S. Pagani, Gli oracoli contro Giuda – 3.a Catechesi quaresimale

  1. Gli oracoli contro Giuda
  2. L’oracolo contro il tempio
  3. La desolazione della grande siccità
  4. La teologia della alleanza

 

1. GLI ORACOLI CONTRO GIUDA

 

Geremia è stato chiamato  e stabilito essenzialmente «per sradicare e demolire, per “distruggere e abbattere”. Geremia sarà l’uomo del giudizio. Egli si leverà, forse prima nel Nord, poi in ogni caso in Giuda, per condannare la situazione del momento. Così, potremmo dire, egli sarà «in quanto tale» l’uomo della crisi.

È questo il prezzo della sua fedeltà  a Dio. Ricordiamo come, per mezzo del suo profeta, Dio abbia parlato al suo popolo “premurosamente e continuamente”( Ger 25,3; cfr. 7,13). Ma il popolo non ha ascoltato. Alla fine, anche il re brucia il rotolo. Ma la parola di Dio non si può fermare.  «Questa parola del Signore fu rivolta a Geremia: Prendi un altro rotolo … » (36,27)

Per semplificare, ci riferiamo soprattutto agli inizi della predicazione di Geremia, limitandoci ad alcuni testi più significativi. Al principio, la parola del profeta è forse più essenziale, più «focalizzata »; la situazione morale e politica è ancora relativamente semplice.

Leggiamo:

a. Geremia 2,1-8:                    Il disagio di Dio e il processo

b. Geremia 2,9-37,                  Il processo tra Dio e il popolo

c. Geremia: 18,1-12:                La bottega del Vasaio

d. Geremia: 19,1-14:                La brocca frantumata

1. Il disagio di Dio (2,1-37)  

Lettura (2,1-8)

1 Mi fu rivolta questa parola del signore:

2 “Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme:

Così dice il Signore:

Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza,

dell’amore al tempo del tuo fidanzamento2,

quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata.

3 Israele era cosa sacra al Signore

la primizia del suo raccolto;

quanti ne mangiavano dovevano pagarla,

la sventura si abbatteva su di loro.

Oracolo del Signore.

4 Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe,

voi, famiglie tutte della casa di Israele!

5 Così dice il Signore:

Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri,

per allontanarsi da me?

Essi seguirono ciò ch’è vano,

diventarono loro stessi vanità

6 e: non si domandarono Dov’è il Signore

che ci fece uscire dal paese d’Egitto,

ci guidò nel deserto,

per una terra di steppe e di frane,

per una terra arida e tenebrosa,

per una terra che nessuno attraversa

e dove nessuno dimora?

7 Io vi ho condotti in una terra da giardino,

perché ne mangiaste i frutti e i prodotti.

Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra

e avete reso il mio possesso un abominio.

8 Neppure i sacerdoti si domandarono:

Dov’è il Signore?

I detentori della legge non mi hanno conosciuto,

i pastori mi si sono ribellati,

i profeti hanno predetto nel nome di Baal

e hanno seguito esseri inutili.

Interpretazione

2, -2. «Mi fu rivolta questa parola del Signore ». Dato il « contenuto di parola» che sta per proporre, con tutto il suo peso di scandalo, è utile ricordare qui che si tratta proprio della Parola di Dio. Ci troviamo subito  in una prospettiva teologica. Il profeta interviene in nome di Dio, con l’autorità della fede, anche quando non parla esplicitamente delle cose di Dio.

2,2. Come tutto andava bene al tempo del «fidanzamento», quando Israele era nel deserto (cfr. Os 2, 16). Per i profeti, il deserto rievoca la fedeltà. Senza dubbio, i profeti non sono contrari per principio alla sedentarizzazione; tuttavia costatano che essa, con lo sfruttamento di una terra alla quale si finisce con l’attaccarsi e con popoli vicini ora temuti ora ammirati, presenta non pochi pericoli per la fedeltà all’alleanza.

2,3.6-7. Inutile ripetersi, poiché lo abbiamo già detto precedentemente. È tuttavia significativo ritrovare queste parole qui, all’inizio del libro del profeta. Elezione, alleanza, storia dànno fondamento alla parola del profeta in nome di Dio. Nella Bibbia, Dio non è lo « spirito infinito e onnipotente » dei filosofi, ma è anzitutto ed essenzialmente «Colui che ha fatto uscire il suo popolo dal Egitto e dal deserto «Colui che ha dato questa terra al suo popolo».

2, 8. Ai capi del popolo dev’essere imputata una parte tutta speciale del peccato nazionale: i sacerdoti, i pastori, i profeti infedeli … Geremia torna più volte su queste «responsabilità sociali» ignorate, o perfino schernite (Ger 2,26; 4,9; 5-, -13; 5,31; 6, 13-14). Nella Bibbia, in generale, l’individuo appare anzitutto al servizio del popolo e della sua storia. Naturalmente, la cosa è particolarmente vera quando si ha a che fare con qualcuno la cui vocazione stessa, in una forma o nell’altra, è di essere interamente consacrato a tale servizio; cosi per il re, che assicura l’unità e la sicurezza del popolo; il sacerdote, che presiede al culto e spiega la Legge; il profeta, che giudica e richiama all’ordine. Attraverso i suoi ministri, Dio è personalmente presente al suo popolo, lungo il corso della storia. … (segue)

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Vedi anche

IV DOMENICA DI QUARESIMA – B

IV DOMENICA DI QUARESIMA – B

Signore, da’ luce ai miei occhi
perché non mi addormenti nella morte;
perché l’avversario non dica:
«Sono più forte di lui».
Tu che hai aperto gli occhi al cieco nato,
con la tua luce illumina il mio cuore
perché io sappia vedere le tue opere
e custodisca tutti i tuoi precetti.
Cfr. Sal 12 (13), 4-5