Ascensione del Signore – A

Il Signore nostro Gesù Cristo non è disceso
dal Padre lasciando il Padre, e anche
nel risalire via da noi non si è allontanato
da noi. Infatti quando stava per
risalire e sedere alla destra del Padre, disse
in anticipo ai discepoli: Ecco, io sono
con voi sino alla fine del mondo.
S. Agostino, Discorso 229/K, 1-2

PRIMA LETTURA
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
At 1,1-11
SALMO RESPONSORIALE
Sal 46
SECONDA LETTURA
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli.
Ef 1,17-23
CANTO AL VANGELO
(Mt 28,19.20)
VANGELO
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Mt 28,16-20
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

 

Con la resurrezione e ascensione Gesù
è costituito Signore del cielo e della terra
e dispensatore di ogni dono di grazia da parte del Padre.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 1-18
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. (vv. 16-17)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 22-36
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. (v. 35)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 16, 16-33
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. (vv. 23b-24)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 17
Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché negli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. (vv. 1b-2)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 11, 25-30
Tutto mi è stato dato dal Padre mio. (v. 27a)

SALMO 2
Egli mi ha detto: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra”. (vv. 7b-8)

SALMO 8
Di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. (vv. 6b-7)

SALMO 110 (109)
Oracolo del Signore al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”. (v. 1)

DAL LIBRO DEL PROFETA DANIELE, CAP. 7
Ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto. (vv. 13b-14)

DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 52, 13-53, 12
Io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. (v. 12)

COMMENTO PATRISTICO

S. AGOSTINO
Discorso 265/C

Ciascuno difende il proprio tesoro. 

Celebriamo oggi l’ascensione del Signore al cielo con lo stesso corpo con il quale è risorto. La festa annuale non rinnova il fatto ma lo richiama alla memoria. Saliamo ora insieme a lui con il cuore, abbiamo la certezza che lo seguiremo anche con il corpo. Non per niente ora abbiamo ascoltato l’invito: In alto il cuore; né senza motivo l’Apostolo ci esorta con le parole: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose del cielo, dov’è Cristo, assiso alla destra del Padre: aspirate alle cose di lassù e non a quelle della terra (Col 3, 1-2.). Alzatevi dalla terra; non potendo il corpo, voli l’anima. Alzatevi dalla terra: cioè sopportate le avversità sulla terra, pensate al riposo in cielo; comportatevi bene qui, per poter rimanere poi sempre lassù. Non c’è luogo sulla terra dove il cuore possa mantenersi integro; se rimane sulla terra si corrompe. Ognuno, se ha qualcosa di prezioso, cerca di portarlo al sicuro. Qui sulla terra molta gente, anzi tutti, quando sentono avvicinarsi qualche pericolo a causa di guerre, cercano dove poter nascondere tutto ciò che hanno di caro. Non è forse così? Potrà qualcuno tra gli uomini fare diversamente da quanto sto dicendo? Chiunque possiede argento o oro, gemme, monili preziosi, vesti costose, cerca dove nasconderli e certamente per salvare quanto ha. Ma più in alto ponga ciò che ha di più prezioso, lo ponga in alto. E che cosa ha di più prezioso del suo cuore? Con il cuore infatti si posseggono i beni terreni. I bambini infatti che ancora non hanno l’uso dell’intelligenza e della ragione – hanno certo questa facoltà, ma come riposta in un cantuccio; in essi non si è ancora svegliato quanto è stato creato – forse possiedono? Nasce un futuro erede di tutti i beni: benché per diritto tutto sia già suo, tuttavia ancora non entra in possesso delle sue cose, perché ancora non è in grado di possedere. Perciò disse l’Apostolo: Finché l’erede è piccolo, non differisce in nulla da uno schiavo (Gal 4, 1.). La condizione dunque per poter possedere qualcosa qui sulla terra è che abbiamo un cuore, un intelletto, una coscienza, una mente, una ragione, una capacità di pensare, una possibilità di decisione. Ne ho dette tante e tuttavia che cosa ho detto? Chi può comprendere pienamente se stesso? E quanto meno comprenderà il suo Creatore? Presso di lui deponiamo ciò che abbiamo di caro. Osservate bene tutte le cose vostre che avete attorno, fratelli miei, e individuate quello che avete di più caro. Mi rivolgo anche agli avari; ma quanto più facilmente mi ascoltano coloro che non sono avari! Mi provo a convincere gli avari: O tu avaro, che pensi sempre al guadagno, che cerchi affannosamente il lucro da tutte le parti in modo onesto e in modo disonesto, non fai altro che raccogliere presso di te molto fango: stai raccogliendo solo fango e non hai affatto paura di immergerti in esso. Ami i beni terreni. Tu sei un uomo, hai un corpo, hai un’anima. Ti chiedo anzitutto: nel tuo corpo che cosa ami di più? Penso che non troverai niente di più caro nel tuo corpo che gli occhi. Infatti quando si ama molto una persona le si dice: Ti amo come gli occhi miei. Ma facciamo un passo in avanti verso ciò che voglio dimostrare. Fra le membra del tuo corpo non c’è dunque nulla di più caro dell’occhio. Guarda ora i tuoi tesori, osserva che cosa preferisci conservare. Se uno ti dicesse: “Dammi tutto ciò che hai nascosto sotto terra oppure ti caverò gli occhi”, non daresti tutto per salvare i tuoi occhi? Daresti tutto pur di non rimanere cieco in mezzo alle tue ricchezze; non possederesti infatti ciò che non potresti più vedere. La tua avarizia possiede l’oro, una non so quanto meschina e piccola porzione di terra. Con i tuoi occhi invece possiedi il cielo, guardi il sole, misuri le stelle; per mezzo dei tuoi occhi possiedi il mondo intero. Ma perché dire tutte queste cose? Interroga te stesso, sarà la tua anima a risponderti in favore del suo corpo: “Da’ via tutto, pur di conservare le mie finestre”. Questo ti dice la tua anima: “Ho sul tuo volto due finestre, attraverso di esse vedo questa luce. Da’ via l’oro ma non far chiudere queste mie finestre”. In conclusione, sei disposto a dar via tutto per conservare i tuoi occhi.

