Monaco dalla tempra eccezionale, fine letterato e pensatore profondo, personalità dal carattere granitico e leader carismatico, San Bernardo di Chiaravalle è stato uno dei grandi protagonisti del cristianesimo medievale. Nato nel 1090 non lontano da Digione, nella regione francese della Borgogna, poco dopo i vent’anni entrò nel monastero di Citeaux, fondato una quindicina d’anni prima da Roberto di Molesmes. Non molto tempo più tardi venne nominato abate di Clairvaux (Chiaravalle). Bernardo visse la sequela di Cristo con straordinaria passione e partecipò attivamente alla vita della Chiesa, fino a che, consunto dalla malattia e dalle privazioni, ma sempre sostenuto da una fede incrollabile, la morte lo colse il 20 agosto del 1153. Teologo, filosofo e mistico di eccelso valore, egli fu pure un eccellente predicatore, come testimoniano, tra gli altri, i Sermoni per l’Avvento e la Vigilia di Natale, di recente pubblicati dall’editore Nerbini (pp. 304, euro 19,00) a cura di Madre Maria Francesca Righi, eletta nell’agosto scorso Badessa del monastero trappista di Valserena, in provincia di Pisa. Nel volume sono raccolti quattordici testi, preceduti da un’ampia introduzione generale redatta da Wim Verbaal, professore di Lingua e letteratura latina presso l’Università di Gand, che ben inquadra nel loro insieme i Sermoni liturgici bernardiani. A proposito dei testi riguardanti l’Avvento, scrive la curatrice: “Bernardo dedica diversi sermoni a questo tempo privilegiato che può definire l’intera esistenza dell’uomo nel segno dell’attesa, del desiderio, di una condizione di incompiutezza che attende un Altro”. Spesso questo aspetto particolare della condizione umana viene vissuto nell’errore: “Gli infelici figli di Adamo – si legge nel Sermone I – trascurano di applicarsi alle realtà vere e portatrici di salvezza e cercano piuttosto le realtà caduche e transitorie”. Gli uomini fanno affidamento su pseudo valori e false certezze: “Per questo – afferma il Santo – è necessaria la venuta del Salvatore, è necessaria la presenza di Cristo … Oh, che egli venga! E con la sua abbondantissima misericordia … illumini la nostra cecità, rimanendo con noi sostenga la nostra debolezza, e rimanendo saldo per noi protegga e difenda la nostra fragilità. Se egli è in noi, chi ci potrà più ingannare?”. Bernardo dedicò numerosi sermoni al mistero dell’Incarnazione: otto all’Avvento, sei alla Vigilia della natività, cinque al Natale, tre alla Circoncisione, due al mistero nascosto nel nome di Gesù, uno alla circoncisione spirituale, cioè alla conversione, e, infine, dodici all’Epifania. “I Sermoni per la Vigilia – sostiene la curatrice – si collocano tra il già e non ancora, tra l’oggi e il domani, alle soglie del punto in cui la storia confina con l’eternità … Sono come il momento di massima abbreviatura del tempo prima che in esso irrompa l’eterno”.
Maurizio Schoepflin