PRIMA LETTURA
Riferirono alla comunità tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro.
SALMO RESPONSORIALE
R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
SECONDA LETTURA
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Quando Giuda fu uscito (dal cenacolo), Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Si sale con Gesù al Padre
non in virtù di capacità umane,
ma in virtù dell’amore per Dio
che il Signore infonde nel nostro cuore
col dono dello Spirito Santo.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 1-21
In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (v. 5)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 6, 48-65
Nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio. (v. 65b)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 20-36
Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. (v. 32)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 5
L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. (v. 5b)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 8
Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. (v. 14)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI GALATI, CAP. 4, 1-7
Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: “Abbà, Padre!” (v. 6b)
DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO A TIMOTEO, CAP. 1, 6-11
Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità. (v. 9)
DAL CANTICO DEI CANTICI, CAP. 1, 1-2, 17
Attirami dietro a te, corriamo! M’introduca il re nelle sue stanze. (v. 1, 4a)
DAL LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE, CAP. 36, 16-38
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. (v. 26)
DAL LIBRO DEL PROFETA OSEA, CAP. 2
Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. (v. 16)
COMMENTO PATRISTICO
S. CIRILLO DI ALESSANDRIA
Dal Commento al Vangelo di Giovanni, IX, vv. 13, 34-35
Stando sul punto di salire in cielo il Signore Gesù, premette, quasi come fondamento di ogni bene, la legge dell’amore, dell’amore però non legale, ma al di sopra della legge. Perciò dice: Vi do un comandamento nuovo: di amarvi gli uni gli altri.
Ma, dirà qualcuno, come chiamò nuovo comandamento chi, per mezzo di Mosè, comandò agli antichi:
Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta la tua anima, e il tuo prossimo, come te stesso (Dt 6, 5)? Ecco, infatti, dopo aver posto in primo luogo l’amore verso Dio, aggiunse l’amore scambievole, e mise insieme i due precetti, come se non potesse sussistere altrimenti anche l’amore verso Dio, se a questo non seguisse necessariamente l’amore dovuto al prossimo. Tutti siamo scambievolmente fratelli.
Perciò il sapientissimo Giovanni, che sapeva molto bene anche questo, insegnava agli altri: Chi ama – dice – suo fratello, ama anche Dio (1 Gv 4, 21).
Come, dunque, è per Cristo nuovo un precetto che fu stabilito anche dalle leggi antiche? Ma bada con quale certezza disse questo, e con quale ragionamento!
Non si accontentò di dire: Vi do un comandamento nuovo: di amarvi gli uni gli altri; ma, mettendo in evidenza la novità del discorso, e dimostrando che l’amore, di cui egli parla, è qualcosa di più singolare di quell’amore del prossimo di cui parlava l’antica Legge, soggiunse subito: Come io ho amato voi, così voi amatevi gli uni gli altri.
Dobbiamo, dunque, approfondire il significato di queste parole, e dobbiamo chiederci in che modo Cristo ci abbia amato. Allora soltanto capiremo facilmente la novità del comandamento e la differenza con l’altro.
Dunque, egli, avendo forma di Dio non riputò una preda l’essere uguale a Dio; esinanì, invece, se stesso, prendendo forma di schiavo, divenuto simile agli uomini; e apparso in aspetto di uomo, umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, alla morte in croce (Fil 2, 6-8). Anzi; ricco qual era, si fece povero (2 Cor 8, 9), come ci ha attestato, di nuovo, lo stesso Paolo.
La Legge, infatti, comandò di amare il fratello come se stesso; nostro Signore Gesù Cristo, invece, ci amò più di se stesso. Egli, avendo forma di Dio, ed essendo uguale a Dio Padre, non si sarebbe abbassato al nostro umile stato, né avrebbe sofferto per noi una morte corporea così dolorosa, né avrebbe sopportato le percosse, la vergogna e la derisione, in una parola, non avrebbe sopportato tutto il resto, per non passare in rassegna tutto ciò che soffrì e dilungare all’infinito il discorso; e neppure, ricco qual era, avrebbe voluto diventare povero, se non ci avesse amati più di se stesso.
È nuova, dunque, la misura di questo amore.
Così comanda che ci comportiamo anche noi, non anteponendo assolutamente nulla all’amore fraterno, non tenendo in nessun conto né la gloria né le ricchezze e non temendo neppure, se la circostanza lo esige, di affrontare la morte del corpo, per guadagnare la salvezza del prossimo. E ciò fecero i beati discepoli del nostro Salvatore, e quelli che seguirono le loro orme, i quali anteposero alla propria vita la salvezza degli altri, e non rifiutarono nessuna fatica, affrontando i mali peggiori per salvare le anime di quelli che perivano.
Perciò Paolo, ora dice: Ogni giorno rischio la morte (1 Cor 15, 31); ora: Chi è debole, e debole non lo sia anch’io con lui? Chi soffre scandalo senza che io non mi senta bruciare? (2 Cor 11, 29).
È quest’amore, dunque, molto più grande di quello comandato dalla Legge, radice della perfettissima pietà verso Dio, che il Salvatore ci ha ordinato di coltivare, sapendo che in questo modo, e non in un altro, saremo gloriosi presso Dio, e che, imitando la bellezza dell’amore che egli ha avuto per noi, raggiungeremo grandi e perfetti beni.
Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. Sarà un segno, dice, certissimo, e che non lascia dubbi, che voi siete miei discepoli se, per quanto la vostra natura e la condizione dell’umanità può arrivarci, seguirete le orme della mia vita, sì da non lasciarvi separare dal vincolo dell’amore scambievole, e da essere uniti dall’amore dell’uno per l’altro e dalla gloria incomparabile del mutuo amore: questo contrassegnerà esattamente la gloria del maestro.