La ragione umana è più preziosa degli occhi stessi. 

Certamente niente ti è più caro quanto gli occhi; niente, considerando però solo il corpo. Infatti ti mostro che hai qualcosa ancora più cara dei tuoi occhi. Devi confessare che ciò a cui sto ora parlando, è a te più caro degli stessi tuoi occhi. Ciò a cui sto parlando – ripeto – non ciò attraverso cui parlo. Attraverso l’orecchio raggiungo la tua intelligenza, per mezzo dell’orecchio stimolo la tua intelligenza, attraverso la parola parlo alla tua intelligenza, è la tua intelligenza che esorto, è la tua intelligenza che arricchisco. Interrogo la tua intelligenza su se stessa; t’interrogo in questo modo. Già prima dicevo che se uno ti volesse togliere una di queste due cose: o il tesoro o gli occhi, tu sceglieresti di conservare gli occhi; benché amareggiato, saresti disposto a perdere il tesoro per non perdere gli occhi. Ora ti interrogo riguardo agli occhi. Sarebbe gran felicità se ti fosse permesso di conservare sia gli occhi che l’intelligenza. Ma se non fosse possibile conservare ambedue le cose e ti si proponesse una scelta: “Scegli ciò che è meglio tra il perdere gli occhi del corpo oppure l’intelligenza, se perdessi l’intelligenza, ti ritroveresti un animale; se perdessi gli occhi, conserveresti l’intelligenza, potresti essere ancora un uomo. Parla, scegli ciò che vuoi. Che cosa desideri essere: un uomo che non vede o un animale che vegeta? Avete acclamato, avete fatto una scelta. Con che cosa avete visto la scelta che avete fatto? Che cosa vi ho fatto vedere per farvi uscire in acclamazioni? Vi ho fatto vedere forse dei bei colori, delle belle forme, oro o argento? Ho presentato forse dei gioielli al vostro sguardo? Niente di tutto questo; e tuttavia avete acclamato e acclamando avete dato la prova di aver scelto. A farvi vedere ciò che avete scelto è stata la vostra intelligenza: ad essa io sto parlando. Ebbene, con quella stessa intelligenza con cui hai scelto dopo aver ascoltato la mia parola, credi anche alla parola di Dio. Quando ti si dice: In alto il cuore, questo devi intendere e fare. Pensa ai Cristo che siede alla destra del Padre; pensa che verrà a giudicare i vivi e i morti. Pensi la fede: la fede è nella mente, la fede è nel profondo del cuore. Guarda colui che è morto per te: osservalo mentre sta ascendendo al cielo, amalo mentre sta soffrendo; osservalo mentre sta ascendendo al cielo e aggrappati a lui morente. Hai la caparra della grande promessa che ti ha fatto il Cristo: quanto ha fatto oggi, cioè la sua ascensione, è per te una promessa. Dobbiamo sperare che risorgeremo e saliremo al regno di Dio e rimarremo per sempre lì con Dio, vivremo eternamente, saremo nella gioia senza alcuna mestizia, rimarremo lì senza alcuna noia. Lì non ti sarà detto: “Guardati dal male”, ma: “Possiedi il bene!”. È grande cosa quanto ci vien promesso. Quando avrebbe mai osato promettere a se stessa queste cose la pusillanime e debole natura mortale? Quando avrebbe osato promettersele questo putridume? Riflettendo a ciò che è, quando avrebbe potuto promettere a se stesso queste cose? Ma le ha promesse Dio. Affinché tu creda – ha detto in sostanza – che salirai a me, prima io scendo da te; e affinché tu creda che vivrai di me, prima io muoio per te.

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