PRIMA LETTURA
La preghiera del povero attraversa le nubi.
SALMO RESPONSORIALE
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
SECONDA LETTURA
Mi resta soltanto la corona di giustizia.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Il rendimento di grazie gradito a Dio
è la lode sincera dei credenti
per l’opera mirabile che egli compie
edificando la sua Chiesa,
nella quale egli fa santi tutti gli uomini peccatori.
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 1, 46-55
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. (vv. 49-50)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 15, 1-10
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. (vv. 6b-7)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 2
Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. (v. 9)
DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 7, 9-17
Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen. (v. 12)
DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 19, 1-10
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché son giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta, le hanno dato una veste di lino puro splendente. La veste di lino sono le opere giuste dei santi. (vv. 7-8)
SALMO 84 (83)
Anche il passero trova la casa, la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. (v. 4)
SALMO 147 (146-147)
Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene. Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele. (vv. 1-2)
DAL LIBRO DELL’ESODO, CAP. 15
Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: “Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere”. (v. 1)
COMMENTO PATRISTICO
AGOSTINO DI IPPONA
Dal Discorso 136/A, 2-3
Qual è la speranza degli uomini, se Dio non ascolta i peccatori? Non salirono in due al tempio a pregare, l’uno Fariseo e l’altro Pubblicano? E non diceva il Fariseo: Ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ingiusti, ladri, non come questo Pubblicano?
Nulla aveva da implorare, era salito come uno ben soddisfatto, dava in rutti di sazietà. Non disse: Soccorrimi; non disse: Abbi pietà di me, poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato; non disse: Sii il mio aiuto, non lasciarmi (Sal 26, 10. 9). Ma il Pubblicano si teneva distanza. Cosa sorprendente: nel tempio si teneva a distanza e proprio costui si rendeva vicino al Dio del tempio. Era infatti a distanza, e non osava alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: Signore, abbi pietà di me peccatore.
Abbiamo avvertito il contrasto: Cristo pronunzi la sentenza. Ecco che parla, ascoltiamo: In verità – egli afferma – quel Pubblicano si allontanò dal tempio giustificato a differenza di quel Fariseo.
È certo che Dio ascolta i peccatori. Quando si batteva il petto puniva i suoi peccati; si rendeva somigliante a Dio giudice quando puniva i suoi peccati.
Dio odia infatti i peccati; se anche tu li avrai in odio ti avvicinerai a immedesimarti con Dio e a potergli dire: Distogli il tuo volto dai miei peccati (Sal 50, 11).
Distogli il tuo volto: ma da che cosa? Dai miei peccati; non distogliere da me il tuo volto (Sal 26, 9). Che vuol dire, invece, il tuo volto dai miei peccati? Non vederli, non li notare, così che tu mi possa perdonare. Quindi c’è speranza per il peccatore; preghi Dio, non disperi, si batta il petto, espii in se stesso con la penitenza, per ovviare a che Egli proceda a punire con la condanna. Chi si umilia va verso l’Eccelso.
Ma quanto al perché abbia affermato: Quel Pubblicano si allontanò dal tempio giustificato a differenza di quel Fariseo, il Signore nostro immediatamente su che si fondava, non te lo nascose. Quasi gli dicessimo:
Com’è questo? Asserì infatti: Poiché chi si esalta – disse – sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Hai udito il perché: se hai udito ed hai compreso, fa’ ciò che hai ascoltato, umiliati, prega Dio, di’ al Signore Dio tuo che sei peccatore; cosa che egli vede, quantunque tu non lo dica. Tu dici forse: Se lo vede prima che io parli, che bisogno c’è che io dica?
Uomo, hai dimenticato che è cosa buona confessare al Signore (Sal 92, 2)? Hai dimenticato: Celebrate il Signore perché é buono (Sal 117, 1)? Anche se non confessi ad un giudice uomo perché è infido, confessa al Signore perché è buono; confessa, gemi, prova pentimento, battiti il petto. Dio si compiace di un tale spettacolo: la vista di un peccatore che accusa il suo peccato. Da parte tua riconosci ed egli non ne fa conto; tu espia ed egli ti risparmia. Ma perché egli ti perdoni non devi indulgere con i tuoi peccati. Rispondi: Non risparmi, non risparmi, cancelli la mia malizia.