Sia benedetto, Dio, Signore di Israele,
che ha visitato e redento il suo popolo.
Ha suscitato tra noi un salvatore,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti.
Lc 1, 68-69a. 70
LETTURA
Verrà il Signore sul monte Sion come una nube.
In quei giorni, Isaia disse: «In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione».
SALMO
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno. R/.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. R/.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R/.
EPISTOLA
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso.
Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura qualcuno ha dichiarato:
Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l’hai coronato
e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi;
e ancora:
Io metterò la mia fiducia in lui;
e inoltre:
Eccomi, io e i figli che Dio mi ha dato.
Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.
In quel tempo. Il Signore Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”». Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.
Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
PREGHIERA DEI FEDELI
R. Vieni, Signore Gesù!
- Per la Chiesa, perché, in questo tempo di attesa, si purifichi da tutto ciò che è del mondo, orientando il proprio cuore ai beni futuri: preghiamo. R.
- Per i giovani, perché, senza paura, lascino entrare il Signore nella loro vita, affidando a Lui ogni speranza e desiderio di libertà: preghiamo. R.
- Per ciascuno di noi, perché, sorretti dallo Spirito del nostro cammino incontro a Cristo, sappiamo essere perseveranti nella preghiera e nella carità: preghiamo. R.
COMMENTO AL VANGELO
SANT’AGOSTINO
Dal Discorso 359/B, 11
Richiami alla docilità desunti dal Vangelo.
Disse: Andate nel villaggio che sta di fronte a voi e lì troverete legato un puledro, figlio di asina, sul quale nessuno si è mai seduto. Recatelo qua; e se qualcuno vi dirà: “Cosa state facendo, dove conducete il puledro?”, rispondete: “Occorre al Signore”; così essi ve lo lasceranno (Cf. Lc 19, 30-31). Udirono, andarono, eseguirono. Nessuno oppose resistenza o disse: “Perché mai vuole che gli si vada a prendere il puledro? Forse colui che risuscitava i morti, a forza di camminare si è infiacchito”. Ascolta, servo! Ed esegui quel che ti viene comandato da colui che certamente desidera guarirti, da colui che ti sta somministrando la cura che ti porterà a salvezza.
Cercare il motivo del comando equivale a discutere, non ad obbedire. Sii prima un diligente esecutore, perché possa essere poi un preciso espositore. Lavatevi, siate mondi! Son parole di uno che comanda. Togliete l’iniquità dalle vostre anime e dalla vista dei miei occhi. Sono parole di uno che comanda. Imparate ad agir bene, giudicate a favore del pupillo, difendete la causa della vedova – Hai messo in pratica questi comandi? – E poi venite, discutiamo, dice il Signore (Is 1, 16-18). Or dunque quel puledro che stava nel villaggio di fronte a loro, venne sciolto.
Cosa rappresenta quel villaggio situato di fronte ai discepoli se non il mondo attuale? Andate nel villaggio che sta di fronte a voi. Di fronte ai discepoli c’è il mondo presente: la menzogna contro la verità, la lussuria contro la castità, la disobbedienza contro l’obbedienza. In quel villaggio, che rappresenta il mondo, era legato un puledro sul quale non si era seduto alcun uomo. E chi è questo puledro che stava legato nel villaggio posto di fronte e sul quale non si era seduto nessun uomo? Chi raffigura se non i popoli pagani, legati dai lacci del diavolo? Su di lui non si era seduto nessuno: esso non aveva portato sul dorso alcun profeta. Lo si scioglie e lo si conduce (a Cristo). Così porta Dio. Il Signore lo sostiene, lo guida nella via, e per guidarlo a dovere ricorre alla frusta.
Comunque, in coloro che eseguirono l’ordine di recare il puledro ci fu l’obbedienza, come anche ci fu obbedienza in coloro che, udito che il Signore ne aveva bisogno, subito consegnarono il puledro. Intendi come ti pare queste persone. A legare quel puledro erano state, forse, le potenze avverse; forse, gli uomini che avevano legato il puledro raffigurano il diavolo e i suoi angeli (Cf. Mt 25, 41), ad opera dei quali i popoli del paganesimo erano stati avvinti da perniciosa superstizione. Tuttavia il potere di colui che impartiva l’ordine era così grande che gli avversari non poterono più oltre trattenere presso di sé l’animale di cui il Signore diceva d’avere bisogno. Orbene, cosa siete voi, miei fratelli? Cosa volete essere? Coloro che sciolsero il puledro o il puledro stesso? Dio, infatti, vi liberi dall’essere quei tali che avevano legato il puledro (sebbene nemmeno costoro osarono opporre resistenza a Cristo!).
Cosa dunque volete essere, miei fratelli? Coloro che sciolsero il puledro o il puledro stesso? Penso che non osiate attribuire a voi la parte di coloro che sciolsero il puledro. Ciò infatti compirono gli apostoli; e questa è la parte che spetta ai vostri prelati: è la parte che sosteniamo noi, mettendoci ogni sollecitudine secondo le capacità a noi elargite dal Signore. In forza di questa incombenza vi stiamo parlando. Voi siete il puledro: obbedite dunque a coloro che vi conducono a portare il Signore. Sì, miei cari! Richiamate alla mente i discepoli che sciolsero il puledro e lo condussero al Signore. Loro guidavano; l’animale seguiva. Non si dice infatti né che loro lo strattonavano né che lui tirava calci. Tuttavia, dato che stiamo parlando nel nostro ufficio di servi, quando i discepoli menavano il puledro al Signore possiamo ben dire che essi stavano al servizio di quel puledro. Altrettanto facciamo noi. Quando vi indirizziamo al Signore, quando vi insegniamo l’obbedienza e vi sproniamo a praticarla siamo al vostro servizio. Se noi non avessimo voluto prestare servizio alla vostra debolezza, oggi voi non udreste la nostra parola.