Beato colui che a ogni dono, torna a colui
nel quale c’è la pienezza di tutte le
grazie; poiché quando ci mostriamo grati
di quanto abbiamo ricevuto, facciamo
spazio in noi stessi a un dono maggiore.
S. Bernardo di Chiaravalle, De diversis, 23, 7

28° Domenica del T.O. – C

PRIMA LETTURA
2Re 5,14-17

Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.

SALMO RESPONSORIALE
Sal 97

R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

SECONDA LETTURA
2Tm 2,8-13

Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

CANTO AL VANGELO
(1Ts 5,18)

VANGELO
Lc 17,11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

PERCORSO ESEGETICO

Gesù invita ad andare nella certezza di essere esauditi.
La potenza salvatrice di Dio opera, infatti, in noi
mentre camminiamo nell’obbedienza della fede.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 4, 46-54
Gesù gli risponde: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. (v. 50)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 9, 1-12
E gli disse: “Va a lavarti nella piscina di Siloe [che significa Inviato]”. Quegli andò, si lavò, e tornò che ci vedeva. (v. 7)

DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 7, 24-30
Allora le disse: “Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia”. Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato. (vv. 29-30)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 5, 1-11
Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti. (v. 5)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 4
Per la promessa di Dio [Abramo] non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. (vv. 20-22)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 11, 1-12, 12
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco … Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo. (vv. 17a. 19 )

DALLA LETTERA DI S. GIACOMO APOSTOLO, CAP. 1, 16-27
Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. (vv. 21b-22)

SALMO 84 (83)
Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio … Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. (vv. 6. 8)

DAL PRIMO LIBRO DEI RE, CAP. 19, 1-8
Con la forza datagli da quel cibo, [Elia] camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. (v. 8)

DAL SECONDO LIBRO DEI RE, CAP. 5, 1-14
Va’, bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito. (v. 10b)

 

COMMENTO PATRISTICO

BERNARDO DI CHIARAVALLE
De diversis, 23, 5-8

La gratitudine promuove sempre più grazie

“Non furono dieci a essere guariti; e gli altri nove dove sono?” (Lc 17,17). Penso che ricordiate che son queste le parole del Salvatore, che rimproverava l`ingratitudine di quei nove. Si vede dal testo quanto abbiano saputo ben pregare coloro che dicevano: “Gesù, figlio di David, abbi pietà di noi” (Lc 18,17); mancò però l`altra cosa di cui parla l`Apostolo (cf. 1Tm 2,1), il ringraziamento, perché non tornarono a render grazie a Dio.
Anche oggi vediamo molti impegnati a chiedere ciò di cui sanno d`aver bisogno, ma vediamo ben pochi che si preoccupano di ringraziare per ciò che hanno ricevuto. E non è che è male chiedere con insistenza; ma l`essere ingrati toglie forza alla domanda. E forse è un tratto di clemenza il negare agli ingrati il favore che chiedono. Che non capiti a noi di essere tanto più accusati d`ingratitudine, quanto maggiori sono i benefici che abbiamo ricevuto. E` dunque un tratto di misericordia, in questo caso, negare misericordia, com`è un tratto d`ira mostrare misericordia, certo quella misericordia di cui parla il Padre della misericordia attraverso il Profeta, quando dice: “Facciamo misericordia al malvagio, ed egli non imparerà a far giustizia” (Is 26,10)…
Vedi, dunque, che non giova a tutti essere guariti dalla lebbra della conversione mondana, i cui peccati son noti a tutti; ma alcuni contraggono un male peggiore, quello dell`ingratitudine; male che è tanto peggiore, quanto è più interno…
Fortunato quel Samaritano, il quale riconobbe di non aver niente, che non avesse ricevuto e perciò tornò a ringraziare il Signore. Fortunato colui che a ogni dono, torna a colui nel quale c`è la pienezza di tutte le grazie; poiché quando ci mostriamo grati di quanto abbiamo ricevuto, facciamo spazio in noi stessi a un dono anche maggiore. La sola ingratitudine impedisce la crescita del nostro rapporto di grazia, poiché il datore, stimando perduto ciò che ha ricevuto un ingrato, si guarda poi bene di perdere tanto più, quanto più dà a un ingrato.
Fortunato perciò colui che, ritenendosi forestiero, si prodiga in ringraziamenti per il più piccolo favore, e ha coscienza e dichiara che è un gran dono ciò che si dà a un forestiero sconosciuto. Noi però, miserabili, sebbene a principio, quando ancora ci sentiamo forestieri, siamo abbastanza timorati, umili e devoti, poi tanto facilmente ci dimentichiamo quanto sia gratuito tutto ciò che abbiamo ricevuto e, come presuntuosi della nostra familiarità con Dio, non badiamo che meriteremmo di sentirci dire che i nemici del Signore sono proprio i suoi familiari (cf. Mt 10,36). Lo offendiamo più facilmente, come se non sapessimo che dovranno essere giudicati più severamente i nostri peccati, dal momento che leggiamo nel salmo: “Se un mio nemico mi avesse maledetto, l`avrei pure sopportato” (Sal 54,13).
Perciò vi scongiuro, fratelli; umiliamoci sempre più sotto la potente mano di Dio e facciamo di tutto per tenerci lontani da questo orribile vizio dell`ingratitudine, sicché, impegnati con tutto l`animo nel ringraziamento, ci accaparriamo la grazia del nostro Dio, che sola può salvare le nostre anime.  E mostriamo la nostra gratitudine non solo a parole, ma anche con le opere e nella verità; perché il Signore nostro, che è benedetto nei secoli, non vuole tanto parole, quanto azioni di grazie. Amen.

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