Cristo significò con la sua viva voce di
esser Colui che ha parlato nei profeti.
Sant’Ambrogio, Esp. del Vang. sec. Luca IV, 45
PRIMA LETTURA
Ti ho stabilito profeta delle nazioni.
SALMO RESPONSORIALE
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami. R/.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R/.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R/.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R/.
SECONDA LETTURA
Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Per la presenza di Gesù nella Chiesa
la parola profetica si adempie
quando è proclamata nell’assemblea dei credenti:
il Vangelo è, infatti,
potenza di Dio per chiunque crede.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 6, 67-70
Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. (v. 68b)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 8, 5-13
Di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. (v. 8b)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 1, 1-17
Io … non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. (v. 16)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 1, 17-2, 5
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. (v. 18)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 12, 28-14, 40
Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da tutti; sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi. (vv. 24-25)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AITESSALONICESI, CAP. 1, 4-2, 13
Avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete. (v. 13b)
DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 1, 1-4
Questo Figlio … sostiene tutto con la potenza della sua parola. (v. 3a)
DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 12, 18-29
Voi vi siete … accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti. (vv. 22-23a)
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 55, 1-11
Così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata. (v. 11)
DAL LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE, CAP. 37, 1-14
Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. (v. 7)
COMMENTO PATRISTICO
ORIGENE
Dalle Omelie su Luca, 33
Stando al solo racconto di Luca, Gesù non ha ancora soggiornato a Cafarnao, e non si racconta che egli abbia compiuto miracoli in quella città per il semplice motivo che non vi si è fermato. Ma prima della sua venuta a Cafarnao la sua presenza è segnalata nella sua patria, che è Nazaret e così egli parla ai suoi concittadini: Certo mi citerete quel proverbio: medico, cura te stesso. Tutte quelle cose che abbiamo udito essere state fatte a Cafarnao, falle anche qui nella tua patria. Io credo che un mistero sia nascosto in questo passo, ove Cafarnao, che raffigura i gentili, passa avanti a Nazaret, che raffigura i giudei. Gesù, sapendo che nessuno gode di onori nella sua patria, né egli stesso, né i profeti, né gli apostoli, non ha voluto predicare nella sua città, e ha predicato tra i gentili nel timore che i suoi compatrioti gli dicessero: Certo mi citerete quel proverbio: medico, cura te stesso.
Verrà in effetti il tempo in cui il popolo giudeo dirà: Tutte quelle cose che abbiamo udito essere state fatte a Cafarnao, cioè i miracoli e i prodigi compiuti tra i gentili, falle anche presso di noi, nella tua patria, mostra cioè anche a noi ciò che hai mostrato al mondo intero; annunzia il tuo messaggio a Israele, tuo popolo, affinché almeno quando la totalità dei pagani sarà entrata, sia salvo allora tutto Israele (Rm 11, 25-26). Per questo mi sembra che, secondo una linea ben precisa e logica, Gesù, rispondendo alle domande poste dai Nazareni, abbia detto loro: Nessun profeta è ben accolto nella sua patria; e penso che queste parole siano più vere secondo il mistero che secondo la lettera.
Geremia non è stato ricevuto bene ad Anatot, sua patria, né Isaia nella sua, quale essa sia stata, e uguale sorte hanno avuto gli altri profeti: mi sembra pertanto che sia meglio comprendere questo rifiuto intendendo che la patria di tutti i profeti è il popolo della circoncisione che non hanno bene accolto né loro, né le loro profezie. Invece i Gentili, che abitavano lontano dai profeti e non li conoscevano, hanno accettato la parola di Gesù Cristo. Nessun profeta è ben accolto nella sua patria, cioè dal popolo giudeo. Ma noi che non appartenevamo all’alleanza ed eravamo stranieri alle sue promesse, abbiamo accolto i profeti con tutto il nostro cuore; e Mosè e i profeti che hanno annunziato il Cristo appartengono più a noi che a loro: infatti, per non aver accolto Gesù, essi non hanno accolto neppure coloro che lo avevano annunziato.
Così, dopo aver detto: Nessun profeta è ben accolto nella sua patria, aggiunge: In verità io vi dico, c’erano molte vedove in Israele ai giorni di Elia, quando il cielo stette chiuso per tre anni e sei mesi. Ecco il significato di queste parole: Elia era un profeta e si trovava in mezzo al popolo giudeo, ma nel momento di compiere un prodigio, benché ci fossero parecchie vedove in Israele, egli le trascurò e venne a trovare una vedova di Sarepta, nel paese Sidone, una povera donna pagana, che raffigurava in stessa l’immagine della futura realtà. Infatti il popolo d’Israele era in preda a una fame e sete, non di pane e d’acqua, ma di ascoltare la parola di Dio (Am 8, 11). Quando Elia venne da questa vedova, di cui il profeta parla dicendo: I figli dell’abbandonata sono più numerosi dei figli della maritata (Is 54, 1), appena arrivato, moltiplicò il pane e il cibo di questa donna.
Eri tu la vedova di Sarepta, nel paese di Sidone, nel paese da cui viene fuori la Cananea che desidera veder guarita la propria figlia e che, a causa della sua fede, merita di vedere accolta la propria preghiera. C’erano dunque molte vedove in Israele, ma a nessuna di esse Elia fu inviato se non alla povera vedova di Sarepta.
Cristo aggiunge ancora un altro esempio che ha il medesimo significato: C’erano molti lebbrosi in Israele nei giorni del profeta Eliseo, e nessuno di essi fu mondato, salvo soltanto Naaman il Siro, che certamente non apparteneva al popolo di Israele. Considera il gran numero di lebbrosi esistente sino ad oggi in Israele secondo la carne, e osserva d’altra parte che è dall’Eliseo spirituale, il nostro Signore e Salvatore, che vengono purificati nel mistero del battesimo gli uomini coperti dalla sozzura della lebbra, e che a te sono rivolte le parole: Alzati, va’ al Giordano, lavati, e la tua carne ritornerà sana (2 Re 5, 10). Naaman si alzò, se ne andò e, bagnandosi, compì il mistero del battesimo, in quanto la sua carne divenne simile alla carne di un fanciullo (2 Re 5, 10).
Quale fanciullo? Di colui che, nel bagno della rigenerazione, nascerà in Cristo Gesù, cui appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.