M. Schoepflin, Severi, il grande della matematica che si convertì alla fede cristiana

M. Schoepflin, Severi, il grande della matematica che si convertì alla fede cristiana

Tratto da “La Nazione – Arezzo” del 9.12.2018

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Nel pomeriggio del 29 agosto 1952, un uomo ormai in là con gli anni percorre la strada che dal cenobio conduce all’eremo di Camaldoli.
Nel suo cuore si agitano mille sentimenti, tutti dominati dall’aspra sofferenza dovuta alla recente scomparsa di colei che per 52 anni era stata l’amatissima moglie. Giunto a una cella si ferma: lì ad attenderlo c’è un monaco che ascolterà una sua lunga, liberatoria confessione, che sancirà la definitiva conversione e il ritorno alla fede cattolica dell’anziano signore. Quell’uomo, considerato tutt’oggi uno dei più grandi matematici del XX secolo, si chiamava Francesco Severi ed era nato ad Arezzo, in via dell’Orto 24, il 13 aprile 1879 (sulla lapide, purtroppo, la data di nascita è errata).
PERDUTO a soli nove anni il padre, a cui era legatissimo, il piccolo Francesco sperimentò l’indigenza e ben presto fu costretto a ingegnarsi per guadagnare qualcosa, dato che la madre doveva provvedere anche ad altri figli. Terminati gli studi liceali, grazie a una borsa di studio della Fraternita dei Laici il giovane poté iscriversi alla facoltà di ingegneria dell’Università di Torino. Ci volle poco ai suoi professori per capire che l’allievo era tagliato più per gli studi matematici che per quelli ingegneristici: il 30 giugno 1900, appena ventunenne, Severi si laurea brillantemente in matematica pura.
Da quel momento, percorrerà una carriera folgorante, insegnando varie discipline, tra le quali analisi algebrica, analisi infinitesimale, geometria proiettiva, descrittiva e analitica, matematiche superiori, in atenei assai prestigiosi fino a raggiungere l’apice entrando a far parte del corpo docente dell’Università di Roma, della quale, nel 1923, divenne addirittura Rettore.  (segue)

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