Introduzione
Il ritmo della vita nel mondo attuale ci costringe ad evolverci in tutti ambiti e l’evangelizzazione non è l’eccezione. Anche la Chiesa si aggiorna e si avvale della tecnologia, soprattutto durante l’anno scorso per offrire ai cattolici nuove alternative nella pratica della loro fede.
Questa situazione mondiale anche ha svegliato una nuova percezione dalle cose. Abbiamo imparato un nuovo modo di fare le nostre attività, nuovi modi di relazionarsi, nuovi modi di lavorare; insomma, un nuovo modo d’essere. La tensione in cui viviamo ha reso evidenti anche, le nostre emozioni e i nostri sentimenti davanti agli eventi che sperimentiamo.
Sembra che oggi siamo tanti sensibili a la fede e questo tempo può essere un’opportunità per sviluppare i nostri talenti e i nostri doni artistici e servirsi di essi per l’evangelizzare perché la percezione come conoscenza che l’io ha dei suoi stati interni, in cui si intrecciano sensibilità e pensiero, farà che la persona sia più aperta all’atto dello Spirito Santo davanti agli elementi dell’arte come mezzi per l’evangelizzazione che portano un nuovo significato verso all’esperienza di fede. Questa esperienza è anzitutto, un insieme di “tutto ciò che è nella psiche, cioè tutte le facoltà (percezione, ragione, immaginazione, affettività, affettività, intuizione, volontà di agire, coscienza, memoria e senso morale)”.
- Dimensione Spirituale della Percezione Umana
1.1. Conoscere la persona
La connessione tra coscienza, memoria e senso morale che costituiscono la psiche della persona dona a ciascuno un modo particolare di capire il mondo che li circonda ed agire secondo la situazione che si vive. La dimensione spirituale anche, come un innegabile bisogno dell’essere umano, cioè il bisogno della trascendenza e credere in un essere superiore (Dio) dà anche un modo particolare di sentire, capire ed esprimere il loro modo di vivere e relazionarsi con il trascendente.
È una realtà che, secondo la percezione delle cose che la persona ha, è il modo come si relazionerà con Dio e con gli altri ciò che significa che per capire com’è la persona, basta conoscere un po’ la sua storia personale. Per il compito della Chiesa evangelizzatrice, questo è importante per fare un progetto pastorale perché ci permette scegliere i mezzi appropriati che rendono la persona un buon destinatario del messaggio e suscitare in lui un vero incontro con Dio; un progetto secondo l’età, il suo bisogno affettivo, la condizione socio-economica, geografica e culturale.
1.2. I mezzi per l’evangelizzazione
L’uso dei mezzi visuali, auditivi e sensoriale, collegati al messaggio evangelico (Sacra Scrittura), hanno un ruolo fondamentali perché rafforzano e completano il messaggio; cioè la pittura, un film, la diapositiva, una rappresentazione teatrale, la musica, un testo ascoltato e qualcuno oggetto che faccia sentire qualcosa lasciano un’impronta nell’anima della persona che evocheranno posteriormente il momento del suo incontro con Dio.
Questi elementi dell’arte siano collegati indubbiamente alla necessità affettiva della persona e al suo modo di percepire il mondo e possiamo dire che questo momento anche si realizza il incontro tra due spiritualità: quella della persona che percepisce e quella del autore o creatore dell’arte. Ricordiamo che in ciascuna delle opere artistica si trova la espressione spirituale de chi l’ha creato.
1.3. La musica e l’immagine
La musica è senza dubbio, l’elemento artistico più utilizzato nella preghiera e anche il mezzo più appropriato soprattutto per attirare l’attenzione dei giovani perché si dinamizza la percezione estetica di essa (lo stilo musicale e la lettera nella musica cantata), con l’esperienza storica di ciascuno. La percezione va dunque concepita come situazione affettiva, intendendo con ciò il fatto di sentire in quale ambiente ci si trova. Qualche volte, la musica cantata grida quello che l’anima della persona non riesce dire da sola.
La musica e l’immagine è la combinazione più effettiva nell’esercizio evangelizzatore; essi svegliano subitamente le nostre emozioni perché la persona non ha bisogno di fare sforzo: basta ascoltare e vedere, cosa che non succede con il senso del tatto o qualsiasi movimento corporale per esempio. (segue)