MARIA GEMMA TOMAINO,
Roberto di Molesme e la fondazione di Citeaux nelle principali fonti storiche dell’XI e XII secolo e nella Vita di s. Roberti (XIII sec.)
Il “capostipite” della generazione cistercense è stato nei secoli, fino ai giorni nostri, oggetto di opposte interpretazioni. La doppia paternità di Molesme e Citeaux, e dunque la doppia appartenenza al monachesimo benedettino, da un lato, e a quello cistercense, dall’altro; la controversa vicenda del ritorno a Molesmes dopo la fondazione del Nuovo Monastero; l’ansia di rinnovamento che ne fa un instancabile e inquieto cercatore dello spirito, da cui, però, anche la ben nota accusa di “levitas” (instabilità spirituale); la scarsità di dati storici a suo riguardo e la contraddittorietà in molti casi delle fonti, hanno a lungo condizionato il giudizio sulla sua figura e di conseguenza quello sulle origini di Citeaux.
Il prezioso volume di M. G. Tomaino, frutto di lunghi anni di studio e di ricerca e omaggio alla memoria (poco celebrata) del IX centenario della sua morte (17 aprile 2011), può essere considerato il punto d’arrivo del dibattito storiografico su Roberto di Molesme e la nascita di Citeaux, che ha conosciuto, nel secolo scorso, fasi e valutazioni alterne, ma anche importanti progressi legati alle scoperte decisive per quanto riguarda la tradizione manoscritta dei documenti primitivi dell’Ordine di Citeaux.
Come osserva P. A. M. Altermatt (Ocist) nella prefazione, il lavoro della giovane studiosa fiorentina, non è da considerarsi propriamente una “biografia” di Roberto di Molesme, per cui mancherebbe, a tutt’oggi, il necessario materiale delle fonti primarie, ma come la “prima monografia scientifica” approfondita sull’abate Roberto, fondatore dei due monasteri – Molesme e Citeaux – nel contesto delle nuove correnti monastiche del tempo e dei loro rappresentanti (S. Nilo di Rossano, S, Romualdo, S. Giovanni Gualberto, S. Roberto d’Arbrissel e altri). Non soltanto, dunque, un’accurata e documentata ricostruzione della “preistoria di Citeaux”, ma uno spaccato ricco e variegato di storia del monachesimo nel quadro della “riforma gregoriana” che percorre i secoli XII e XIII.
Lo studio è diviso in due parti. Nella prima l’itinerario biografico di S. Roberto è ripercorso attraverso l’analisi delle fonti dirette, fra cui, accanto all’Exordium parvum e all’Exordium Cistercii – quest’ultimo ritenuto dalla Tomaino la più antica tradizione sulle origini di Citeaux, secondo la tesi del Lefevre – spiccano i due volumi dei cartulari di Molesme, pubblicati ai primi del Novecento dal Laurent, che offrono una preziosa documentazione sull’operato dell’abate Roberto. Nella seconda parte, invece, l’analisi è condotta sulla fonte agiografica indiretta rappresentata dalla Vita S. Roberti, opera di un anonimo monaco di Molesme nel 1222, un secolo dopo la morte di S. Roberto, in vista della sua canonizzazione, e pubblicata nel 1944 dal P. K. Spahr (Ocist). Anche di questa la Tomaino non manca di far risaltare l’“originalità” e il valore di testimonianza “storica”, pur nel rispetto dei canoni propri dell’agiografia, che emergono dal raffronto con altre opere dello stesso genere, fra cui in primis la vita di S. Benedetto nei Dialoghi di S. Gregorio Magno. È soprattutto in questa parte che la prospettiva storica si dilata e la figura di S. Roberto emerge a tutto tondo nei tratti salienti della sua ricca e affascinante personalità.
Il paziente e complesso confronto tra le varie fonti e la consistente mole degli studi sulle origini di Citeaux, che formano la vastissima bibliografia che accompagna e arricchisce il volume, conduce l’autrice, se non a conclusioni definitive, certamente a “chiarimenti significativi” sia per quanto riguarda la datazione delle fonti e la questione della canonicità della fondazione di Citeaux che per l’intera vicenda biografica e spirituale di S. Roberto, da leggersi proprio nel quadro del rinnovamento della vita monastica fra XI e XIII secolo.
Chiunque, d’ora in poi, vorrà accostare, con rigore scientifico, la figura dell’Abate di Molesme e di Citeaux non potrà prescindere da questo importante contributo.
Sr. Patrizia Girolami (Valserena)