Porgi l’orecchio, Signore e ascolta:
salvaci tu, Dio nostro,
perché tutti conoscano che tu sei il solo Dio.
Cfr. Is 37, 17a. 20
Condurrò sul mio monte santo gli stranieri che restano fermi nella mia alleanza.
Is 56, 3-7 SALMO RESPONSORIALE
Sal 23 (24) EPISTOLA
In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini.
Ef 2, 11-22 CANTO AL VANGELO
(Cfr Lc 14, 15b) VANGELO
Costringili a entrare, perché la mia casa si riempia.
Lc 14, 1a. 15-24 PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi
COMMENTO AL VANGELO
S. AGOSTINO
Dal Discorso 112
I giudei invitati, non condotti o costretti al banchetto.
1. …Un tale fece un grande banchetto (Lc 14, 16). Chi è questo tale? Non è altri che il Mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù(1 Tm 2, 5). Aveva mandato a sollecitare gl’invitati perché andassero essendo già arrivata l’ora di andare. Chi sono gli invitati se non coloro ch’erano stati chiamati per mezzo dei Profeti inviati in precedenza? Da quanto tempo è che sono inviati i Profeti e invitano al banchetto di Cristo! Essi però erano inviati al popolo d’Israele. Molte volte essi furono inviati, molte volte avevano invitato a venire all’ora del banchetto. Gl’invitati però accolsero, sì, gl’invitanti, ma rifiutarono il banchetto. Che vuol dire: “accolsero gl’invitanti, ma rifiutarono il banchetto”? Vuol dire: lessero i Profeti, ma uccisero il Cristo (Cf. Mt 23, 37; cf. Lc 13, 34). Quando però uccisero il Cristo, prepararono, pur senza saperlo, il banchetto per noi. Quando ormai il banchetto era stato preparato, dopo che il Cristo fu immolato, quando, dopo la risurrezione del Cristo, fu insegnato ai fedeli il banchetto del Signore ch’essi conoscono, che Cristo ha istituito con le sue mani e con la sua parola, gli Apostoli furono inviati a coloro ai quali prima erano stati inviati i Profeti. “Venite al banchetto” – così era stato stabilito perché fosse immolato il Cristo – dissero gli Apostoli: “Venite al banchetto”.
Le tre scuse degli invitati che rifiutarono di partecipare al banchetto.
2. Coloro che rifiutarono di andare addussero delle scuse. In che modo si scusarono, fratelli miei? Tre furono le specie di scuse. Uno disse: Ho comprato un podere con una casa di campagna e devo andare a vederla. Tienimi per scusato (Lc 14, 18). Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e voglio andare a provarli. Abbimi per scusato (Lc 14, 19). Un terzo gli disse: Mi sono sposato, abbimi per scusato, non posso venire(Lc 14, 20). Non sono forse queste le scuse che impediscono tutti coloro che rifiutano di venire a questo banchetto? Esaminiamo, discutiamo, cerchiamo di scoprire i motivi di siffatte scuse, al fine però di evitarli. A proposito della casa di campagna viene bollato lo spirito di dominio; viene dunque biasimata la superbia. Fa piacere infatti avere una fattoria, mantenerla, possederla, avere alla propria dipendenza altre persone all’interno di essa, avere il dominio. È un vizio funesto, è il vizio originale, poiché il primo uomo volle esercitare il proprio dominio dal momento che rifiutò d’avere un padrone. Che vuol dire: “esercitare il dominio” se non godere del proprio potere? Ma esiste un potere superiore: a questo dobbiamo sottometterci per riuscire a essere sicuri. Ho comprato una fattoria, abbimi per scusato (Lc 14, 18). La superbia fu invitata ma rifiutò di recarsi al banchetto.
…
Tutti partecipino al banchetto.
8. Togliamo dunque di mezzo le scuse menzognere e cattive, rechiamoci al banchetto per impinguarci interiormente. Non c’impedisca l’orgoglio della superbia, non ci distolga o non ci trattenga l’illecita smania di sapere e ci faccia voltare le spalle a Dio; la voluttà della carne non ci distolga dalla volontà del cuore. Andiamo e satolliamoci. Ma quali furono le persone che vi andarono se non i mendicanti, gli storpi, gli zoppi e i ciechi? Non v’andarono invece i ricchi sani, che si credevano di camminare bene, e d’avere una vista acuta, cioè quelli che presumevano molto di se stessi, e perciò tanto più disperati quanto più erano superbi. Vengano i mendicanti, poiché l’invita Colui che da ricco che era si fece povero per amor nostro, perché noi che siamo poveri diventassimo ricchi mediante la sua povertà (Cf. 2 Cor 8, 9). Vengano gl’infermi, poiché hanno bisogno del medico non i sani ma gli ammalati (Mt 9, 12). Ci vengano gli zoppi che gli dicono: Guida i miei passi secondo la tua parola (Sal 118, 133). Ci vengano i ciechi che gli dicono: Illumina i miei occhi, perché non mi addormenti mai nella morte (Sal 12, 4). Persone di tal genere andarono subito dopo che, a causa delle loro scuse, erano stati rimproverati gl’invitati. Andarono subito: entrarono dalle piazze e dalle vie della città. Il servo, ch’era stato mandato, riferì al padrone: Signore, è stato eseguito il tuo ordine, ma a tavola c’è ancora posto. Esci – gli rispose – e va’ per i sentieri e lungo le siepi, e spingi a entrare quanti ne troverai(Lc 14, 22-23). Non aspettare che si degnino di venire quelli che troverai, non aspettarli; ma spingili a entrare. Ho preparato un gran banchetto, una grande casa; non permetterò che ci sia un posto vuoto. Dalle piazze e dalle vie andarono i popoli: vengano dai sentieri e dalle siepi gli eretici e gli scismatici. Spingili a entrare. Qui troveranno la pace poiché quelli che costruiscono siepi cercano le divisioni. Vengano trascinati via dalle siepi, vengano separati a forza dalle spine. Sono attaccati alle siepi e non vogliono esserne spinti via. “Entreremo – si dice – di nostra propria volontà”. Non è questo che ha ordinato il Signore: Costringeteli ad entrare, Di fuori ci sta la costrizione, dentro nascerà la volontà.