L’infermità non resiste davanti all’autore
della salvezza. Non c’è accesso per la
morte là dove è entrato colui che dà la vita.
S. Pier Crisologo, Omelia 18, 3
Notti di affanno mi sono state assegnate.
Gb 7,1-4.6-7 SALMO RESPONSORIALE
Sal 146 SECONDA LETTURA
Guai a me se non annuncio il Vangelo.
1Cor 9,16-19.22-23 CANTO AL VANGELO
(Mt 8,17) VANGELO
Guarì molti che erano affetti da varie malattie.
Mc 1,29-39 PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi
PERCORSO ESEGETICO
Nella Chiesa
il peccato non è imputato ma perdonato:
il peccatore infatti è presentato al Signore
per essere risanato.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 8, 1-11
Alzatosi allora Gesù, le disse: “Donna dove sono? Nessuno ti ha condannata?” Ed essa rispose: “Nessuno, Signore.” E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più.” (vv. 10-11)
DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 2, 1-17
Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”, (v. 5)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 7, 36-50
Poi [Gesù] disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, (v. 48)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 18,1-14
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, (v. 14a)
DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 5,17-6,2
È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione, (v. 19)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 1,3-14
[In Cristo] abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati, (v. 7a)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 1, 5-2,2
Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa, (v. 9)
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 1, 1-20
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. (v. 18b)
DAL LIBRO DEL PROFETA GEREMIA, CAP. 3
Ritornate, figli traviati – dice il Signore – perché io sono il vostro padrone … Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni, (vv. 14a. 22a)
DAL LIBRO DEL PROFETA OSEA, CAP. 2,4-25
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, (v. 21)
COMMENTO PATRISTICO
S. PIER CRISOLOGO
Omelia 18
L’attento ascoltatore dell’odierna lettura ha appreso perché il Signore del cielo sia entrato in case terrene e servili. Nulla di strano, però, che si degnasse di presentarsi in tutti i luoghi chi generosamente era venuto a salvare tutti.
Venuto in casa di Pietro, dice, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Vedete che cosa fece entrare Cristo in casa di Pietro: non certo il desiderio di sdraiarsi a mensa, ma l’infermità di un’ammalata; non il bisogno di pranzare, ma un’occasione di salvezza; un’opera di divina potenza, non l’attrattiva di un banchetto umano. In casa di Pietro non si versavano vini, ma lacrime; non la preparazione di un convito agitava lì la famiglia, ma l’assistenza di una malata; lì la febbre, non la fame ardeva. Cristo non per ricevere vivande, ma per rendere la vita vi entrò. Dio cerca uomini, non cose umane; beni celesti vuole donare, non desidera trovare quelli terreni. Cristo dunque è venuto a prendere noi, non a cercare le nostre cose.
Venuto in casa di Pietro, dice, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Entrato in casa di Pietro, Cristo vide a che era venuto; non osservò l’aspetto della casa né la folla di quelli che accorrevano né l’ostentazione di chi salutava né l’accoglienza della famiglia né, tanto meno, il decoro dell’arredamento, ma notò il lamento dell’ammalata, osservò l’ardore della febbre, vide il pericolo della sventurata e, subito, stese la mano per l’opera della sua divinità; né Cristo si distese a mensa per cose umane prima che la donna, che giaceva, sorgesse alle divine.
Le tenne, dice, la mano e la febbre la lasciò. Vedete come la febbre abbandona quella che Cristo ha tenuto; non rimane la malattia laddove assiste Fautore della salute; non vi è alcun ingresso della morte laddove è entrato il vivificatore.
Le tenne, dice, la mano. Che bisogno c’era di toccare, quando agiva la potenza del comando? Ma Cristo tenne la mano della donna per la vita perché Adamo, dalla mano della donna, aveva ricevuto la morte.
Le tenne la mano perché ciò che la mano dell’usurpatore aveva perduto, la mano del Creatore restituisse.
Le tenne la mano perché ricevesse il perdono la mano che aveva strappato la sentenza di morte.
Ed ella si alzò, dice, e lo serviva. E Cristo aveva bisogno dei servigi di una donna, e di una donna di età avanzata, molto vecchia e logorata dai figli? Così in casa di Pietro non c’era un domestico né un servo né un familiare né un vicino, almeno la moglie, che evitasse alla madre di servire? E Pietro stesso, soprattutto, non trovava motivo di vergogna per sé che questa vecchia, questa suocera facesse al Maestro ciò che il discepolo avrebbe dovuto? Fratelli, Cristo non esigeva un ossequio umano da parte di colei a cui aveva prestato il servizio proprio della divinità; ma accettò che lei servisse a dimostrazione della salute resa. Cristo fuga le malattie in modo da ridare subito le energie di prima. Laddove cura l’arte medica, la malattia non è affatto sconfitta; laddove guarisce la potenza divina, il male non lascia traccia.