Quando avrete passato il Giordano, elevate al Signore
un altare di pietre non toccate dal ferro;
su questo altare offrirete olocausti
e vittime di pace al vostro Dio.
Cfr. Dt 27, 4-7

DEDICAZIONE DEL DUOMO DI MILANO – Solennità del Signore

LETTURA
Lettura del profeta Isaia 60, 11-21

SALMO
Sal 117 (118)

R. Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 13, 15-17. 20-21

CANTO AL VANGELO
(Cfr. 1 Cor 3, 17. 9)

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 6, 43-48

PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO AL VANGELO

 

IGNAZIO DI ANTIOCHIA
Dalla Lettera agli Efesini, 14-15.20-21

«L’albero si conosce dal suo frutto» ( Mt 12,32 )

Niente potrà rimanervi nascosto, se avrete in modo perfetto, in Gesù Cristo, la fede e la carità.
Esse sono il principio e il termine della vita: la fede è il principio, la carità è la pienezza.
L’unione delle due è Dio stesso.
Da queste derivano tutte le altre virtù che conducono alla perfezione.
Nessuno che professa la fede, pecca; né chi possiede la carità può odiare.
« L’albero si conosce dal suo frutto ».
Così quelli che professano di appartenere a Cristo si riconosceranno dalle loro opere.
Poiché ora non si tratta di far professione di fede, ma di perseverare nella pratica della fede fino alla fine.
É meglio tacere ed essere che parlare e non essere.
É bello insegnare, a condizione di mettere in pratica quello che si insegna.
Uno solo è il maestro, colui che dice, e tutto è ( Sal 33,9 ).
E quello che ha fatto nel silenzio è del tutto degno del Padre.
Colui che possiede veramente la parola di Gesù è in grado di capire anche il suo silenzio.
Così sarà perfetto, perché agirà come parla e si rivelerà attraverso il suo silenzio.
Niente è nascosto al Signore: anche i nostri segreti gli sono presenti.
Facciamo tutto nella certezza che egli abita in noi: saremo così templi di Dio ( 1 Cor 3,16; 1 Cor 6,19 ) e lui, presente in noi, sarà il nostro Dio ( Ap 21,3 ).
Così egli è di fatto, e così apparirà ai nostri occhi, nella misura in cui lo amiamo veramente …
Nella grazia che viene dal suo nome, radunatevi tutti insieme in una sola fede e in Gesù Cristo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne ( Rm 1,3 ), figlio dell’uomo e figlio di Dio; mantenetevi indissolubilmente uniti nell’obbedienza al vescovo e al collegio degli anziani, spezzando un unico pane, il pane che dona l’immortalità, combatte la morte e ci fa vivere per sempre in Gesù Cristo.
Io sono pronto a dare la vita per voi e per quelli che, a gloria di Dio, avete mandato a Smirne, da dove vi scrivo rendendo grazie al Signore ed esprimendo tutto il mio affetto per Policarpo come anche per voi.
Ricordatevi di me, come Gesù Cristo si ricorda di voi.
Pregate per la Chiesa di Siria, che lascio per essere condotto a Roma in catene: benché sia l’ultimo dei credenti di questa Chiesa, ho avuto la grazia di essere scelto per rendere gloria a Dio.
Vi saluto in Dio Padre e in Gesù Cristo, nostra comune speranza.

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