Rivélati, o tu che siedi sui cherubini!
Manifesta la tua potenza e vieni, Signore, a salvarci.
Volgiti a noi, o Dio onnipotente,
guardaci dal cielo e vieni, Signore, a salvarci.
Cfr. Sal 79 (80), 2-4. 15
LETTURA
E tu, Betlemme di Èfrata! Manderò un mio messaggero a preparare la via.
Mi 5, 1; Ml 3, 1-5a. 6-7b
Lettura del profeta Michea.
Così dice il Signore Dio: «E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto.
Io sono il Signore, non cambio;
voi, figli di Giacobbe, non siete ancora al termine.
Fin dai tempi dei vostri padri
vi siete allontanati dai miei precetti,
non li avete osservati.
Tornate a me e io tornerò a voi,
dice il Signore degli eserciti».
SALMO RESPONSORIALE
R/. Vieni, Signore, a salvarci.
Sal 145 (146), 6c-10
Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R/.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R/.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R/.
EPISTOLA
La Legge è stata per noi un pedagogo, che ci ha condotti a Cristo.
Gal 3, 23-28
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati.
Fratelli, prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
CANTO AL VANGELO
(Cfr. Lc 3, 4b)
Alleluia, alleluia.
Ecco la voce di colui che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore.
Alleluia.
VANGELO
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Gv 1, 6-8. 15-18
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Giovanni proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
PREGHIERA DEI FEDELI
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Fratelli e sorelle, ascoltando la voce di Giovanni, che risuona nel deserto dell’esistenza e ci invita a preparare la via del Signore, uniamoci nella preghiera di intercessione.
Preghiamo insieme dicendo: Vieni, Signore Gesù!
– Per la Chiesa, perché, guidata dallo Spirito Santo, sappia rendere testimonianza alla verità e suscitare nei cuori autentici sentimenti di carità fraterna: preghiamo. R.
– Per le famiglie, perché, ricerchino in Cristo il significato della loro esistenza e non dimentichino mai la loro missione a sostegno della vita: preghiamo. R.
– Per noi, che nel Battesimo siamo diventati figli di Dio, perché sappiamo portare nel mondo frutti di bontà, giustizia e verità: preghiamo. R.
COMMENTO AL VANGELO
S. AGOSTINO
Dal «Commento sui salmi» (Sal 109, 1-3; CCL 40, 1601-1603)
Le promesse di Dio sono compiute per mezzo del Cristo suo Figlio
Dio stabilì un tempo per le sue promesse e un tempo per il compimento di esse. Dai profeti fino a Giovanni Battista fu il tempo delle promesse; da Giovanni Battista fino alla fine dei tempi è il tempo del loro compimento.
Fedele è Dio, che si fece nostro debitore non perché abbia ricevuto qualcosa da noi, ma perché ci ha promesso cose davvero grandissime. Pareva poco la promessa: Egli volle vincolarsi anche con un patto scritto, come obbligandosi con noi con la cambiale delle sue promesse, perché, quando cominciasse a pagare ciò che aveva promesso, noi potessimo verificare l’ordine dei pagamenti. Dunque il tempo dei profeti era di predizione delle promesse.
Dio promise la salvezza eterna e la vita beata senza fine con gli angeli e l’eredità incorruttibile, la gloria eterna, la dolcezza del suo volto, la dimora santa nei cieli e, dopo la risurrezione, la fine della paura della morte. Queste le promesse finali verso cui è volta tutta la nostra tensione spirituale: quando le avremo conseguite, niente più cercheremo, niente più domanderemo.
Ma, nel promettere e nel preannunciare, Dio volle anche indicare per quale via si giungerà alle realtà ultime. Promise agli uomini la divinità, ai mortali l’immortalità, ai peccatori la giustificazione, ai disprezzati la glorificazione. Sembrava però incredibile agli uomini ciò che Dio prometteva: che essi dalla loro condizione di mortalità, di corruzione, di miseria, di debolezza, da polvere e cenere che erano, sarebbero diventati uguali agli angeli di Dio. E perché gli uomini credessero, oltre al patto scritto, Dio volle anche un mediatore della sua fedeltà. E volle che fosse non un principe qualunque o un qualunque angelo o arcangelo, ma il suo unico Figlio, per mostrare, per mezzo di lui, per quale strada ci avrebbe condotti a quel fine che aveva promesso. Ma era poco per Dio fare del suo Figlio colui che indica la strada: rese lui stesso via, perché tu camminassi guidato da lui sul suo stesso cammino.
Si doveva dunque preannunciare con profezie che l’unico Figlio di Dio sarebbe venuto tra gli uomini, avrebbe assunto la natura umana e sarebbe così diventato uomo e sarebbe morto, risorto, asceso al cielo, si sarebbe assiso alla destra del Padre; egli avrebbe dato compimento tra i popoli alle promesse e, dopo questo, avrebbe anche compiuto la promessa di tornare a riscuotere i frutti di ciò che aveva dispensato, a distinguere i vasi dell’ira dai vasi della misericordia, rendendo agli empi ciò che aveva minacciato, ai giusti ciò che aveva promesso.
Tutto ciò doveva essere preannunziato, perché altrimenti egli avrebbe destato spavento. E così fu atteso con speranza, perché già contemplato nella fede.
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