Il Signore mi ha liberato,
mi ha salvato perché mi ama.
Sal 17 (18), 19b-20
LETTURA
Il pane portato dall’angelo a Elia.
1Re 19, 4-8
Lettura del primo libro dei Re.
In quei giorni. Elia s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.
SALMO RESPONSORIALE
Sal 33 (34)
R/. Il tuo pane, Signore, sostiene i poveri in cammino.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R/.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R/.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R/.
EPISTOLA
Il pane e il calice eucaristici nella Chiesa.
1Cor 11, 23-26
Lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
CANTO AL VANGELO
(Cfr Gv 6, 51)
Alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
VANGELO
Il pane disceso dal cielo.
Gv 6, 41-51
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. I Giudei si misero a mormorare contro il Signore Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
PREGHIERA DEI FEDELI
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Fratelli e sorelle, in Cristo Gesù, Pane vivo disceso dal cielo, il Padre sostiene il nostro pellegrinaggio terreno: con la certezza di essere esauditi eleviamo la nostra comune preghiera:
Guidaci, Signore, nel nostro cammino.
– Per la Chiesa, che nell’Eucaristia celebra il memoriale della Pasqua, perché manifesti al mondo il primato dell’amore di Dio che salva: preghiamo. R.
– Per i seminaristi e i loro educatori, perché, conformandosi sempre più a Cristo buon Pastore, sappiano camminare lungo la strada che il Signore ha indicato con il dono della sua vita: preghiamo. R.
– Per noi, perché, attingendo forza e coraggio dall’Eucaristia, sappiamo dare ferma testimonianza della nostra fede: preghiamo. R.
La tua Chiesa si allieti, o Padre, delle grazie che copiosamente le doni; si conservi fedele a Cristo Signore e meriti di condividere la gloria eterna con lui, che vive e regna nei secoli dei secoli.
COMMENTO AL VANGELO
S. AGOSTINO
Dal Commento al Vangelo di S. Giovanni 26,1
Il pane che io darò è la mia carne offerta per la vita del mondo.
Quando nostro Signore Gesù Cristo, come abbiamo sentito dalla lettura del Vangelo, affermò di essere lui il pane disceso dal cielo, i Giudei cominciarono a mormorare dicendo: Ma non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come può dire dunque: Sono disceso dal cielo? (Gv 6, 42). Essi erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame. Avevano la bocca del cuore malata; avevano le orecchie aperte ma erano sordi, vedevano ma erano ciechi. Infatti, questo pane richiede la fame dell’uomo interiore; per cui in altro luogo il Signore dice: Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, poiché essi saranno saziati (Mt 5, 6). E l’apostolo Paolo dice che la nostra giustizia è Cristo (cf. 1 Cor 1, 30). Perciò chi ha fame di questo pane, deve sentir fame di giustizia: ma della giustizia che discende dal cielo, della giustizia che Iddio dà, non di quella che l’uomo si fa da sé. Se, infatti, l’uomo non si facesse una sua giustizia, non direbbe il medesimo Apostolo a proposito dei Giudei: Misconoscendo la giustizia di Dio e volendo stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio (Rm 10, 3). Così erano costoro: incapaci d’intendere il pane del cielo, perché, sazi della propria giustizia, non sentivano fame della giustizia di Dio. Cosa s’intende qui per giustizia di Dio e giustizia degli uomini? Per giustizia di Dio s’intende non la giustizia per cui Dio è giusto, ma quella che Dio comunica all’uomo, affinché l’uomo sia giusto per grazia di Dio. E quale era, invece, la giustizia di quei tali? Una giustizia che essi presumevano dalle loro forze, illudendosi di poterla compiere appoggiandosi sulla propria virtù. Ora, nessuno può adempiere la legge, senza l’aiuto della grazia, che è il pane che discende dal cielo. Compie la legge – dice in maniera concisa l’Apostolo, – soltanto chi ama (Rm 13, 10): chi ama non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non la terra o il cielo, ma colui che ha fatto il cielo e la terra. Donde attinge, l’uomo, questo amore? Ascoltiamo lo stesso Apostolo: L’amore di Dio viene riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato (Rm 5, 5). Il Signore, che avrebbe donato lo Spirito Santo, affermò di essere il pane che discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui. Chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce. Egli rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo. Dove viene rinnovellato, lì viene saziato.
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