3.a Domenica di Pasqua – C

Ogni giorno il Signore ci invita a pranzo.
Ogni giorno ci mette davanti pane e pesce.
Ogni giorno ci serve il cibo evangelico:
la dolcezza del suo corpo e del suo sangue.
S. Bruno di Segni, Com. a Giov., III, 54


PRIMA LETTURA
Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.
At 5,27-32.40-41


SALMO RESPONSORIALE
R/. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Sal 29

SECONDA LETTURA
L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.
Ap 5,11-14

CANTO AL VANGELO
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VANGELO
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.
Gv 21,1-19

PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

La notte è il segno delle tenebre del peccato
che rendono inefficace l’opera della predicazione
fino a quando non si rende presente Gesù,
la stella luminosa del mattino.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 1-18
La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. (v. 5)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 1-21
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvage. (v. 19)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 37-50
Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (v. 46)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 1, 68-79
Verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (vv. 78b-79)

DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 4, 1-18
E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. (v. 6)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 5, 1-14
Tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà”. (vv. 13b-14)

DALLA SECONDA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 1
E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. (v. 19)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 2, 1-17
Le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende. (v. 8b)

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 22, 12-20
Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino. (v. 16b)

SALMO 139 (138)
Nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. (v. 12)

COMMENTO PATRISTICO

S. AGOSTINO
Dal Discorso 147/A, 1

Tutte le cose che al presente si leggono nel santo Vangelo sono fatti e detti del tempo dopo la risurrezione. Perciò abbiamo ascoltato il Signore Gesù Cristo che interrogava l’apostolo Pietro, chiedendogli se l’amasse. Così il Signore interrogava il servo, il Maestro il discepolo, il Creatore l’uomo, il Redentore il redento, l’Immutabilità l’esitante, il Presago l’ignaro; e, quando egli mostrava il bisogno di sapere, allora si rivelava maestro. Infatti non è che Cristo poteva ignorare che cosa Pietro portasse nel cuore.

Interroga una volta, quello risponde. Non basta, interroga di nuovo, e non su altro, ma su ciò che aveva domandato: anche quello ripete la stessa risposta.

La domanda è ripetuta per la terza volta, per la terza volta risponde l’amore. Infatti quello che tre volte aveva negato per timore, tre volte è interrogato per amore. Quando il Signore doveva morire, ebbe timore, si sgomentò e negò; ma risorgendo, il Signore gli infuse l’amore, dissipò il timore. In realtà chi doveva temere ormai Pietro? Infatti quando negò, proprio per questo negò, perché ebbe paura di morire; una volta risorto il Signore, nel quale constatava che era morta la morte, che doveva temere?

Davvero vivo, proprio quello stesso che rivolgeva la domanda, colui che, morto era stato sepolto; era presente colui che era stato sospeso sulla croce.

Quando il Signore nostro Gesù Cristo era stato condannato dai Giudei allora Pietro, interrogato – quel che è peggio da una donna e, particolare assai indecoroso, da una serva – ebbe timore e negò; davanti ad una serva ebbe paura, alla presenza del Signore fu padrone di sé. Ma a chi confessava il suo amore una volta, e una seconda, e una terza, affidò le sue pecore. Mi ami? domandò. Signore, tu sai che ti amo. Ed egli: Pasci i miei agnelli. Questo una prima volta, questo una seconda, questo una terza; come se Pietro non avesse avuto altro modo di dimostrare il suo amore per Cristo, che con l’essere pastore fedele sotto il Principe di tutti i pastori. Mi ami? Ti amo. E quale sarà la tua corrispondenza amandomi? Che offrirai tu, uomo, a me tuo Creatore? Che prova darai del tuo amore, tu, riscattato, al tuo Redentore, tu che al più sei soldato, al tuo Re? Che darai?

Esigo questo solo: Pasci le mie pecore.

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