a Gerusalemme
Gesù rivela il suo amore per il tempio, la casa di Dio,
e per le sante leggi che in esso erano custodite ed adorate.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 2, 13-25
“Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”. I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. (vv. 16b-17)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 19, 45-48
Ogni giorno [Gesù] insegnava nel tempio. (v. 47a)

SALMO 26 (25)
Signore, amo la casa dove dimori e il luogo dove abita la tua gloria. (v. 8)

DAL LIBRO DEL PROFETA ZACCARIA, CAP. 6, 9-15
Dice il Signore degli eserciti: Ecco un uomo che si chiama Germoglio: spunterà da sé e ricostruirà il tempio del Signore. (v. 12)

DAL LIBRO DEL PROFETA MALACHIA, CAP. 3, 1-5
Subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti. (v. 1b)

DAL SECONDO LIBRO DELLE CRONACHE, CAP. 5, 1-6, 1
I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nella cella del tempio, nel Santo dei santi, sotto le ali dei cherubini. (v. 7)

DAL SECONDO LIBRO DEI MACCABEI, CAP. 15, 17-24
Decisero di non restare in campo, ma di intervenire coraggiosamente e decidere la sorte attaccando battaglia con tutto il coraggio, perché la città e le cose sante e il tempio erano in pericolo. (v. 17b)

COMMENTO PATRISTICO

DOM PROSPER GUERANGER
Da L’anno liturgico

La sacra Famiglia viveva del lavoro delle sue mani. La preghiera in comune, i santi colloqui con i quali Gesù si compiaceva di formare ed elevare in maniera sempre crescente le anime di Maria e di Giuseppe, avevano un proprio tempo, e dovevano cessare davanti alla necessità di provvedere alle esigenze della vita quotidiana. Povertà e lavoro sono mezzi di santificazione troppo importanti perché Dio non li imponesse al piccolo gruppo benedetto di Nazareth. Giuseppe esercitava dunque assiduamente il suo mestiere di falegname, e Gesù, appena sarà in grado di farlo, condividerà il suo lavoro. Nel II secolo, la tradizione conservava ancora il ricordo dei gioghi e degli aratri fabbricati dalle sue mani divine (San Giustino, Dialogo con Trifone, 88).

In quelle ore, Maria compiva tutti i suoi doveri di padrona d’una umile casa. Preparava i pasti che Giuseppe e Gesù dovevano trovar pronti dopo il lavoro, attendeva all’ordine e al disbrigo delle faccende, e senza dubbio – secondo l’usanza di quel tempo – provvedeva essa stessa in gran parte ai vestiti suoi e della famiglia, oppure faceva per altri qualche lavoro il cui compenso sarebbe servito ad aumentare il benessere di tutti. Così, con la sua vita oscura ed attiva nella bottega di Giuseppe, Gesù ha elevato e nobilitato il lavoro manuale che è la sorte della maggior parte degli uomini. Assumendo per sé e per i genitori la condizione di semplice artigiano, egli ha meravigliosamente onorato e santificato la condizione delle classi lavoratrici, che possono d’ora in poi venire a cercare, in così augusti esempi, insieme ad un incoraggiamento nella pratica delle più nobili virtù, un motivo costante di soddisfazione e di felicità (Leone XIII, Breve Neminem fugit del 14 giugno 1892).

Così ci appare la sacra Famiglia sotto l’umile tetto di Nazareth, vero modello di quella vita domestica con i suoi mutui rapporti di carità e le sue ineffabili bellezze, che è la sfera d’azione di milioni di fedeli in tutto il mondo; dove il marito comanda come faceva Giuseppe, la moglie obbedisce come faceva Maria; dove i genitori sono solleciti dell’educazione dei figli, e dove questi ultimi tengono il posto di Gesù con l’obbedienza, il progresso, la gioia e la luce che diffondono intorno a sé. Secondo l’espressione d’un pio autore che ci piace citare, il focolare cristiano, per le grazie che ogni giorno e ad ogni istante sono riversate dal cielo su di lui, per la moltitudine delle virtù che, mette in azione e infine per la felicità di cui è lo scrigno, è “come il vestibolo del Paradiso” (Coleridge, La vita della nostra vita, ovvero la Storia di Nostro Signor Gesù Cristo, III, c. 16). Cosicché non c’è da stupire se esso forma l’oggetto di continui attacchi dei nemici del genere umano. E se questi riportano talora qualche notevole vittoria sul regno fondato quaggiù da Nostro Signore, ciò avviene quando riescono a contaminare il matrimonio, a distruggere l’autorità dei genitori, a raffreddare gli affetti e i doveri che legano i figli al padre e alla madre. Non v’è invasione di orde barbariche avanzanti attraverso una fiorente regione che mettono a ferro e fuoco, che sia tanto odiosa agli occhi del cielo quanto una legge che sanzioni lo scioglimento del vincolo matrimoniale, o che sottragga i figli alla custodia e alla direzione dei genitori. In tutto il mondo per misericordia di Dio, la famiglia cristiana è stata stabilita e difesa dalla Chiesa come la sua più bella creazione e il suo più grande beneficio verso la società. Ora la luce, la pace, la purezza e la felicità del focolare cristiano, è derivato tutto dalla vita trascorsa da Gesù, Maria e Giuseppe nella santa casa di Nazareth.

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