Masturzo G., La vocazione all’unità della Beata Maria Gabriella Sagheddu

Masturzo G., La vocazione all’unità della Beata Maria Gabriella Sagheddu

La Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani a cui la Chiesa ci invita quest’anno con il tema “Chiamati per annunziare a tutti le opere meravigliose di Dio” (1 Pietro 2, 9-10) mi sembra si possa facilmente e quasi di conseguenza legare all’eredità viva consegnataci dalla Beata Maria Gabriella, che tanta parte ha in quella vocazione che è stata definita “ecumenismo spirituale”.

Mi fa piacere riflettere su questa realtà a partire da quello che conosciamo della Beata Maria Gabriella, e seguendo l’influsso che la sua offerta ha avuto sulla vita della comunità di Vitorchiano.

Quando si deve spiegare l’origine della vocazione della Beata Maria Gabriella all’Unità, si fa evidentemente riferimento all’intelligenza che ne ebbe Madre Pia Gullini; alla corrispondenza che lei ebbe con l’abbé Paul Couturier e ai tract che questi inviò alla Trappa di Grottaferrata a partire da 1937; a Madre dell’Immacolata Scalvini, la prima monaca che chiederà di immolare la sua vita a questa causa. Aveva 78 anni ed ecco come Madre Pia descrive quell’atto di offerta: “Il bastone in mano a sostegno delle sue povere gambe logore, con un viso così raggiante che sembrava ringiovanita: «Quello che ha appena letto, come è bello! E’ proprio per me. Oggi è l’anniversario della mia professione. Mi sembra di aver capito che è possibile offrire la vita per questa causa.
Vengo a chiederle il permesso di offrire al buon Dio il poco di tempo che mi resta a questo scopo. E’ così degno!»

L’offerta di Madre dell’Immacolata Scalvini (gennaio 1937) è una strada aperta nell’ambito dell’ecumenismo spirituale in Italia e tra i primi nel mondo. L’abbè Couturier parla di “martiri volontari dell’unità cristiana” e fa un primo elenco di quanti si offrirono in piena salute e la cui offerta fu accolta: Suor Maria dell’Immacolata, poi Suor Maria Gabriela, e un fratello trappista giapponese. Riflettendo su queste offerte della vita esclamerà: “E’ ammirevole! lo Spirito Santo sta costruendo l’Invisibile Monastero dell’Unità Cristiana!”  …

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Fonte: Bollettino AIM

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Chi conosce la storia dell’Inghilterra sa che Enrico VIII è stato celebre per le sue spose, per la sua rottura con Roma e per la sua decisione di sradicare la vita monastica. Tutti i protestanti hanno eliminato la vita monastica per diversi motivi teologici o morali, ma la sua eliminazione di fatto per Enrico VIII non conosce causa né teologica né morale.