Mi è stato chiesto di raccontare una storia, quella che lega la nascita di una nuova esperienza monastica alla radice forte e solida della tradizione benedettina ed al “sogno” di radicalità di San Roberto di Molesme e dei suoi primi compagni che fondarono Citeaux.
La Comunità monastica di Ruviano, in provincia di Caserta nella Diocesi di Alife-Caiazzo, nasce da due presbiteri della Chiesa di Napoli.
Ordinato nel 1989, vivevo una felice esperienza presbiterale in una Parrocchia collinare di Napoli quale vicario. Lì a S. Teresa di Gesù Bambino, attraverso un’esperienza di primo annuncio della fede (si chiama proprio “L’Esperienza”) che avevo creato negli ultimi anni di seminario, avevo avuto la possibilità di vivere davvero una vita fraterna e di condivisione con tantissimi giovani e famiglie. La comprensione che avevamo (e abbiamo!) è che c’è bisogno di vere comunità di cristiani che vivano radicalmente l’Evangelo e possano essere luogo di umanizzazione e testimonianza che l’Evangelo è concretamente incarnabile e nella vita quotidiana e nella vita ecclesiale. In questa storia, nel 1992, entrò un giovane, Gianpiero Tavolaro che, di lì a qualche anno, sarebbe entrato in seminario.
La vocazione monastica che da un certo momento si fece chiara e in Gianpiero e in me nasceva dalla consapevolezza che bisognava radicalizzare quella scelta comunitaria, ecclesiale, fraterna. L’incontro con esperienze monastiche significative quali quella di Bose (con cui intessemmo un rapporto ancora oggi molto fraterno) e quella di Noci ci spinsero sempre più verso il monachesimo quale sbocco naturale della nostra ricerca di un “oltre” che fosse in qualche modo umile profezia per la Chiesa e per il mondo. Questo in comunione e in continuità con quella comunità di uomini e donne con cui condividevamo un percorso ecclesiale autenticamente fraterno e nutrito di grandi “sogni”.
In questo frangente, nella nostra vita e nella nostra ricerca si inserisce la figura potentemente evangelica di San Roberto di Molesme. Siamo verso il 1996. Roberto lo incontriamo attraverso una fonte letteraria: il libro di P. M. Raymond Tre frati ribelli.
Leggere quelle pagine e sentirsi confortati nei “sogni”, capire che davvero ci può essere una più alta nobiltà, capire e sentire che è possibile vivere l’Evangelo per davvero (cosa che l’aver incrociato Bose ci aveva reso chiarissimo) fu tutt’uno!
Quella lettura segnò veramente un crinale tra un prima e un dopo sia per noi che per tanti che, nelle nostre comunità parrocchiali, erano mossi da un’autentica ricerca di Dio e di un “ulteriore”. In noi che cercavamo la vita monastica quel libro suscitò il desiderio di andare oltre quella fonte letteraria certo affascinante ma pur sempre un romanzo (anche se l’Autore nella prefazione ci rassicura che se pure drammatizza non scrive una storia fittizia). Scoprimmo così andando alle fonti che al di là dei dialoghi, delle circostanze, delle atmosfere create dall’Autore, quella storia era proprio vera e che Roberto poteva essere l’amico, il fratello, il padre di questo cammino che ormai volevamo e dovevamo intraprendere.
Nel 1999 Gianpiero aveva terminato il percorso di seminario e chiese ai superiori di attendere, per l’Ordinazione, un tempo di ulteriore discernimento per la vita monastica. Su consiglio e con l’aiuto di Enzo Bianchi, Priore di Bose, iniziò così un periodo nuovo. Chiesi un periodo sabbatico all’Arcivescovo di Napoli e, dopo un tempo di studio della lingua francese, prima Gianpiero e poi io vivemmo un periodo di formazione e confronto in Borgogna nell’Abazia di S. Marie de la Pierre qui Vire. In seguito alcuni mesi li trascorremmo, sempre separatamente, a Bose.
Ci era chiaro che, data la nostra storia, non potevamo entrare in monasteri già esistenti ma che doveva nascere qualcosa di significativo per le nostre terre. Cominciò così una ricerca difficile e anche faticosa in cui la Provvidenza non ci abbandonati. Nel 2002 Gianpiero venne ordinato presbitero ed iniziò un tempo di cura pastorale in una Parrocchia del centro storico di Napoli, S. Anna a Capuana.
La nostra ricerca approdò nel 2005 a Ruviano dove acquistammo (grazie ad una donazione di una Congregazione di Suore che cedettero nel nostro “sogno”!) il suolo su cui oggi sta sorgendo il Monastero. Questo sarà dedicato a San Roberto di Molesme. Il rapporto con Lui è per noi carico di appelli grandemente compromettenti: la sua tenacia nel perseguire un “sogno” di Dio, la sua radicalità nello sfuggire ad ogni tentazione di mediocrità, la sua obbedienza alla Chiesa a qualunque costo, la sua ricerca di vera fraternità con i suoi compagni di viaggio, ce lo mostra, al di là di ogni proiezione “romantica”, come un uomo in lotta. Abbiamo accolto con lucidità quella definizione di Lui che il P. Raymond dà nel suo libro: fu “l’uomo sulla breccia” di cui parla il profeta Ezechiele (22,30): Cercai un uomo che si ergesse sulla breccia di fronte a me per difendere la città e non lo trovai …” Gesù fu l’uomo sulla breccia e vi si erse con la sua croce … per Lui e con Lui lo fu San Benedetto; Roberto volle rispondere anche Lui a quel lamento del Signore che il Profeta ci fa udire. Nel suo tempo di grandi contraddizioni storiche e nella Chiesa e nel mondo, Roberto con la sua riforma monastica, fu baluardo all’ingresso ulteriore della mondanità e delle logiche di morte e nella Chiesa e in quegli avamposti della vita cristiana che devono essere i monasteri. Roberto ci suggerisce che è possibile anche oggi ergersi sulla breccia per difendere la città, soprattutto dalla mondanizzazione, dalla mediocrità, dalla disumanizzazione. Essere monaci deve avere questo slancio: creare spazi di “alterità”, di “volo alto”, di “umanità”. Per questo noi vogliamo essere monaci in questa Chiesa di oggi, in questa nostra terra tanto lacerata e tanto disumanizzata da logiche perverse.
Abbiamo scelto Roberto come guida ed amico e attraverso di Lui sentiamo le nostre radici affondarsi nella tradizione benedettina e nel terreno fecondo di Citeaux. E per noi è una grazia! Proprio in questo 2011, nono centenario della morte di Roberto, entreremo nell’edificio che sarà la nostra casa monastica … anche questo non sarà un caso! … segue