Introduzione
Immagino un caleidoscopio nel momento in cui mi trovo a dover scegliere temi e aspetti nel mare di luci e ombre della comunicazione dei Mistici moderni. Il “caleidoscopio”, in ambito narrativo, in modo figurato esprime la possibilità dire un continuo intreccio di storie, proprio riferito alla molteplicità di figure (immagini) che si possono scorgere in esso. Il caleidoscopio come la comunicazione delle esperienze dei Mistici, presenta molteplici facce che filtrano colori e luci in modo diversificato e meraviglioso, attraente, ma non sempre facile da decodificare. L’esperienza mistica infatti è complessa perché il suo contenuto come la luce, non è così facile da incapsulare o contenere, trascende le possibilità umane, e lo stesso linguaggio. La difficoltà di cogliere e appropriarsi del panorama delle espressioni mistiche sta anche nel fatto che non tutti i Mistici esprimono e raccontano in modo esplicito la loro esperienza, esistono forme come i comportamenti, gli stili di vita, le opere, testimonianze di vita, che non sempre parlano con un linguaggio leterario o poetico per esempio, ma in silenzio, della loro esperienza spirituale mistica, la comunicano semplicemente come attraverso un caleidoscopio, attraverso i colori, i suoni, i gesti, nel modo di vivere e di morire.
Ma per comprendere e trattenere qualcosa del contenuto sullo studio dei Mistici moderni mi sono chiesta qual’e l’oggetto o il contenuto dell’esperienza mistica moderna, in modo particolare mi riferisco a quella cristiana, nel panorama delle varie configurazioni culturali e come esso viene comunicato, con quale linguaggio. Il fenomeno mistico appare complesso e non sempre facile da decodificare, specialmente quando nel corso della storia viene espresso con una modalità nuova, un linguaggio non consueto che riflette un tipo di pensiero filosofico teologico psicologico sociale culturale delle varie epoche. Il linguaggio nella comunicazione dei mistici secondo gli studiosi, è sempre stato un problema da studiare o a cui fare attenzione per non interpretare il contenuto dell’esperienza mistica in modo errato o superficiale. Il linguaggio mistico in generale cerca di comunicare l’esperienza che l’uomo, lungo il corso dei secoli, ha fatto nell’ unione con la divinità di riferimento; nell’esperienza cristiana si tratta della unione con il Dio rivelato in Gesù Cristo. Il linguaggio mistico in ambito cristiano cerca di annotare come i mistici abbiano avuto la capacità, nella loro apertura al divino, gratuita, di sperimentare “quelle meraviglie di Dio che i suoi figli possono godere perché ontologicamente aperti al divino e, se vogliono, capaci di aprirsi “geneticamente” (C. Tresmontant) all’intimità più profonda con il Dio che li ha creati e che “vuole trovare la sua gioia nel contemplarsi in essi” (Elisabetta della Trinità). … (segue)