I DOMENICA DI AVVENTO – C

A te elevo il mio animo, Signore,
confido in te, mio Dio.
Che io non resti deluso!
I miei nemici non mi scherniranno,
non è confuso chi confida in te.
Sal 24 (25), 5. 3b

LETTURA
Ecco, il giorno del Signore arriva implacabile.
Is 13, 4-11
SALMO RESPONSORIALE
Sal 67 (68), 2-7
EPISTOLA
Nessun impuro o avaro ha in eredità il regno di Cristo.
Ef 5, 1-11a
CANTO AL VANGELO
Leggi
VANGELO
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina.
Lc 21, 5-28
PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

COMMENTO AL VANGELO

LEONE MAGNO
Sermo 89 [19], 1-3

«Ottava omelia sul digiuno del decimo mese»

Istruendo i suoi discepoli circa l’avvento del Regno di Dio e la fine del mondo – e, nei suoi apostoli, insegnava a tutta la Chiesa –, il Salvatore disse: “Siate vigilanti, perché i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21,34).

Ecco, in verità, o carissimi, un precetto di cui sappiamo che ci riguarda in modo specialissimo, noi che non dubitiamo che il giorno annunciato in questi termini, per quanto nascosto, sia molto vicino. È opportuno che ogni uomo si prepari alla sua venuta, di modo che non vi sia nessuno che risulti o schiavo del ventre (Rm 16,18) o implicato negli affanni della vita. L’esperienza quotidiana prova, in effetti, che saziando la carne, si smussa la punta dello spirito, e l’eccesso di cibo infiacchisce la forza del cuore; di modo che riporre le proprie delizie nel cibo è contrario persino alla salute del corpo, a meno che la misura imposta dalla temperanza non si opponga alle attrattive carnali e non rifiuti alla voluttà ciò che diverrebbe un fardello.

Difatti, se è vero che la carne non desidera niente senza il concorso dell’anima e riceve le sensazioni dallo stesso principio che gli permette anche il movimento, è tuttavia in facoltà di quest’anima rifiutare talune cose alla materia che le è sottomessa e, attraverso un giudizio interiore, disporre un freno, per non soffrirne, a ciò che le è esterno; così, sempre più libera dai desideri carnali, essa potrà vagare nella divina sapienza nell’intimo di sé dove, tacendo il trambusto degli affanni mondani, essa troverà la sua gioia in sante meditazioni e nelle delizie eterne. Naturalmente, è difficile realizzare questo in modo continuativo in questa vita; si può però applicarvisi spesso, in modo che ci occupiamo più frequentemente e più a lungo di ciò che è spirituale che non di ciò che è carnale; così, quando consacriamo più tempo a preoccupazioni migliori, le nostre azioni temporali si cambiano anch’esse in ricchezze incorruttibili.

Questa utile osservanza, carissimi, è il principale oggetto del digiuno della Chiesa, che, seguendo l’insegnamento dello Spirito Santo, è stato ripartito in modo tale, nel corso dell’anno, che la legge dell’astinenza sia sottolineata in ogni stagione.

Per praticarlo, in effetti, non ci è richiesto soltanto di privarci del cibo, bensì di astenerci da ogni desiderio carnale. D’altronde, sarebbe inutile soffrire volontariamente la fame senza rinunciare nel contempo ad una volontà perversa; infliggersi una privazione di cibo e non svincolarsi da un peccato già concepito nell’anima. È carnale e non spirituale il digiuno che si riferisce solo al corpo, mentre si persiste a restare in ciò che nuoce più di tutte le delizie. Che serve all’anima comportarsi esteriormente da padrona ed essere schiava e prigioniera interiormente; comandare alle proprie membra e abbandonarsi poi dritta dritta alla propria libertà? Ed è a ragione che spesso essa soffre la ribellione della serva, lei che non serve il Signore come dovrebbe. Digiunando dunque di cibi grazie al corpo, lo spirito digiuna dei vizi e stima le cure e i desideri terreni secondo la legge del suo re.

Questo spirito ricordi che deve il primo amore a Dio e il secondo al prossimo; che la regola di tutti i suoi sentimenti è quella di non trascurare né il culto del Signore né l’utilità di chiunque lo serve insieme a noi.

Ma come si rende culto a Dio, se non quando ci piace ciò che a lui piace e il nostro cuore non si allontana mai dal suo comandamento? Infatti, se noi vogliamo ciò che egli vuole, la nostra debolezza troverà la sua forza in colui dal quale riceviamo persino il nostro volere, “poiché è Dio” – dice l’Apostolo – “che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil. 2,13). Ecco perché l’uomo non si gonfierà di orgoglio, né cadrà vittima della disperazione, se è per la gloria di colui che li dona che usa dei beni che gli sono divinamente dati ed allontana i suoi desideri da ciò che sa che gli possa nuocere. Se, in verità, si guarda bene dall’invidia cattiva, dalla lussuria dissolutrice, dal turbamento che genera la collera, dal desiderio di vendicarsi, egli si purifica allora santificandosi con un digiuno autentico e si sazierà del piacere di delizie incorruttibili; saprà dall’uso spirituale che ne farà, trasformare gli stessi beni terreni in ricchezze celesti, non serbando per sé quanto ha ricevuto, bensì moltiplicando sempre di più ciò che avrà dato.

Per questo, con senso di amore paterno, esortiamo la vostra carità a rendere profittevole per voi, con l’abbondanza delle elemosine, il digiuno del decimo mese; vi rallegrerete allora del fatto che, tramite il vostro ministero, il Signore nutre e riveste i suoi poveri.

Vedi

Download diretto

File Dimensione del file
pdf A_I_AVV_C_2024 119 KB

Vedi anche

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

L’Agnello che è stato immolato
è degno di ricevere potenza e gloria divina,
fortezza e onore.
A lui la lode e il dominio nei secoli dei secoli.
Ap 5, 12; 1, 5