C. Cattaneo, La mistica alla scuola di San Benedetto

R. De Biase Quintao, La mistica della Beata Maria Fortunata Viti

INTRODUZIONE

L’oggettivo di questo lavoro è dimostrare la vita mistica, approfondita in questo semestre, in alcuni aspetti della vita della Beata Maria Fortunata Viti. Si userà i principali temi impiegati nelle lezioni e la biografia della Beata insieme alla rivista pubblicata per le monache del suo monastero.

LA MISTICA NELLA VITA DELLA BEATA MARIA FORTUNATA VITI

Spirito di sacrificio: il primo sacrificio compiuto da lei fu aiutare la famiglia, dopo la morte della madre: “Quando la sua mamma morì, Anna Felice era la più assennata. Su di Lei cadde la responsabilità del governo della casa. «Piccola Mamma» avanti lettera accudì con amore a tutte le faccende di casa e alla educazione, come poté, della numerosa nidiata di fratelli e sorelle. Il padre, rimasto stordito e apatico dalla sciagura, lasciò che la barca andasse alla deriva. Anna Felice ebbe sempre verso il padre rispetto ed amore. Ad un fratello che protestava di non voler bene al padre, perché aveva rovinato la famiglia, Anna Felice rispose con forza che in ogni caso bisognava osservare il comandamento di Dio: «Onora il padre e la madre»”.

“Ogni sera, chiudeva la giornata – secondo l’uso del tempo – chiedendo la benedizione al padre e baciandogli la mano. Molte lacrime amare dovette ingoiare. E tante umiliazioni. Eppure nel suo libro di preghiere sarà trovato un foglietto di carta con lo scritto: «Oggi 22 marzo 1875, è morto il nostro carissimo padre Luigi»”.

Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio-amore: la Beata confidava nella Provvidenza divina: “Bussò anche al Monastero delle Benedettine per chiedere la carità, quando veniva a mancare il pane Per riconoscenza volle donare la collana di perle della mamma morta alla statua della Madonna del Divino Amore, che si venera nella Cappella interna del Monastero e si espone in chiesa pubblica la prima Domenica di Settembre”.

Quando la miseria si fece più nera, si decise di andare a servizio presso una ricca famiglia di Monte S. Giovanni Campano. Anna Felice restò presso la famiglia Mobìli circa tre anni. Vi lasciò il più gradito ricordo. Oltre a sbrigare i lavori materiali esercitò una particolari attrattiva e un benefico influsso sui bambini .

Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all’incremento e alla gloria della Chiesa: “accanto a Maria Vergine, grande benefattrice universale, stimolate dall’esempio di Suor Maria Fortunata tutta dedita a glorificare Dio e dare la vita per i fratelli, siamo ancor più responsabili dei nostri «doveri» per la salvezza del mondo.”

Riconoscere il nulla: relato del suo biografo: “l’autore aveva consigliato un agiografo già affermato, perché l’impresa mi sembrava difficile per la semplicità della vita, monotona in apparenza, di una suora conversa quasi illetterata. Ma finì per accettare. Si è sbagliato perché trovò una tale ricchezza di spiritualità, mano a mano che andava scavando negli atti del processo per la eroicità delle virtù, che cominciò a scrivere con amore e con gusto”.

Il papa Paolo VI nel discorso ufficiale che fece al rito della beatificazione, confermò questo giudizio, quando disse: “La vita di Suor Maria Fortunata non è povera, non è monotona, non è priva di delicate e complicate esperienze spirituali e di riferimenti quanto mai istruttivi con i costumi e con gli avvenimenti del suo tempo”.  … (segue)

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