Ogni giorno il Signore ci invita a pranzo.
Ogni giorno ci mette davanti pane e pesce.
Ogni giorno ci serve il cibo evangelico:
la dolcezza del suo corpo e del suo sangue.
S. Bruno di Segni, Com. a Giov., III, 54
PRIMA LETTURA
Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.
At 5,27-32.40-41
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
SALMO RESPONSORIALE
R/. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Sal 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. R/.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. R/.
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre. R/.
SECONDA LETTURA
L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.
Ap 5,11-14
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione.
CANTO AL VANGELO
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Alleluia, alleluia.
Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
Alleluia.
VANGELO
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.
Gv 21,1-19
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
PREGHIERA DEI FEDELI
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A volte la difficoltà maggiore nell’accogliere realmente nelle nostre vite la resurrezione di Cristo si manifesta proprio nell’incapacità di tradurre in azioni concrete questo messaggio di speranza.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore metti al tuo servizio il nostro lavoro.
1. Perché la ricerca del denaro e del potere non ostacoli mai la nostra ricerca di fede e non contraddica la nostra testimonianza. Preghiamo.
2. Perché abbiamo sempre fiducia che nei momenti di fatica e di stanchezza tu sei con noi. Preghiamo.
3. Perché il tuo amore per l’uomo ci faccia comprendere che le nostre azioni e le nostre scelte contano davvero. Preghiamo.
4. Perché, guidati dal desiderio d’incontrarti, siamo sempre capaci di riconoscere la luce della tua presenza. Preghiamo.
O Padre, Tu ci hai mandato il tuo unico Figlio per annunciarci che la nostra vita può e deve essere felice e proficua. Aiutaci a essere all’altezza di tale dono. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
PERCORSO ESEGETICO
La notte è il segno delle tenebre del peccato
che rendono inefficace l’opera della predicazione
fino a quando non si rende presente Gesù,
la stella luminosa del mattino.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 1-18
La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. (v. 5)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 1-21
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvage. (v. 19)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 37-50
Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (v. 46)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 1, 68-79
Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (vv. 78b-79)
DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 4, 1-18
E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. (v. 6)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 5, 1-14
Tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà”. (vv. 13b-14)
DALLA SECONDA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 1
E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. (v. 19)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 2, 1-17
Le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende. (v. 8b)
DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 22, 12-20
Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino. (v. 16b)
SALMO 139 (138)
Nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. (v. 12)
COMMENTO PATRISTICO
S. AGOSTINO
Dal Discorso 147/A, 1
Tutte le cose che al presente si leggono nel santo Vangelo sono fatti e detti del tempo dopo la risurrezione. Perciò abbiamo ascoltato il Signore Gesù Cristo che interrogava l’apostolo Pietro, chiedendogli se l’amasse. Così il Signore interrogava il servo, il Maestro il discepolo, il Creatore l’uomo, il Redentore il redento, l’Immutabilità l’esitante, il Presago l’ignaro; e, quando egli mostrava il bisogno di sapere, allora si rivelava maestro. Infatti non è che Cristo poteva ignorare che cosa Pietro portasse nel cuore.
Interroga una volta, quello risponde. Non basta, interroga di nuovo, e non su altro, ma su ciò che aveva domandato: anche quello ripete la stessa risposta.
La domanda è ripetuta per la terza volta, per la terza volta risponde l’amore. Infatti quello che tre volte aveva negato per timore, tre volte è interrogato per amore. Quando il Signore doveva morire, ebbe timore, si sgomentò e negò; ma risorgendo, il Signore gli infuse l’amore, dissipò il timore. In realtà chi doveva temere ormai Pietro? Infatti quando negò, proprio per questo negò, perché ebbe paura di morire; una volta risorto il Signore, nel quale constatava che era morta la morte, che doveva temere?
Davvero vivo, proprio quello stesso che rivolgeva la domanda, colui che, morto era stato sepolto; era presente colui che era stato sospeso sulla croce.
Quando il Signore nostro Gesù Cristo era stato condannato dai Giudei allora Pietro, interrogato – quel che è peggio da una donna e, particolare assai indecoroso, da una serva – ebbe timore e negò; davanti ad una serva ebbe paura, alla presenza del Signore fu padrone di sé. Ma a chi confessava il suo amore una volta, e una seconda, e una terza, affidò le sue pecore. Mi ami? domandò. Signore, tu sai che ti amo. Ed egli: Pasci i miei agnelli. Questo una prima volta, questo una seconda, questo una terza; come se Pietro non avesse avuto altro modo di dimostrare il suo amore per Cristo, che con l’essere pastore fedele sotto il Principe di tutti i pastori. Mi ami? Ti amo. E quale sarà la tua corrispondenza amandomi? Che offrirai tu, uomo, a me tuo Creatore? Che prova darai del tuo amore, tu, riscattato, al tuo Redentore, tu che al più sei soldato, al tuo Re? Che darai?
Esigo questo solo: Pasci le mie pecore.
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