Ogni epoca tramanda, o Dio, le tue opere
e proclama le tue gesta mirabili.
Dolce nella memoria
resta il ricordo della tua bontà
e l’esultanza per la tua giustizia.
Sal 144 (145), 4. 7
LETTURA
Dio ha posto a nostra salvezza mura e bastioni. Aprite le porte: entri una nazione fedele.
Is 26, 1-2. 4. 7-8; 54, 12-14a
Lettura del profeta Isaia.
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna.
Il sentiero del giusto è diritto,
il cammino del giusto tu rendi piano.
Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi,
Signore, noi speriamo in te;
al tuo nome e al tuo ricordo
si volge tutto il nostro desiderio.
Farò di rubini la tua merlatura,
le tue porte saranno di berilli,
tutta la tua cinta sarà di pietre preziose.
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
sarai fondata sulla giustizia».
SALMO RESPONSORIALE
Sal 67 (68), 25-27. 29-30. 33-34a. 35-36
R/. Date gloria a Dio nel suo santuario.
Appare il tuo corteo, Dio,
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra,
insieme a fanciulle che suonano tamburelli.
«Benedite Dio nelle vostre assemblee,
benedite il Signore, voi della comunità d’Israele». R/.
Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.
Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore. R/.
Riconoscete a Dio la sua potenza,
la sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi,
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio! R/.
EPISTOLA
Santo è il tempio di Dio, che siete voi.
1 Cor 3, 9-17
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.
Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.
CANTO AL VANGELO
(Cfr. 1 Cor 3, 17. 9)
Alleluia, alleluia.
Santo è il tempio di Dio, campo che egli coltiva,
e costruzione da lui edificata.
Alleluia.
VANGELO
Ricorreva la festa della Dedicazione ed era inverno.
Gv 10, 22-30
Lettura del Vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo. Ricorreva a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
PREGHIERA DEI FEDELI
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Fratelli e sorelle, con cuore umile e riconoscente, in comunione con tutta la Chiesa, rivolgiamo le nostre preghiere al Dio vivo e vero, perché sostenga il nostro cammino verso il suo Regno.
Edifica la tua Chiesa, Signore!
– Per la Chiesa Ambrosiana, che nella Cattedrale riconosce un segno della propria fede, perché si manifesti sempre più come strumento efficace dell’amore di Dio per ogni uomo: preghiamo. R.
– Per l’umanità intera, perché superando ogni incomprensione ed egoismo, sappia ricercare sempre la pace e la giustizia che nascono dal dialogo: preghiamo. R.
– Per noi, chiamati ad essere pietre vive della Chiesa, perché sappiamo rinnovare la nostra testimonianza cristiana in ogni ambiente di vita: preghiamo. R.
O Dio forte ed eterno, che vivi e operi in tutta la tua creazione, proteggi con speciale benevolenza il nostro duomo costruito secondo la tua volontà e a te dedicato; vi si infranga ogni avverso potere e lo Spirito Santo doni ai tuoi figli di offrirti il servizio di una coscienza pura e di un cuore lieto e operoso.
COMMENTO AL VANGELO
S. AGOSTINO
De Trinitate, 4, 8, 12 s.
Cristo vuole riportarci all’unità
Così lo stesso “Figlio di Dio, Verbo di Dio” e nello stesso tempo “Mediatore di Dio e degli uomini” come “Figlio dell’uomo uguale al Padre” (1Tm 2,5) per l’unità della divinità e nostro simile per l’umanità che assunse, pregando il Padre per noi con la sua umanità, senza tacere tuttavia di essere con il Padre una sola cosa nella divinità, tra le altre cose dice: “Non soltanto per questi prego ma anche per quelli che crederanno in me, per la loro parola, affinché tutti siano una cosa sola, come tu sei in me, o Padre, ed io in te, affinché anche loro siano una cosa sola in noi; affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu mi desti, io l’ho data a loro affinché siano una cosa sola, come noi siamo una cosa sola” (Gv 17,20-22).
Non disse: «Che io e loro siamo una cosa sola», sebbene come capo della Chiesa ed essendo “la Chiesa” il “suo corpo” (Ep 5,23 Col 1,18) potesse dire: «Che io e loro siamo, non una cosa sola, ma uno solo», perché il “capo e il corpo è un solo Cristo” (1Tm 2,5; 1Cor 8,6; 1Cor 12,20). Ma manifestando la sua divina consustanzialità con il Padre (riferendosi a questo, in un altro passo dice: “il Padre siamo una sola cosa” (Gv 10,30), consustanzialità di un genere proprio a lui, cioè uguaglianza consustanziale nella medesima natura, vuole che i suoi siano “una sola cosa”, ma in lui. Infatti in se stessi ne sarebbero incapaci, disuniti l’uno dall’altro dalle opposte volontà, dalle passioni, dall’immondezze dei peccati. Per questo sono purificati dal Mediatore per “essere una sola cosa” in lui, non solo nell’unità della natura, nella quale da uomini mortali “diventano uguali agli angeli” (Lc 20,36; Mt 22,30; Mc 12,25), ma anche per l’identità di una volontà che cospira in pieno accordo alla medesima beatitudine, fusa in qualche modo in un solo spirito dal fuoco della carità. È questo il senso dell’espressione: “Che essi siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa”; come il Padre e il Figlio sono “una sola cosa” non solo per l’uguaglianza della sostanza, ma anche per la volontà, così questi che hanno il Figlio come Mediatore tra sé e Dio, siano una cosa sola non soltanto perché sono della stessa natura ma anche per la comunanza di uno stesso amore.
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