Guillaume Jedrzejczak, Omelia per la veglia pasquale

Guillaume Jedrzejczak, Omelia per la veglia pasquale

Rom 6, 3b-11; Mt 28, 1-10.

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Mentre il racconto degli altri evangelisti inizia davanti alla tomba vuota, con la pietra già rotolata su un lato, Matteo inizia il suo racconto con un terremoto, le guardie tramortite a terra e l’arrivo di un misterioso personaggio con l’aspetto della folgore, il suo vestito bianco come la neve. Questa introduzione dà al suo testo quel carattere drammatico e un po’ fantastico che lo collega alla lontana tradizione delle teofanie dell’Antico Testamento. Dopo le ore buie della Passione, ecco la luce che scaturisce da ogni parte e fa di questo primo giorno della settimana, l’inizio di una nuova era.

Il contrasto è stridente tra il terrore che paralizza le guardie, il timore e l’esitazione delle donne da una parte, e la rassicurazione tranquilla dell’angelo che affida loro la missione di annunciare ai discepoli la Buona Novella della Risurrezione. Ma i tre verbi usati per esprimere il messaggio da trasmettere ai discepoli ci invitano a scavare più a fondo nel significato di questo evento. «È risorto dai morti» è avvenuto nel passato, anche se è un passato molto vicino. «Ed ecco che vi precede in Galilea», questa volta è impiegato il presente. «Là lo vedrete», questa promessa riguarda il futuro. La Risurrezione trasforma tutte le dimensioni, non solo quelle dello spazio, ma anche la nostra percezione del tempo.

Infatti, quando si leggono i racconti di Risurrezione, nelle loro diverse versioni, si rimane colpiti dal nuovo rapporto con lo spazio e il tempo di cui dà prova il Signore Gesù. Non solo appare e scompare, sembra non solo giocare con i muri di separazione, le distanze e gli spazi, ma usa una relazione particolare con il tempo, apparendo contemporaneamente presente in più luoghi e conoscendo indifferentemente ciò che deve accadere. Questo nuovo modo di abitare lo spazio-tempo è soprattutto ciò che sconvolge i discepoli e le donne che gli erano vicini. Infatti, tutti i loro soliti punti di riferimento si trovano rovesciati. La Risurrezione cambia la nostra visione del mondo, il nostro modo di dimorare in questo mondo!

Ognuno degli evangelisti ha tradotto questa sensazione sconcertante a modo suo. Matteo usa le immagini delle antiche teofanie. Gli altri evangelisti tradurranno, ciascuno a suo modo, la sorpresa e il terrore avvertiti dai primi testimoni. Ma tutti cercheranno di rendere questa incredibile novità che richiederà a Pietro tanto tempo e fatica, mentre il discepolo amato, «vive e credette» immediatamente. E questa diversità di espressione nei quattro vangeli, legata alla personalità di ciascuno dei loro autori umani, è per noi la garanzia che dietro a ciascuna di queste testimonianze c’è la stessa realtà, ma percepita da sguardi diversi.

E questa realtà è che Cristo è vivo, è risorto dai morti, ci precede sulle nostre strade, e ci aspetta, per rivelarci il suo volto!

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PENTECOSTE – B

PENTECOSTE – B

Venne dal cielo improvviso il rombo d’un vento possente
sopra il luogo dov’erano riuniti, alleluia.
Tutti furono pieni di Spirito Santo
e inneggiavano alla gloria di Dio, alleluia.