S. Pagani, Il Profeta Geremia – 1.a Catechesi quaresimale

  1. Sulla soglia della sua casa
  2. Il contesto  storico
  3. Il libro di Geremia
  4. La teologia della storia

 

1. SULLA SOGLIA DELLA SUA CASA

Immaginiamo Geremia, sulla soglia della sua porta di casa, a primavera, in Anatòt. Il mandorlo è già in fiore. Sulla stufa c’è un recipiente pieno d’acqua, che bolle accanto a lui; l’acqua trabocca. Il profeta guarda queste semplici realtà della vita quotidiana, riflette sulle miserie morali del momento, ripensa all’alleanza, a Dio.

Contempla, e si sente chiamato. Geremia è un contemplativo, un uomo di vita interiore, sensibile all’immagine, alla realtà umana. Ama il suo villaggio e il suo ambiente (16,9); sa far parlare l’esperienza, poiché sa che le cose hanno un cuore e che il cuore porta a Dio. Si pronunzierà a favore dell’Alleanza interiore.

Non ci sono angeli, non ci sono estasi nel racconto della sua vocazione (all’opposto di quello che troviamo nel racconto di vocazione di Isaia). Per il meditativo Geremia, la concretezza della vita quotidiana basta per condurre a Dio: in questo, Geremia può apparirci sorprendentemente moderno. Sulla soglia della porta di casa per Geremia; nel quadro grandioso del tempio per Isaia. L’essenziale è che ciascuno conservi un cuore ben pronto ad ascoltare la Parola quando essa si farà sentire.

In ascolto di Dio, Geremia è infatti pienamente consapevole di essere oggetto di una chiamata. Non segue un capriccio personale, egli andrà avanti per obbedire, per dire la parola di un altro, e non per «annunziare fantasie del suo cuore», come ogni falso profeta(Ger 23,16). Il libro di Geremia mostra come il profeta non trae vantaggi personali dalla sua predicazione; è anzi il primo a soffrire della sua vocazione e della sua parola. Inoltre il vero profeta non appare necessariamente fatto per questo compito e può avere qualche timore nell’assumersi una simile responsabilità .

Geremia si sente chiamato nella fede; e il racconto della sua vocazione sottolinea come la fede è insieme oscurità e certezza. Lui stesso per primo è consapevole dei propri limiti. Se Dio gli è familiare, gli uomini gli fanno paura. Per credersi destinato alla missione di profeta egli deve fidarsi di Dio, e superare i ragionamenti dei calcoli umani. Geremia ci fa scoprire che la fede è un continuo combattimento.

2. IL CONTESTO STORICO

L’attività profetica di Geremia si svolge a stretto contatto con l’attualità del suo tempo. Il profeta biblico è un uomo che non teme di esporsi; è un uomo della strada, pienamente compromesso, che vuole vivere gli eventi assieme ai suoi contemporanei per far scaturire il giudizio di Dio sulle persone e sulle cose. Per comprendere Geremia bisogna aver cura di inquadrarlo nella sua epoca:

  1. LA GRANDE STORIA INTERNAZIONALE
  1. La storia d’Israele del VI secolo a.C.

La Palestina è inserita nella storia del vicino Oriente di quel tempo.  In primo luogo è da notare la successione dei grandi imperi:

* La potenza Assira succede alla potenza babilonese e giunge all’apogeo con il regno di Assurbanipal.

* Poi abbiamo l’impero neobabilonese, di cui bisogna ricordare almeno il regno di Nabucodònosor, sotto il quale Israele parte per l’esilio.

*Segue poi l’impero persiano, quindi i Greci, e infine i Romani.

2. La Palestina tra Egitto e Mesopotamia

La Palestina è come presa nelle due ganasce di una morsa, tra Egitto e Mesopotamia. C’è una data estremamente importante da ricordare: nel 605 nella battaglia di Càrchemis, sul medio Eufrate, il babilonese Nabucodònosor riporta una vittoria definitiva sul suo ex-sovrano assiro, annientando l’Egitto che era venuto a prestare aiuto a quest’ultimo. Più nulla ormai potrà fermare Nabucodònosor che parte per assediare Gerusalemme che viene conquistata nel 587.

2. Due partiti politici

Prima dell’esilio a Babilonia, due grandi partiti dividono allora l’opinione pubblica di Israele:

A favore dell’Egitto: da una parte ci sono coloro che simpatizzano per l’Egitto. Davanti al pericolo che incombe dal nord (Babilonia)  essi caldeggiano l’alleanza politica con l’altra sola potenza degna a quel tempo, l’Egitto.

A favore di Babilonia: dall’altra parte ci sono i sostenitori di Babilonia. Sono soltanto una minoranza importante legati alla famiglia di Safàn, l’ex-ministro di Giosia (2 Re 22).  Ora, nel corso di tre generazioni, questa influente famiglia di Safàn si atteggia ad amica fedele di Geremia e sua grande protettrice. Non è esagerato dire che più di una volta Geremia ha salva la vita grazie a queste conoscenze, per esempio dopo l’oracolo contro il tempio (26,24; v. 39,14; 40,5-6).

 

3. Geremia a favore di Babilonia 

Geremia non resta neutrale: egli è decisamente contrario all’Egitto e a favore di Babilonia. In nome di Dio avendo visto la sconfitta del faraone Necao davanti a Nabucodònosor, Geremia non esita a prendere posizione a favore di Babilonia. … (segue)

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Vedi anche

IV DOMENICA DI QUARESIMA – B

IV DOMENICA DI QUARESIMA – B

Signore, da’ luce ai miei occhi
perché non mi addormenti nella morte;
perché l’avversario non dica:
«Sono più forte di lui».
Tu che hai aperto gli occhi al cieco nato,
con la tua luce illumina il mio cuore
perché io sappia vedere le tue opere
e custodisca tutti i tuoi precetti.
Cfr. Sal 12 (13), 4-5