DOMENICA DELLE PALME NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

DOMENICA DELLE PALME NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

LETTURA
Il quarto cantico del servo del Signore: l’uomo dei dolori che ben conosce il patire.
Is 52,13–53,12

SALMO
Sal 87 (88),2-6a.9-10

 

Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica. R./
Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull’orlo degli inferi.
Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
Sono libero, ma tra i morti. R./
Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,
si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani. R./

EPISTOLA
Tenete fisso lo sguardo su Gesù, che si sottopose alla croce.
Eb 12, 1b-3

CANTO AL VANGELO
(Cfr. Gv 12,32)

VANGELO
Sei giorni prima della Pasqua, la cena di Betània: lo ha fatto per la mia sepoltura.
Gv 11,55–12,11

PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO AL VANGELO

AELREDO DI RIEVAULX
Da “Lo specchio della carità” (Speculum caritatis, III, 5. PL 195, 582)

Non c’è niente che ci spinga ad amare i nemici – ciò che è la perfezione dell’amore fraterno – quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, il più bello tra i figli dell’uomo (Sal 44, 3) offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi.

Lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa ubbidisce. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo, che fa tremare i Principati e le Potestà, alle punte acuminate delle spine.

Abbandonò se stesso all’obbrobrio e agli insulti. Infine sopportò pazientemente la croce i chiodi la lancia il fiele e l’aceto, lui in tutto dolce mite e clemente.

Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì la bocca. Orgogliosa impazienza dell’uomo osserva colui che ha sofferto tutto ciò e considera il modo con cui l’ha sopportato. Ci sarebbe più da meditare che da scrivere! Chi al sentire quella voce meravigliosa piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: Padre, perdonali (Lc 23, 34), non abbraccerebbe subito i suoi nemici con tutto l’affetto? Padre, perdonali. Che cosa si poteva aggiungere di dolcezza e di carità a una siffatta preghiera? Tuttavia, il Signore aggiunse qualcosa.

Gli sembrò poco pregare, volle anche scusare. Padre, disse, perdonali, perché non sanno quello che fanno.

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