DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE – B

Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato:
dammi forza di intendere i tuoi precetti.
Anelo alla salvezza che viene da te
e medito la tua legge.
Sal 118 (119), 73. 174

LETTURA
La madre e i sette figli martiri per la Legge.
2Mac 7, 1-2. 20-41
SALMO RESPONSORIALE
Sal 16 (17)
EPISTOLA
Parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù.
2Cor 4, 7-14
CANTO AL VANGELO
(Cfr Mt 10, 39b)
VANGELO
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
Mt 10, 28-42
PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO AL VANGELO

S. AGOSTINO
De civit. Dei, 5, 14

La gloria e l’eroe cristiano

A questa passione dunque senza dubbio è meglio resistere che acconsentire. Si è infatti tanto più simili a Dio quanto più si è immuni da questa colpa. Ed anche se nella vita presente non si estirpa completamente dal cuore, perché non cessa di tentare anche le coscienze che fanno buoni progressi, si superi per lo meno la passione della gloria con l’amore alla giustizia. E se in certi casi rimangono neglette le attività che sono disapprovate dall’opinione pubblica, se esse sono buone e oneste, anche l’amore della fama abbia il pudore di cedere all’amore della verità. Il vizio in parola infatti è molto contrario alla fede religiosa se nella coscienza è maggiore la passione della gloria che il timore e l’amore di Dio. In proposito ha detto il Signore: “Come potete credere se cercate la gloria l’un dall’altro e non cercate la gloria che viene soltanto da Dio?” (Gv 5,44). Per lo stesso motivo ha detto un Evangelista nei confronti di alcuni che avevano creduto nel Cristo ma temevano di confessarlo apertamente: “Hanno amato di più la gloria degli uomini che quella di Dio” (Gv 12,43). I santi Apostoli non si comportarono così. Essi predicavano il cristianesimo dove esso era disapprovato secondo le parole di Cicerone: “Rimangono sempre neglette le attività che sono disapprovate dall’opinione pubblica”. In alcuni luoghi anzi esso era oggetto di grandissima esecrazione. Ma essi tenevano presente ciò che avevano udito dal divino Maestro che è anche medico delle coscienze: “Se qualcuno mi rinnegherà davanti agli uomini, lo rinnegherò anche io davanti al Padre mio che è nei cieli o anche davanti agli angeli di Dio” (Mt 10,33 Lc 12,9). Quindi fra le maledizioni e gli insulti, fra gravissime persecuzioni e pene crudeli non si lasciavano distogliere dalla predicazione della salvezza umana per timore dello strepito della disapprovazione umana. E conseguirono nella Chiesa di Cristo una gloria straordinaria appunto perché affermavano una dottrina divina con l’azione, la parola e la vita disarmando con la loro condotta i cuori duri e facendo intravedere la pace della giustizia. Ma essi non si fermavano alla gloria come a un obiettivo della propria vita ma la riferivano alla gloria di Dio, perché con la sua grazia erano quel che erano. Ed anche con questo stimolo accendevano coloro di cui si prendevano cura, affinché anche i proseliti fossero quali essi erano.

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A lui la lode e il dominio nei secoli dei secoli.
Ap 5, 12; 1, 5