8.a Domenica del T.O. – C

8.a Domenica del T.O. – C

Il Signore è il mio sostegno,
mi ha portato al largo,
mi ha liberato perché mi vuol bene.
(Cf. Sal 17,19-20)

PRIMA LETTURA
Non lodare nessuno prima che abbia parlato.
Sir 27,5-8
SALMO RESPONSORIALE
Sal 91
SECONDA LETTURA
Ci ha dato la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
1Cor 15,54-58
CANTO AL VANGELO
(Fil 2,15.16)
VANGELO
La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Lc 6,39-45
PREGHIERA DEI FEDELI
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COMMENTO PATRISTICO

AGOSTINO
Sermo Guelferb. 32, 10

Anche i cattivi possono dir cose buone, ma…

Se, dunque, anche i cattivi possono dir cose buone, chiediamo un po’ al Cristo, non per contestarlo, ma proprio per imparare da lui: Signore, se i cattivi possono dir cose buone – per cui ci ordinasti: fate quello che dicono, ma non fate quello ch’essi fanno – se possono dir cose buone, com’è che altrove dici: “Ipocriti, non potete dir nulla di buono, perché siete cattivi” (Mt 12,34)?

Riflettete sul problema, perché con l’aiuto del Signore possiate vederne la soluzione. Vi ripeto la domanda. Il Cristo dice: “Fate ciò che dicono, ma non fate ciò che fanno, perché dicono e non fanno”. Essi stessi non fanno quello che insegnano. Perciò dobbiamo fare quello che dicono, ma ciò ch’essi fanno, noi non lo dobbiamo fare. Altrove è detto: “Che forse si raccoglie uva dalle spine o fichi da un cespuglio? L’albero lo si riconosce dai suoi frutti” (Mt 7,16). Che dobbiamo fare, allora? Come dobbiamo interpretare queste parole? Ecco qua rovi e spine. Fate. Mi chiedi di raccogliere uva dalle spine: qua comandi, là proibisci, come farò a ubbidire? Senti, cerca di capire. Quando dico: “Fate ciò che dicono, non fate ciò che fanno”, devi ricordarti di quella mia parola: “Si son seduti sulla cattedra di Mosè”. Quando dicono cose buone, non son loro a dirle, è la cattedra di Mosè che le dice. La cattedra sta per la dottrina, è la dottrina di Mosè che parla; e la dottrina di Mosè sta nella loro memoria, ma non sta nelle loro opere. Quando però son loro a parlare, quando esprimono se stessi, qual è il commento? “Come potete dir cose buone voi, che siete cattivi? Sentite l’altra similitudine. Non andate a cercar uva tra le spine; perché l’uva non viene sulle spine. Ma non vi siete accorti del tralcio che, crescendo, si spinge nella siepe, si mescola alle spine e lì fiorisce e tira fuori un grappolo? Hai fame, passi e vedi un grappolo tra le spine. Hai fame e vorresti prenderlo: prendilo, allunga la mano con cautela: guardati dalle spine, prendi il frutto. Così quando un uomo, sia pur pessimo, ti offre la dottrina di Cristo: ascoltala prendila, non rigettarla. Se lui è cattivo, le spine son sue, se dice cose buone, il grappolo pende tra le spine, non nasce dalle spine. Se hai fame, prendilo, ma guarda le spine. Se ti metti a imitar le sue azioni, stendi incautamente la mano: hai afferrato le spine prima del frutto: ne resti ferito, graffiato: non è il frutto che ti nuoce, esso viene dall’uva, sono le spine, che hanno un’altra radice. Per non sbagliarti, guarda dove prendi il frutto: c’è la vite. C’è un tralcio e vedi che appartiene alla vite, vien dalla vite, ma è capitato tra le spine. Dovrebbe forse la vite trattenere i suoi tralci? Così capita alla dottrina di Cristo: cresce, si spande e s’innesta su alberi buoni e su spine cattive e vien poi annunziata da buoni e da cattivi. Ti tocca guardare da dove viene il frutto, da dove nasce ciò che ti alimenta e da dove viene ciò che ti punge; si presentano insieme, ma la radice è diversa.

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