XIII DOMENICA DOPO PENTECOSTE – B

Ricorderò l’amore di Dio
dandogli lode per tutti i suoi doni,
per i beni senza numero che ci ha elargito,
grazie alla sua misericordia che non ha fine.
Is 63, 7

LETTURA
Dio suscita Ciro, re di Persia, per ricostruire il tempio.
2 Cr 36, 17c-23
SALMO RESPONSORIALE
Sal 105 (106), 43-47
EPISTOLA
Sono stato trovato da quelli che non mi cercavano.
Rm 10, 16-20
CANTO AL VANGELO
(Sal 118, 32)
VANGELO
Neanche in Israele ho trovato una fede così grande.
Lc 7, 1b-10
PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO AL VANGELO

S. AGOSTINO
Dall’Esposizione sul salmo 46

L’esempio del Centurione. 

12. Uno di questi capi era quel centurione, di cui avete udito parlare ora quando è stato letto il Vangelo. Si trattava di un centurione che era costituito in autorità ed onorato tra gli uomini, ed era un capo dei principi dei popoli. A Cristo che veniva a lui mandò incontro i suoi amici, o meglio mandò gli amici a Cristo che passava; e lo pregò affinché curasse il suo servo che era mortalmente ammalato. Siccome il Signore voleva venire di persona, gli mandò a dire questo: Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola, e il mio servo sarà guarito. Infatti anch’io sono un uomo che ho dei superiori, e ho sotto di me dei soldati. Vedete in qual modo ha rispettato l’ordine: dapprima ha dichiarato di essere posto sotto altri, e poi ha detto che altri sono sotto di lui. Sono sotto l’autorità, e ho l’autorità; sono sotto qualcuno, e sono sopra alcuni altri. E dico a questi: va’ ed egli va; e all’altro: vieni, ed egli viene; e al mio servo: fa’ questo, ed egli lo fa. È come se dicesse: se io che sono sotto l’autorità altrui, comando a quelli che sono sotto di me, tu che non sei posto sotto l’autorità di nessuno, non puoi forse comandare alla tua creatura, quando tutte le cose sono state fatte per mezzo tuo, e senza di te niente è stato fatto? Di’ dunque – una parola, dice, e guarirà il mio servo. Infatti io non sono degno che tu entri nella mia casa. Tremava all’idea di far entrare Cristo nella sua casa, e già era nel suo cuore; già la sua anima era sede di Cristo, e già in essa dimorava colui che ricerca gli umili. Infatti: Si voltò Cristo, si stupì, e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico, non ho trovato tanta fede in Israele (Lc 7, 6-9). E, come dice un altro evangelista che narra la stessa vicenda, il Signore continuò dicendo: Perciò vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente, e s’assideranno a mensa con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. Questo centurione infatti non apparteneva al popolo di Israele. Nel popolo di Israele i superbi allontanavano Dio; tra i principi dei gentili si è trovato un umile, che ha attirato a sé Dio. Gesù ammirando la sua fede, condanna la perfidia dei Giudei. Essi credevano di essere sani, mentre erano molto più gravemente malati, dato che, non conoscendo il medico, lo uccidevano. E che cosa dice il Signore per condannare e ripudiare la loro superbia? Perciò vi dico che verranno molti da Oriente e da Occidente (molti che non appartengono alla stirpe d’Israele; verranno molti di quelli a cui è detto: Popoli tutti applaudite con le mani) e sederanno con Abramo nel regno dei cieli. Abramo non ha generato costoro dalla sua carne; ma verranno e sederanno con lui nel Regno dei Cieli, e saranno suoi figli. Perché saranno suoi figli? Saranno suoi figli non nati dalla sua carne, ma perché seguiranno la sua fede. Ma i figli del regno, cioè i Giudei, andranno nelle tenebre esteriori: ivi sarà pianto e stridore di denti (Mt 8, 11 12). Saranno condannati nelle tenebre esteriori coloro che sono nati dalla carne di Abramo, e suderanno con lui nel Regno dei Cieli coloro che hanno imitato la fede di Abramo. Giustamente dunque dice qui che i principi dei popoli si sono riuniti con il Dio di Abramo.

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