II Domenica dopo Natale

Il Figlio dell’uomo annullò ciò che era
del diavolo, assunse ciò che era dell’uomo,
donò ciò che era di Dio.
Beato Isacco della Stella, Discorso 11

PRIMA LETTURA
La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.
Sir 24,1-4.12-16

SALMO RESPONSORIALE
Sal 147

 

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R/.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R/.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R/.

SECONDA LETTURA
Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.
Ef 1,3-6.15-18

CANTO AL VANGELO
(1 Tim 3,16)

VANGELO
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Gv 1,1-18

 

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Inizio e sorgente di tutte le cose visibili e invisibili
è l’eterna relazione d’amore tra il Verbo eterno,
che è il Figlio unigenito, e il suo Padre celeste.
Ogni cosa creata per mezzo di lui,
per opera sua viene anche portata a perfezione,
cioè diviene manifestazione visibile
dello splendore della gloria divina.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 5, 19-30
Gesù riprese a parlare e disse: “In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa”. (v. 19-20a)

DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 16, 15-20
Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”. (v. 15)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 8, 19-25
La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. (vv. 19-21)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 4, 1-10
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. (v. 10)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI COLOSSESI, CAP. 1, 15-20
Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: … Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. (vv. 15-16)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO A TIMOTEO, CAP. 4, 1-7
Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera. (vv. 4-5)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 1
Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli. (v. 3)

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 3, 14-22
All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio. (v. 14)

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 21
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. (v. 10)

DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 60
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te… Il tuo popolo sarà tutto di giusti, per sempre avranno in possesso la terra, germogli delle piantagioni del Signore, lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria. (vv. 1. 21)

COMMENTO PATRISTICO

ATANASIO
Dall’Incarnazione del Verbo, 13-15 passim

Non è ammissibile che vadano in perdizione esseri che una volta hanno partecipato dell’immagine di Dio. Che cosa doveva dunque fare Dio? Che altro si doveva fare, se non rinnovare la conformità all’immagine di lui, sicché gli uomini potessero di nuovo conoscerlo?

E questo come poteva avvenire se non con la presenza stessa dell’immagine del nostro Salvatore Gesù Cristo? Non era infatti possibile per mezzo di uomini, poiché essi pure erano fatti a immagine.

E neppure per mezzo di angeli, poiché neppure essi sono immagine. Perciò venne personalmente il Verbo Dio, come immagine del Padre, per riformare l’uomo secondo l’immagine divina. Non si poteva fare diversamente, se non distruggendo la morte e la corruzione.

Appunto per questo egli prese un corpo mortale, per poter distruggere in sé stesso la morte e così gli uomini potessero essere rinnovati secondo immagine di Dio. Perciò a far questo nessun altro era idoneo, ma solo l’immagine del Padre.

Se il ritratto di qualcuno dipinto su una tavola si fosse rovinato per causa del sudiciume gettatovi sopra, è chiaro che per riavere sulla stessa tavola quel ritratto, occorre la presenza di quella stessa persona; non si getta via la tavola per riguardo a ciò che resta della figura, ma bisogna restaurare quel che si è guastato.

Allo stesso modo, il santissimo Figlio del Padre, che è immagine perfetta del Padre, è venuto fra noi per restaurare l’uomo fatto a sua conformità e per ritrovare il perduto, concedendogli la remissione del peccati, come dice egli stesso nel Vangelo: Son venuto a trovare e salvare quel che era andato in rovina (Lc 19, 10). Perciò diceva ai Giudei: Se uno non rinascerà (Gv 3, 3); non per indicare la nascita da donna, come intendevano quelli, ma indicando che l’anima doveva essere rigenerata e restaurata nella sua conformità all’immagine divina.

Dal momento che l’idolatria e l’empietà erano sparse su tutta la terra, e la conoscenza di Dio era scomparsa, a chi toccava far conoscere a tutta l’umanità il Padre? Forse a un uomo? Ma non era possibile che un solo uomo percorresse tutta la terra abitata, o che avesse la forza fisica di correre dappertutto, né che avesse autorità per farsi ascoltare, o per opporsi efficacemente all’insidia e ai prestigi dei demoni.

Tutti gli uomini, infatti, erano colpiti e turbati per la seduzione demoniaca e il vano culto idolatrico; come mai allora poteva esser possibile cambiare l’anima e l’intelligenza degli uomini, se neppure le possono vedere? Come può uno convincere di quel che non vede? Forse uno dirà che era sufficiente la contemplazione del creato. Ma se davvero questo bastasse, non sarebbe mai venuta tanta perversione.

Il creato c’era, ma in esso gli uomini moltiplicavano gli errori circa la divinità. Di che, allora, c’era bisogno, se non di Dio Verbo che vede l’anima e l’intelletto, che esercita la sua azione su tutto il creato e che per mezzo di esso fa conoscere il Padre? Egli appunto che con la sua provvidenza e con l’ordinamento di tutte le cose aveva insegnato a conoscere il Padre, poteva ben rinnovare la conoscenza. Come, dunque, si sarebbe potuto far questo? Qualcuno, forse, potrebbe dire che ciò si poteva fare per mezzo delle medesime cose, servendosi di nuovo delle cose create per dimostrare quel che riguarda il Padre. Ma questo metodo non era affatto sicuro. No, davvero! Già una volta gli uomini non ne avevano tenuto conto; i loro occhi non guardavano più in alto, ma in basso.

Per cui, volendo far del bene agli uomini, è venuto come uomo, prendendosi un corpo simile al loro e servendosi delle cose inferiori, cioè delle opere del corpo, affinché quelli che non avevano voluto conoscerlo dalla sua provvidenza e dominio su tutte le cose, conoscessero almeno dalle opere del suo corpo lui, Dio Verbo incarnato, e per mezzo di lui, anche il Padre suo. Come un buon maestro che ha cura dei suoi allievi, se essi non possono venire istruiti con insegnamenti elevati, si adatta alla loro capacità e insegna cose più ordinarie, così anche il Verbo di Dio, come dice pure Paolo: Giacché con la sapienza di Dio il mondo non giunse a conoscenza sapiente di Dio, Dio si compiacque di salvare quelli che credono, adoperando la stoltezza della predicazione (1 Cor 1, 21). Infatti gli uomini, smettendo di contemplare Dio, e come sprofondati in un abisso, guardavano in basso e cercavano Dio nella natura e nelle cose sensibili, scegliendosi, quale dei, uomini mortali e demoni. Per questo l’amico degli uomini e comune Salvatore di tutti, il Verbo di Dio si prende un corpo e come uomo dimora tra gli uomini e attira su di sé l’attenzione di tutti, affinché quelli che pensano che Dio si trovi tra gli esseri corporei, dalle opere che il Signore compie per mezzo del suo corpo, possano intendere la verità e per mezzo di lui, giungere al Padre.

… Per questo egli è nato, e si è mostrato agli uomini, ed è morto ed è risorto e con le opere sue oscurò tutte quelle che mai siano state compiute dagli uomini, affinché dove appunto gli uomini si erano sviati, di là li ricuperasse e insegnasse loro il vero Padre suo, come egli stesso dice: Sono venuto a salvare e trovare quel che era perduto (Lc 19, 10).

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