III giorno dell’ottava di Natale
LETTURA
Lettura della prima lettera di san Giovanni apostolo 1, 1-10 Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena.
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
SALMO
Sal 96 (97) Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo. R.
R. I tuoi amici, Signore, contempleranno il tuo volto.
EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 10, 8c-15 Fratelli, questa è la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 21, 19c-24 In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
COMMENTO AL VANGELO
ORIGENE
Commento al Vangelo di Giovanni 1,4
Io penso che i quattro vangeli siano come gli elementi costitutivi della fede della chiesa … La primizia di questi vangeli è quello che tu mi hai ordinato di esaminare, per quanto mi è possibile, cioè il Vangelo secondo Giovanni, che parla di colui che ha una genealogia presentandolo senza genealogia. Matteo, infatti, scrivendo per gli ebrei che aspettavano colui che doveva venire dalla stirpe di Abramo e di David, dice: Libro della generazione di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo (Mt i, i); e Marco così inizia il suo racconto: Principio del vangelo (Mc 1,1), ben sapendo quello che scrive, forse perché ne troviamo la fine in Giovanni, [dal quale siamo venuti a conoscere] il Verbo che era nel principio, il Verbo che è Dio (cf. Gv 1,1). Anche Luca [riporta la genealogia di Gesù], ma lascia le parole più grandi e perfette intorno a Gesù a colui che si è adagiato sul petto di Gesù (cf. Gv 13,25). Nessuno di loro ha rivelato la divinità di Gesù in modo più puro di Giovanni, che pone sulla sua bocca queste parole: Io sono la luce del mondo (Gv 8,12); Io sono la via, la verità, la vita (Gv 14,6); Io sono la resurrezione (Gv 11,25); Io sono la porta (Gv 10,9); Io sono il buon pastore (Gv 10,1); e nell’Apocalisse: Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine (Ap 22,13). Occorre quindi avere il coraggio di affermare che, da una parte, i vangeli sono primizia di tutta la Scrittura, dall’altra, che primizia dei vangeli è quello secondo Giovanni, il cui senso profondo non può cogliere chi non si è adagiato sul petto di Gesù (cf. Gv 13,25) e non ha ricevuto da lui Maria come propria madre. Colui che vorrà essere un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, al pari di Giovanni, come se lui stesso fosse Gesù.
Sebbene infatti non vi sia alcun figlio di Maria se non Gesù, secondo l’opinione di coloro che pensano rettamente intorno a lei, tuttavia Gesù dice a sua madre: Ecco tuo figlio (Gv 19,26) — e non: “Ecco, anche costui è tuo figlio” — ed è come se dicesse: “Ecco Gesù che tu hai partorito”. Chiunque è perfetto,’ infatti, non vive più, ma in lui vive Cristo (cf. Gal 2,20) e, poiché in lui vive Cristo, è di lui che è detto a Maria: Ecco tuo figlio, cioè il Cristo.
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