PRIMA LETTURA
Il re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.
SALMO RESPONSORIALE
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.
SECONDA LETTURA
Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Col battesimo gli uomini, che erano figli di questo mondo,
sono introdotti nella pienezza della vita divina
mediante la risurrezione del Cristo,
poiché partecipi di quelle nozze eterne
che la Chiesa celebra con il Risorto, suo Sposo e Signore.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 22-36
Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. (v. 29)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 17
Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato. (v. 24a)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 22, 1-14
Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze. (vv. 2-3a)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 25, 1-13
Arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze. (v. 10b)
DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 16
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. (v. 16)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 6
Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. (v. 4)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI GALATI, CAP. 3, 19-29
Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. (v. 27)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI COLOSSESI, CAP. 2, 6-3, 17
Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. (v. 2, 12)
DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 19
Sono giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta. (v. 7b)
COMMENTO PATRISTICO
S. IRENEO
Dal Trattato Contro le eresie, IV, 5- V, 4
Il Signore nostro maestro, rispondendo ai sadducei che negavano le risurrezione e oltre a ciò offendevano Dio denigrando la legge, conferma la realtà della risurrezione e rende testimonianza a Dio dicendo: Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? (Mt 22, 29. 31 32). E aggiunge: Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui (Lc 20, 38). Con queste parole mostrò che colui che aveva parlato a Mosé dal roveto dichiarando di essere il Dio dei padri, è il Dio dei vivi.
Chi è il Dio dei vivi, se non l’unico Dio al di sopra del quale non c’è altro Dio? Lui annunziò il profeta Daniele quando Ciro re dei Persiani gli disse: Perché non adori Bel? (Dn 14, 4) e Daniele: Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il Dio vivente (Dn 14, 23). Colui che era adorato dai profeti come Dio vivo è il Dio dei vivi, o lo è anche il suo Verbo che parlò a Mosè, redarguì i sadducei, donò la risurrezione e manifestò a coloro che erano ciechi due fondamentali verità: la risurrezione e la vita di Dio. Se dunque egli non è il Dio dei morti ma dei vivi, allora quei padri di cui egli si è proclamato il Signore vivono certamente in lui e non sono morti, perché sono figli della risurrezione (Lc 20, 36).
Lo stesso Signore Gesù è la risurrezione, come egli stesso afferma: Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11, 25). E i padri sono i suoi figli, perché il profeta disse: Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli (Sal 44, 17). Lo stesso Cristo perciò, insieme al Padre, è il Dio dei vivi, parlò a Mosè, si manifestò ai padri.
Questo insegnò ai Giudei quando disse: Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno: lo vide o se ne rallegrò (Gv 8, 56). Perché mai? Abramo ebbe fede in Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia (Rm 4, 3).
Egli credette che il creatore del cielo e della terra è l’unico Dio e inoltre che egli avrebbe resa la sua discendenza come le stelle del cielo; proprio ciò che dice Paolo: Come astri nel mondo (Fil 2, 15). Paolo dunque, abbandonata la sua terra e tutto il suo popolo, seguiva il Verbo di Dio peregrinando e sostando con lui e anche gli altri apostoli, discendenti di Abramo, abbandonata la barca e il padre, seguivano il Verbo di Dio.
Anche noi dunque, accogliendo la stessa fede professata da Abramo, seguiamo Cristo portando la croce come Isacco portava la legna. In Abramo infatti, l’uomo imparò a seguire il Verbo di Dio. Abramo, obbedendo alla parola di Dio conformemente alla sua fede, con animo docile accettò di offrirgli in sacrificio il suo unico figlio diletto, affinché Dio si compiacesse di offrire in sacrificio il suo diletto Figlio Unigenito in favore di tutta la sua discendenza, cioè per la nostra salvezza. Perciò Abramo, essendo profeta, vide in spirito il tempo della venuta del Signore e la sua passione con la quale lui e tutti i credenti sarebbero stati salvati, e per questo esultò d’immensa gioia.