7.a Domenica del T.O. – C

7.a Domenica del T.O. – C

Qual è la perfezione dell’amore? È amare
anche i nemici, ed amarli perché diventino
fratelli.
S. Agostino, Ep. di Giov., Tr. 1, 9

PRIMA LETTURA
Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano.
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23
SALMO RESPONSORIALE
Sal 102
SECONDA LETTURA
Come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.
1Cor 15,45-49
CANTO AL VANGELO
(Gv 13,34)
VANGELO
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Lc 6,27-38
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

La mitezza davanti alla violenza è figlia della fede.
Nasce infatti dalla certezza dell’intervento di Dio
per la preghiera dei fedeli
e dalla pacifica attesa del centuplo che il Padre dona
a coloro che sopportano privazioni per amor suo.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 18, 1-27
Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?” (v. 11)

DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 10, 28-30
In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli … a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto … insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. (vv. 29-30)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 12
Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. (v. 19)

DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 4, 7-18
Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria. (v. 17)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 2, 18-25
Oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. (v. 23)

SALMO 31 (30)
Ma io confido in te, Signore; dico: “Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni”. Liberami dalla mano dei miei nemici, dalla stretta dei miei persecutori. (vv. 15-16)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 2, 1-3, 12
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio … Per una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé. (vv. 1a. 5)

DAL LIBRO DEI NUMERI, CAP. 12
Maria e Aronne parlarono contro Mosè … Il Signore udì. Ora Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra. (vv. 1-3)

DAL SECONDO LIBRO DI SAMUELE, CAP. 16, 5-14
[Poi Davide disse] … Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato il Signore. Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi. (vv. 11b-12)

COMMENTO PATRISTICO

S. AGOSTINO
Dal Discorso 42, 1-2

Dio cerca noi, non le cose nostre. Quanto poi al cristiano, suo sacrificio è l’elemosina elargita al povero.

Per essa Dio diventa propizio verso il peccato: poiché, se Dio non diventasse propizio verso il peccato, cosa sarebbe l’uomo se non un colpevole? È infatti per mezzo delle opere di misericordia che egli viene purificato dalle colpe e dai peccati, senza dei quali non si vive sulla terra. Ora, tali opere di misericordia sono di due categorie: dare e condonare; dare dei beni che possiedi e condonare i mali che subisci.

Su queste due specie di opere di misericordia ascoltate come seppe ben compendiarle in una breve massima il Signore, maestro buono, che sulla terra parlò in maniera succinta perché la sua parola fosse fruttuosa, non pesante. Disse: Rimettete e vi sarà rimesso, date e vi sarà dato. Rimettete e vi sarà rimesso riguarda il perdono; date e vi sarà dato riguarda le elargizioni.

Con quell’opera di misericordia per la quale rimetti al prossimo non perdi nulla. Ecco, uno ti chiede perdono e tu lo scusi: non perdi nulla, anzi torni a casa dilatato dalla carità. Quanto all’altro genere di opere di misericordia, con cui ci si comanda di dare al bisognoso, sembrerebbero cosa gravosa perché quello che ciascuno dà, per il fatto stesso di darlo, non lo possiede più.

A questo riguardo ci tranquillizza l’Apostolo quando dice: Secondo quello che ciascuno ha; non in modo che per gli altri ci sia il contributo, mentre voi restate nella strettezza (2 Cor 8, 13). Ciascuno dunque misuri le sue forze; non si preoccupi d’accumulare tesori sulla terra, dia generosamente: non va perduto quello che dà. Non dico solo che ciò non va perduto, ma è l’unica cosa che non vada perduta. Quanto invece al resto, che tu non dai e lasci abbondare presso di te, o lo perdi mentre vivi o devi abbandonarlo con la morte.

E poi, miei fratelli, chi non si sentirebbe incitato da così grande promessa? Dice: Rimettete e vi sarà rimesso, date e vi sarà dato. Quando dice: Date e vi sarà dato, bada a chi è detto e chi sia a dirlo. Dio lo dice all’uomo, l’immortale lo dice al mortale, un così ricco padre di famiglia lo dice al mendico. Egli non ci sottrarrà quel che noi gli diamo. Abbiamo trovato chi impegnare. Diamo ad usura, ma a Dio, non all’uomo. Diamo a chi è nell’abbondanza, diamo a chi ci ha dato la possibilità di dare. In cambio di cose minute, insignificanti, mortali, corruttibili e terrene egli ci concederà cose eterne, incorruttibili, permanenti senza fine. Perché dire molte cose? Chi ha fatto la promessa, vi ha promesso se stesso. Se lo ami, còmpratelo da lui stesso. E per saperti dare a lui, ascoltalo mentre dice: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; sono stato pellegrino e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, ammalato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Gli replicheranno: Quando ti abbiamo visto in tali bisogni e ti abbiamo soccorso? E lui: Tutte le volte che l’avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 35- 40). Egli dà dal cielo, mentre sulla terra riceve. Lui dà, lui riceve. Ti procuri come un interesse trasferibile: qui dai, là ricevi; qui dai cose periture, là ricevi cose che restano per sempre.

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