Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
Tutto quanto è stato rigenerato in Cristo
fa parte del regno e non appartiene più al
mondo. E in questo modo che Dio ci ha
sottratti al potere delle tenebre e ci ha traferiti
nel regno del Figlio del suo amore.
S. Agostino, Tratt. sul vang. di Giov. 115, 2
Il suo potere è un potere eterno.
Dn 7,13-14 SALMO RESPONSORIALE
Sal 92 SECONDA LETTURA
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
Ap 1,5-8 CANTO AL VANGELO
(Mc 11,9.10) VANGELO
Tu lo dici: io sono re.
Gv 18,33-37 PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO
Vero Israele è la Chiesa
il popolo dei fedeli che riconosce Gesù
come il Messia atteso.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 1 9 – 5 1
Gli [a Gesù] replicò Natanaele: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!” (v. 49)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 17
Le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato, (v. 8)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 2, 22-38
I miei occhi han visto la tua salvezza … luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele, (vv. 30. 32)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 3, 1-9
Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. (v.8)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 11, 1-15
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”, (vv. 2 – 3)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 21, 33-45
Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”, (vv. 42-43)
DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, CAP. 2
Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso! (v. 36)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 9-11
Non tutti i discendenti di Israele sono Israele, (v. 9, 6b)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 3, 1-13
Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù. (v. 3)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, GAP. 2, 4-10
Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. (v. 9)
COMMENTO PATRISTICO
S. AGOSTINO
Sul salmo 47
Cristo è il nostro re, che ci promette il regno dei cieli.
5. [vv 5-7.] Perché ecco i re della terra si sono collegati. Ecco che ormai vedete i fianchi del Settentrione come vengono, e come dicono: Venite, saliamo sul monte del Signore; perché egli ci ha annunziato la sua vita affinché entriamo in essa (Is 2, 3). Ecco, i re della terra si sono collegati e si sono riuniti in uno solo. Chi è questo uno solo, se non quella pietra angolare (Cf. Ef. 2, 20)? Essi vedendo sono rimasti stupiti. Dopo lo stupore per i miracoli e per la gloria di Cristo che cosa è accaduto? Si sono turbati, si sono commossi, il terrore si è impadronito di loro. Perché il terrore si è impadronito di loro se non per la coscienza delle loro colpe? Corrano dunque i re dietro il re, riconoscano i re il re. Per questo altrove dice: Ma io sono stato costituito re da lui sopra Sion, il suo santo monte, per annunziare il comando del Signore; il Signore mi ha detto: Tu sei Figlio mio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, e ti darò le genti in tua eredità e i confini della terra in tuo possesso; li governerai con verga di ferro, e come vasi d’argilla li frantumerai (Sal 2, 6-9). Si è fatto dunque sentire il re costituito in Sion, gli è stato consegnato il potere fino ai confini della terra. I re debbono temere di perdere il regno, che non venga loro tolto, come temette quel misero Erode che uccise i fanciulli al posto del bambino (Cf. Mt 2, 3 16). Temendo di perdere il regno, non meritò di conoscere il re. Volesse il cielo che anche lui avesse, come i Magi, adorato il re! Non avrebbe cercato malamente il regno, uccidendo gli innocenti, e sarebbe perito il colpevole. Infatti, per quanto era in suo potere, egli uccise gli innocenti; quanto invece a Cristo, anche se bambino, egli incoronò i fanciulli morti al suo posto. Dunque i re hanno dovuto temere quando fu detto: Ma io sono stato stabilito re da lui, e colui che mi ha fatto re mi darà l’eredità fino ai confini della terra. Ma perché lo invidiate, o re? Osservate, non invidiate. Egli è re in un modo diverso, lui che ha detto: Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18, 36). Non abbiate timore che Egli vi tolga il regno di questo mondo; anzi Egli vi darà un regno, ma quello dei cieli, dove Egli è re. Che cosa segue pertanto? E ora, re, comprendete. Già vi eravate preparati a invidiarlo: Comprendete; si tratta di un altro re, il cui regno non è di questo mondo. Giustamente dunque i re si sono riuniti in uno solo, si sono turbati, il terrore si è impadronito di loro. Per questo vien detto loro: E ora, re, comprendete, ravvedetevi, tutti voi che giudicate la terra. Obbedite al Signore nel timore e acclamatelo con tremore (Sal 2, 10 11). E che cosa hanno fatto? Ecco le doglie, come di partoriente. Che cosa sono le doglie di partoriente, se non i dolori del penitente? Osserva la concezione stessa del dolore e del parto: Dal tuo timore – dice Isaia – abbiamo concepito e abbiamo partorito lo spirito della salvezza (Is 26, 18). In questo modo dunque i re hanno concepito per il timore di Cristo, onde generare la salvezza nel parto, credendo in colui che avevano temuto. Ecco le doglie come di partoriente. Dove odi parlare di partoriente, aspettati il neonato. Il vecchio uomo ha partorito, quindi è nato l’uomo nuovo. Ecco le doglie come di partoriente.
6. [v 8.] Con vento violento frantumerai le navi di Tarsis. Per dirla brevemente, reprimerai la superbia delle genti. Ma in qual modo con questa citazione si esprime la repressione della superbia delle genti? A cagione delle navi di Tarsis. I dotti hanno cercato la città di Tarsis, cioè hanno cercato quale città fosse indicata con questo nome. Ad alcuni sembrò che Tarsis fosse in Cilicia, per il fatto che la capitale della Cilicia è chiamata Tarso. Di questa città era originario anche l’apostolo Paolo, nato a Tarso di Cilicia (Cf. At 21, 39). Ma altri hanno creduto che Tarsis fosse Cartagine; forse perché un tempo era così nominata, oppure perché così era indicata con un’altra espressione. Infatti nel profeta Isaia troviamo: Gemono le navi di Cartagine (Is 23, 1 = LXX). In Ezechiele invece, a seconda degli interpreti, troviamo tradotta da alcuni Cartagine, e da altri Tarsis (Cf. Ez 38, 13 = LXX); e da questa diversità delle traduzioni si può intendere che è chiamata Tarso la città che era detta Cartagine. Si sa peraltro che ai primordi del regno di Cartagine fioriva la navigazione, e tanto fioriva che Cartagine eccelleva per i commerci e i traffici rispetto alle altre genti. Infatti quando Didone, fuggendo il fratello, naufragò sulle terre d’Africa, dove fondò Cartagine, prese per la fuga le navi che erano state preparate per il commercio in quelle contrade, con l’accordo dei principi di quelle regioni; e queste stesse navi non cessarono di commerciare anche dopo la fondazione di Cartagine. In seguito a ciò questa città è assurta a tale superbia, che degnamente nelle sue navi si può scorgere la superbia dei popoli, che si fidano di cose incerte come il soffio dei venti. Non fidiamoci più delle vele, né della prosperità di questo secolo né del favore del mare; il nostro fondamento sia in Sion; ivi dobbiamo stabilirci, non essere sospinti da ogni vento di dottrina (Cf. Ef 4, 14). Siano dunque rovesciati tutti coloro che si inorgogliscono nelle incertezze di questa vita; e sia sottomessa a Cristo la superbia di tutte le genti, a Cristo che frantuma con vento violento le navi di Tarsis; non le navi di qualsiasi città, ma quelle di Tarsis. E che significa con vento violento? Significa con fortissimo timore. Così infatti ha tremato la superbia di ognuno di fronte a lui che giudicherà, onde creda nell’umile e non si spaventi del sublime.