4.a Domenica di Quaresima – Lætare – B

Nella morte di Cristo morì la morte perché
la vita, morta in lui, uccise la morte e
la pienezza della vita inghiottì la morte.
La morte fu assorbita nel corpo di Cristo.
S. Agostino, Trattati su Giovanni 12, 11

PRIMA LETTURA
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.
2Cr 36,14-16.19-23
SALMO RESPONSORIALE
Sal 136
SECONDA LETTURA
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Ef 2,4-10
CANTO AL VANGELO
(Gv 3,16)
VANGELO
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Gv 3,14-21
PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

PERCORSO ESEGETICO

Il Padre celeste, nel suo benevolo disegno verso di noi,
ha stabilito di donare la vita eterna
a coloro che riconoscono nel sacrificio del Cristo suo Figlio
l’Agnello immolato per la nostra salvezza.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 19-37
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!” (v. 29)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 3, 2 1 – 2 6
Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la grazia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono, (vv. 21-22)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI GALATI, CAP. 6, 11-18
Quanto a me, invece, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo, (v. 14)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 9 – 10
Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, [Cristo] è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso, (v. 9, 26b)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 1, 3 – 21
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati … ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia, (vv. 18a-19)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 4, 7 – 21
In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. (v. 9)

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 5
Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato, (v. 6a)

COMMENTO PATRISTICO

S. AGOSTINO
Dal Commento al Vangelo di S. Giovanni, 12

Cristo infatti discese e morì, e con la sua morte ci libera dalla morte: morendo, ha distrutto la morte. E voi, fratelli, sapete che la morte entrò nel mondo per l’invidia del diavolo. La Scrittura afferma che Dio non ha fatto la morte, né gode che periscano i viventi. Egli creò ogni cosa perché esistesse (Sap 1, 13-14). Ma per l’invidia del diavolo – aggiunge – la morte entrò nel mondo (Sap. 2, 24). L’uomo non sarebbe giunto alla morte propinatagli dal diavolo, se si fosse trattato di costringervelo con la forza; perché il diavolo non aveva la potenza di costringerlo, ma solo l’astuzia per sedurlo. Senza il tuo consenso il diavolo sarebbe rimasto impotente: è stato il tuo consenso, o uomo, che ti ha condotto alla morte. Nati mortali da un mortale, divenuti mortali da immortali che eravamo.

Per la loro origine da Adamo tutti gli uomini sono mortali; ma Gesù, Figlio di Dio, Verbo di Dio per mezzo del quale tutte le cose furono fatte, Figlio unigenito uguale al Padre, si è fatto mortale: il Verbo si è fatto carne ed abitò fra noi.

Egli dunque prese sopra di sé la morte, e la inchiodò alla croce, e così i mortali vengono liberati dalla morte.

Il Signore ricorda ciò che in figura avvenne presso gli antichi: e come Mose innalzò il serpente nel deserto, così deve essere innalzato il Figlio dell’uomo, affinché ognuno che crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna.

Gesù allude ad un famoso fatto misterioso, ben noto a quanti hanno letto la Bibbia. Ma ascoltino anche quelli che non hanno letto l’episodio e quanti che, pur avendolo letto o ascoltato, lo hanno dimen ticato. Il popolo d’Israele cadeva nel deserto morsicato dai serpenti, e l’ecatombe cresceva paurosamente.

Era un flagello con cui Dio li colpiva per correggerli e ammaestrarli. Ma proprio in quella circostanza apparve un grande segno della realtà futura. Lo afferma il Signore stesso in questo passo; sicché non è possibile dare di questo fatto un’interpretazione diversa da quello che ci indica la Verità riferendolo a sé. Il Signore, infatti, ordinò a Mose di fare un serpente di bronzo e di innalzarlo su un legno nel deserto, per richiamare l’attenzione del popolo d’Israele, affinché chiunque fosse morsicato, volgesse lo sguardo verso quel serpente innalzato sul legno. Così avvenne; e tutti quelli che venivano morsicati, guardavano ed erano guariti. Che cosa sono i serpenti che morsicano?

Sono i peccati che provengono dalla carne mortale. E il serpente innalzato? la morte del Signore in croce. È stata raffigurata nel serpente, appunto perché la morte proveniva dal serpente. La morte del serpente è letale, la morte del Signore è vitale. Si volge lo sguardo al serpente per immunizzarsi contro il serpente. Che significa ciò? Che si volge lo sguardo alla morte per debellare la morte. Ma alla morte di chi si volge lo sguardo? Alla morte della vita, se così si può dire. E poiché si può dire, è meraviglioso dirlo. O non si dovrà dire ciò che si dovette fare? Esiterò a dire ciò che il Signore si degnò di fare per me? Forse che Cristo non è la vita? Tuttavia Cristo è stato crocifisso.

Cristo non è forse la vita? E tuttavia Cristo è morto.

Ma nella morte di Cristo morì la morte, perché la vita, morta in lui, uccise la morte e la pienezza della vita inghiottì la morte. La morte fu assorbita nel corpo di Cristo. Così diremo anche noi quando risorgeremo, quando ormai trionfanti canteremo: O morte, dove la tua vittoria? O morte, dovè il tuo pungiglione? (1 Cor 15, 55) Frattanto, o fratelli, per essere guariti dal peccato volgiamo lo sguardo verso Cristo crocifisso; poiché come Mose innalzò il serpente nel deserto, così deve essere innalzato il Figlio dell’uomo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna come coloro che volgevano lo sguardo verso quel serpente, non perivano per i morsi dei serpenti, così quanti volgono lo sguardo con fede alla morte di Cristo, vengono guariti dai morsi dei peccati. E mentre quelli venivano guariti dalla morte per la vita temporale, qui invece è detto: affinché abbia la vita eterna. Esiste infatti questa differenza, tra il segno prefigurativo e la realtà stessa: che la figura procurava la vita temporale, mentre la realtà prefigurata procura la vita eterna.

Vedi

Download diretto

File Dimensione del file
pdf R_4_QUA_B_2024 131 KB
LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

Vedi anche

7.a Domenica del T.O. – C

7.a Domenica del T.O. – C

Qual è la perfezione dell’amore? È amare
anche i nemici, ed amarli perché diventino
fratelli.
S. Agostino, Ep. di Giov., Tr. 1, 9

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online