II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

LETTURA
Isaia 60, 16b-22

SALMO
Sal 88 (89)

R. Beato il popolo che cammina alla luce del tuo volto.

EPISTOLA
1Corinzi 15, 17-28

CANTO AL VANGELO
(Gv 14, 6)

VANGELO
Giovanni 5, 19-24

PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO AL VANGELO

CIPRIANO DI CARTAGINE
Lettere 54,1.3

Un’arroganza superba e una presunzione sacrilega

Fratelli carissimi, leggendo la lettera che mi avete inviato per annunciarmi il vostro ritorno, la pace ritrovata con la chiesa e il vostro reinserimento nel novero dei fratelli, confesso di aver provato una gioia pari a quella che avevo provato qualche tempo prima, quando avevo saputo della vostra gloriosa confessione di fede e avevo ricevuto la notizia, che mi aveva riempito di consolazione, dell’onore celeste e spirituale da voi ottenuto nel combattimento. È infatti un’altra confessione della vostra fede e della vostra gloria riconoscere che la chiesa è una sola, non partecipare all’errore di altri, o piuttosto alla loro malvagità, e ritornare a quei medesimi accampamenti da cui eravate usciti, da cui vi eravate lanciati per sostenere la guerra e vincere il nemico … Anche se è evidente che nella chiesa vi è la zizzania (cf. Mt 13,24-30), la nostra fede e la nostra carità non devono tuttavia trovarvi un ostacolo al punto che finiamo per abbandonare la chiesa perché vediamo che in essa vi è la zizzania. Dobbiamo soltanto sforzarci di essere grano affinché, quando si comincerà a riporre il grano nei granai del Signore, possiamo ricevere il frutto del nostro lavoro e della nostra fatica. L’Apostolo in una sua lettera dice: In una grande casa non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e d’argilla, gli uni per usi d’onore, gli altri per usi vili (2Tm 2,20). Noi cerchiamo, per quanto ci è possibile, di essere un vaso d’oro o d’argento. Ma soltanto al Signore è concesso di spezzare i vasi d’argilla; a lui è stata data una verga di ferro (cf. Sal 2,9). Il servo non è più grande del suo signore (Mt 10,24), né alcuno può arrogarsi quello che il Padre ha attribuito soltanto al Figlio (cf. Gv 5,22), tanto da pensare di poter ormai prendere il ventilabro per separare la pula e ripulire l’aia (cf. Mt 3,12) o separare in base a un giudizio umano tutta la zizzania dal grano (cf. Mt 13,28-30). Questa è arroganza superba e presunzione sacrilega nate da malvagia follia.

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Gn 2, 3; 4, 2

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