Fate in modo che i poveri siano i vostri
avvocati nel giorno del giudizio. Avete
ora molti Lazzari: stanno dinanzi alla vostra
porta e hanno bisogno di ciò che ogni
giorno, dopo che voi vi siete saziati,
cade dalla vostra mensa.
S. Gregorio Magno, Omelia 40, 10

26° Domenica del T.O. – C

PRIMA LETTURA
Am 6,1.4-7

Ora cesserà l’orgia dei dissoluti

SALMO RESPONSORIALE
Sal 145

R. Loda il Signore, anima mia

SECONDA LETTURA
1Tm 6,11-16

Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore

CANTO AL VANGELO
(Lc 6, 21)

VANGELO
Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti

PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

PERCORSO ESEGETICO

La morte è il giudizio che manifesta la sapienza del cuore
e rende stabile il rapporto che ogni uomo
ha avuto con il Verbo di Dio:
chi ha chiuso a lui il suo cuore in questa vita,
si ritrova lontano da lui e dal ristoro della sua carità.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 5, 19-47
In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. (v. 25)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 37-50
Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno. (v. 48)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 25
Egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna. (vv. 45-46)

DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 4, 1-25
Diceva loro: “Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più”. (v. 24)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 14, 1-13
Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio. (vv. 9-10)

DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AITESSALONICESI, CAP. 1, 3-12
Si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. Costoro saranno castigati con una rovina eterna, lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza. (vv. 7b-9)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 3, 1-4, 11
E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede. (vv. 18-19)

SALMO 95 (94)
Ascoltate oggi la sua voce: non indurite il vostro cuore. (v. 8a)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 1, 16-3, 12
Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, ma essi sono nella pace. (vv. 1-3)

DAL LIBRO DEL SIRACIDE, CAP. 17, 1-18, 4
Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, i suoi occhi osservano sempre la loro condotta. (v. 15)

COMMENTO PATRISTICO

AGOSTINO DI IPPONA
Dal Discorso 113/A, 3-4

Quel ricco, se avesse avuto compassione di quel povero seduto davanti alla porta del suo palazzo e avesse voluto usargli misericordia con le sue ricchezze, sarebbe andato pure lui ov’era andato anche quel povero. Tuttavia non fu la povertà a condurre quel Lazzaro al riposo, ma l’umiltà; e in verità non fu la ricchezza a tener lontano dal quel riposo tanto felice quel ricco, ma la superbia e l’incredulità. Ora, perché sappiate che quel ricco sulla terra era stato incredulo, lo proviamo con le sue stesse parole, da lui pronunciate nell’inferno. Fate attenzione. Voleva che uno dai morti andasse ad annunciare ai suoi fratelli come si sta nell’inferno; ma ciò non gli fu concesso, poiché Abramo gli rispose: Hanno gli scritti di Mosè e dei Profeti, ascoltino quelli; egli allora: No, padre Abramo, – disse – ma se andrà uno di qui dall’inferno, si lasceranno convincere. In tal modo dimostrò che anch’egli, quand’era sulla terra, non credeva a
Mosè e ai profeti, ma desiderava che uno risorgesse dai morti per lui. Considerate ora individui di tal genere e riflettete ove andranno a finire. L’esempio di quel ricco ci fa capire se avete fede. Quanti sono coloro che adesso dicono: “Trattiamoci bene, finché viviamo: mangiamo e beviamo e godiamo dei piaceri di questa vita. Che cos’è quello che ci si viene a dire che sarà dopo? Chi è tornato qua di lì? Chi di lì è tornato risuscitato?”. Questi sono i discorsi che si fanno; così diceva quel ricco, ma ciò che non credeva da vivo lo sperimentò da morto. Sarebbe stato meglio che da vivo si fosse corretto utilmente, anziché da morto essere tormentato senza profitto.
Ora dunque dobbiamo correggere quell’espressione, se per caso c’è tra noi qualcuno che è solito parlare così. Poiché Dio non ci mostra adesso le realtà che ci comanda di credere; non ce le fa vedere perché ci sia il merito della fede. In effetti, se ce lo manifestasse quale merito avremmo di credere? Ciò non sarebbe più credere, ma vedere. È meglio per te che Dio non te lo faccia vedere, affinché tu creda.
Ti comanda ciò che devi credere, ti riserba ciò che potrai vedere. Se però non crederai quando ti comanda di aver fede, non ti serba la sua visione, ma ti è riservata la sorte per la quale quel ricco soffriva i tormenti nell’inferno. … In che cosa maggiormente avrebbe potuto giovarti il giudice, che dicendoti la sua sentenza definitiva, perché tu sia in grado di non incapparvi? Fratelli miei, chi minaccia non vuol colpire … chi dice: “Sta in guardia” non vuol trovare uno per colpirlo. Sono gli uomini a procurarsi le ferite, a procacciarsi le pene, poiché non vogliono credere a Dio che da tanto tempo dice a loro: “State in guardia”.

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