Sant’Aelredo di Rievaulx, o Etelredo di Rievaulx (Aelredus Rievallensis) (Hexham, 1110 – Rievaulx, 12 gennaio 1167), è stato un monaco, abate e scrittore inglese dell’Abbazia cistercense di Rievaulx dal 1147.
Nacque a Hexham in Northumbria (oggi Inghilterra) nel 1109 o 1110 da nobile famiglia. Trascorse la sua giovinezza come paggio alla corte del re David I di Scozia, dove divenne compagno di studi e di giochi di Enrico, figlio del sovrano, dando meraviglioso esempio di pazienza e di carità.
Nel 1135, durante una missione compiuta a Rievaulx nello Yorkshire per incarico del re, entrò, nonostante i consigli contrari degli amici, in quel monastero cistercense, allora in pieno fiore e il secondo per importanza in Inghilterra, fondato nel 1131 dal nobile signore Walter Espec sotto gli auspici di san Bernardo di Chiaravalle. Ne era allora abate Guglielmo, discepolo di Bernardo. Nel 1141 fu inviato assieme ad altri dodici compagni nella nuova casa del suo Ordine religioso a Revesby in Lincolnshire, con la carica di abate, il primo della nuova abbazia, da poco fondata e dipendente da quella di Rievaulx. Più tardi, nel 1147, divenne abate della stessa abbazia di Rievaulx, ove aveva iniziato il suo noviziato. Qui passò tutto il resto della sua vita. Sotto la sua direzione l’abbazia giunse ad un organico di circa seicento monaci.
Egli visitò molte altre case dell’Ordine cistercense in Inghilterra ed in Scozia, in quanto tutte le abbazie inglesi e scozzesi di allora dipendevano da Rievaulx. Viaggiò anche in Francia ove visitò le abbazie di Citeaux e di Clairvaux. Rifiutò più volte la nomina a vescovo. Pare che grande fosse la sua influenza anche nella vita civile di quel paese, specialmente sul re Enrico II nei primi anni del suo regno. Si dice che sia stato lui ad indurre il re ad unirsi a Luigi VII di Francia per incontrare a Toucy, nel 1162, Papa Alessandro III.
Nel 1164 partì in missione presso il popolo dei Pitti del Galloway: la missione fu coronata da successo al punto che in quello stesso anno a Kirkcudbright il loro capo entrò in monastero. Passò gli ultimi anni della sua vita afflitto da gotta e calcoli.
Affranto da queste malattie che lo avevano afflitto negli ultimi dieci anni, morì il 12 gennaio 1166 o 1167 in concetto di santità e fu sepolto a Rievaulx.
Scritti
Scrisse numerosi testi di spiritualità fra i quali Speculum charitatis (Lo specchio della Carità, probabilmente dietro sollecitazione di San Bernardo di Chiaravalle), De spirituali amicitia liber (L’amicizia spirituale) e il trattato di mistica cisterciense De Jesu puero duodenni (Gesù a dodici anni), nel quale dà un’interpretazione inedita e sostanzialmente differente dalle classiche letture allegoriche dei tre giorni di Gesù fanciullo a Gerusalemme narrati nel Vangelo di San Luca.
Scrisse anche sette libri storici, due dei quali indirizzati ad Enrico II, re d’Inghilterra, consigliandolo su come essere un buon sovrano e dichiarandolo il vero discendente dei re anglo-sassoni.1
Per le sue attività di scrittore ed amministratore fu chiamato il San Bernardo di Chiaravalle del nord. Egli fu descritto da David Knowles, uno storico del monachesimo inglese, come “… una figura singolarmente attraente… Nessun altro monaco inglese del dodicesimo secolo lascia un così duraturo ricordo nella memoria.” 2
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1. Fino al ventesimo secolo Aelredo fu conosciuto più come storico che come scrittore spirituale: per molti secoli il suo testo più noto fu La vita di santo di Edoardo il Confessore.
2. Donald Attwater, Catherine Rachel John, The Penguin Dicionary of Saints, Penguin Books, New York 1995, ISBN 0140513124.
(fonte: http://it.cathopedia.org)