Tutti voi che ascoltate le nostre parole, se
siete uomini tali da essere amati da Dio,
siete anche voi Teofili, e per voi è scritto il Vangelo.
Origene, Commento al Vangelo di Luca 1, 5

3° Domenica del Tempo Ordinario – C

PRIMA LETTURA
Ne 8,2-4.5-6.8-10

Leggevano il libro della legge e ne spiegavano il senso.

SALMO RESPONSORIALE
Sal 18

R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

SECONDA LETTURA
1Cor 12,12-30

Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

CANTO AL VANGELO
(Lc 4,18)

VANGELO
Lc 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Oggi si è compiuta questa Scrittura.

PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

PERCORSO ESEGETICO

La potenza dell’insegnamento di Cristo
si manifesta pienamente nell’assemblea liturgica,
dove i credenti sono raccolti insieme
nel nome del Signore.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 20, 19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. (v. 19)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 18, 15-20
Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro. (v. 20)

DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, CAP. 2, 1-11
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. (v. 1)

DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, CAP. 2, 42-48
Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa. (v. 46a)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 10, 19-39
Cerchiamo anche di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda. (vv. 24-25a)

SALMO 122 (121)
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, … secondo la legge di Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i seggi del giudizio. (vv. 4-5a)

SALMO 133 (132)
Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre. (v. 3b)

DAL LIBRO DEL SIRACIDE, CAP. 50, 1-21
Allora, scendendo, egli alzava le mani su tutta l’assemblea dei figli di Israele per dare con le sue labbra la benedizione del Signore, gloriandosi del nome di lui. (v. 20)

DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO, CAP. 4, 9-20
Il Signore mi disse: “Radunami il popolo e io farò loro udire le mie parole”. (v. 10)

DAL LIBRO DEL PROFETA NEEMIA, CAP. 8
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. (v. 5)

COMMENTO PATRISTICO

S. AMBROGIO
Dall’Esposizione del Vangelo secondo Luca I, 3-5. 12. 14

Poiché molti – dice Luca – hanno intrapreso. Evidentemente, hanno intrapreso coloro che poi non riuscirono a condurre a termine l’opera. In tal modo anche san Luca, dicendo che molti hanno intrapreso, dal canto suo dimostra esaurientemente che molti hanno cominciato senza poter finire. Chi infatti si è sforzato di ripartire la materia, lo ha fatto secondo le sue forze, senza però riuscirvi. Invece i doni e la grazia di Dio si ottengono senza alcuno sforzo, e, quando vengono infusi, hanno l’effetto di irrigare l’ingegno dello scrittore, tanto che esso non scarseggi, ma abbondi rigogliosamente. Non si è sforzato Matteo, non si è sforzato Marco, non si è sforzato Giovanni, non si è sforzato Luca, ma provvisti dallo Spirito divino dell’abbondanza di tutto, parole e argomenti, terminarono senza alcuna fatica quanto avevano cominciato. Per questo dice giustamente:
Perché molti hanno intrapreso a stendere una narrazione degli avvenimenti, che si sono compiuti tra noi, o anche che abbondano in noi.
Ora, ciò che abbonda non viene a mancare per nessuno e nessuno può dubitare di ciò che si è compiuto, poiché l’esito ne garantisce la verità, e le conseguenze la proclamano. Pertanto il Vangelo è compiuto, e abbonda in tutti i fedeli del mondo intero e irriga la mente, e fortifica il cuore di tutti. Perciò Luca fondato sulla roccia, come colui che ha attinto tutta la pienezza della fede e il sostegno della perseveranza, può dire giustamente ciò che in noi si è compiuto; infatti sia coloro che narrano le azioni salvifiche del Signore, sia coloro che considerano la sua vita mirabile, distinguono il vero dal falso non in base a segni e a prodigi, ma alla parola. Quando leggi di azioni superiori alle umani possibilità, c’è forse metodo più ragionevole che attribuirle alla natura superiore, e riferire invece alle debolezze del corpo assunto da Cristo ciò che leggi circa le azioni della sua natura mortale? In tal modo la nostra fede non si fonda su prodigi, ma su la parola e l’intelligenza.
E continua: Come ce li hanno trasmessi quelli che videro da principio e divennero ministri della Parola. …
Poiché si parla non di una parola pronunziata, ma della Parola sostanziale che si fece carne e ha dimorato fra noi, dobbiamo qui intendere non una qualsiasi, ma quella celeste Parola, a cui servirono gli apostoli.

Questo Vangelo è stato scritto per Teofilo, cioè per colui che Dio ama. Se ami Iddio, è stato scritto anche per te, e, se è stato scritto per te, prendi il regalo che l’evangelista ti fa. Conserva con cura il pegno dell’amico nel segreto del cuore, custodisci il buon deposito con l’aiuto dello Spirito Santo, che ci è stato dato, studialo frequentemente, interrogalo spesso.
A un pegno devi serbarti anzitutto fedele, alla fedeltà deve seguire diligenza, perché tignola e ruggine non distruggano i pegni a te dati: può darsi infatti che si rovini ciò che ti è stato affidato. Il vangelo è un pegno che rende bene, bada però che tignola e ruggine non lo corrodono perfino nel tuo cuore.
Lo corrode la tignola, se tu credi male quanto hai letto bene. …
C’è anche una ruggine dell’anima, quando l’acutezza dell’intenzione religiosa si attutisce macchiandosi delle passioni mondane, oppure quando la trasparenza della fede viene intorbidata dalla nebbia dell’eresia.
Ruggine dell’anima è la cura smodata del patrimonio, ruggine dell’anima è l’indolenza, ruggine dell’anima è l’arrivismo, se in queste cose si ripone ogni speranza della vita presente. Perciò, volgendoci alle cose di Dio, aguzziamo l’ingegno, manteniamo desto l’affetto, affinché possiamo conservare riposta nella guaina dell’animo nostro, sempre pronta e affilata, quella spada che il Signore ci comanda di comperare, vendendo il mantello. I soldati di Cristo, infatti, devono sempre avere a disposizione le armi spirituali, che da Dio hanno la potenza di debellare le fortezze, perché non avvenga che il condottiero dell’esercito celeste, alla sua venuta, disgustato dalla ruggine delle nostre armi, ci allontani dalle sue legioni.

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