25.a Domenica del T.O. – B

Amiamo la pianta dell’umiltà, il cui frutto
è il cielo.
Basilio di Seleucia, Omelia XXVIII

PRIMA LETTURA
Condanniamo il giusto a una morte infamante.
Sap 2,12.17-20

Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine.
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza
e saggiare il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante,
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».

SALMO RESPONSORIALE
Sal 53

 

Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. R/.
Poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi. R/.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. R/.

SECONDA LETTURA
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Giac 3,16-4,3

CANTO AL VANGELO
(Cf 2Ts 2,14)

VANGELO
Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
Mc 9,30-37

 

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

PREGHIERA DEI FEDELI
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Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

 

1. Per la Chiesa: sia nel mondo serva e povera come Gesù, vicina a tutte le vittime dell’ingiustizia e accogliente verso i loro bisogni, preghiamo.
2. Per i perseguitati, i piccoli e gli oppressi: siano al centro delle politiche economiche, perché la priorità vada sempre data alla cura della persona, preghiamo.
3. Per coloro che si arricchiscono vendendo armi e alimentando guerra, vendetta e odio: Dio tocchi loro il cuore prima che procurino altro male all’umanità, preghiamo.
4. Per la nostra comunità cristiana: sia il luogo dell’ascolto reciproco e del servizio verso tutti, senza preferenze o distinzioni, e sappia educare e stimolare al servizio, preghiamo.

 

O Padre, noi ti invochiamo con umiltà e fiducia: aiutaci a confidare non nella grandezza, o negli onori o nella forza, ma nella gioia di servire i nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

PERCORSO ESEGETICO

Gesù insegna ai suoi il disegno del Padre
che vuole salvare gli uomini
introducendoli nella vita eterna
attraverso l’offerta del suo Figlio.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 14-21
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede il lui non muoia, ma abbia la vita eterna. (v. 16)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 6, 30-40
Il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo, (vv. 32b-33)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 8, 28-39
Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? (v. 32)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 2, 1-18
(Cristo Gesù) umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce, (v. 8)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO A TIMOTEO, CAP. 2, 1-8
(Dio) vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità, (v. 4)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 10, 1-10
Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre, (v. 10)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 4, 7-21
In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. (v. 9)

SALMO 40 (39)
Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore, (vv. 8b-9)

DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 52, 13-53,12
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore, (v. 10)

DAL LIBRO DELLA GENESI, CAP. 22, 1-19
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò, (v. 2)

COMMENTO PATRISTICO

S. CROMAZIO DI AQUILEIA
Dal Commento a Matteo 55, 1-3

Siccome i discepoli non sapevano ancora quanto fosse grande la gloria dell’umiltà, contendevano sulla precedenza del loro merito o dell’onore loro spettante, chiedendo al Signore: Chi, secondo te, è più grande nel regno dei cieli? (Mt 18, 1). I discepoli discutevano chi fosse più grande nel regno dei cieli, mentre, senza dubbio, agli occhi di Dio è ritenuto più grande chi si è dimostrato più umile, come appunto egli dice: Chi si esalta, sarà umiliato e chi si umilia, sarà esaltato (Mt 23, 12). Perciò, non a torto, per troncare una tale inutile contesa tra i suoi discepoli, Gesù chiamò un bambino e lo pose in mezzo a loro e disse: In verità vi dico, se voi non vi convertirete e non diverrete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, questi è più grande nel regno dei cieli (Mt 18, 2-4). Posto in mezzo un bambino, il Signore esorta i discepoli a seguirne l’esempio, mostrando che se ciascuno non diventa come un bambino, non può entrare nel regno dei cieli. Ma il Signore, in questa circostanza, non adduce l’esempio dei bambini e non ordina che diventiamo come loro perché ci facciamo uguali a loro nell’età, dal momento che un’età ormai avanzata non può ritornare nuovamente all’infanzia, ma perché imitiamo la semplicità e l’innocenza dei bambini.

Il beato Apostolo sa in che senso il Signore ci ordina di essere bambini, quando dice: Non comportatevi da bambini nei giudizi, ma siate bambini quanto a malizia, per essere uomini maturi nei giudizi (1 Cor 14, 20). Il fanciullo, infatti, o il bimbo non conosce la malvagità del mondo, non è capace di commettere peccato, non fa del male al prossimo, non conserva rancore, non odia nessuno, non cerca ricchezze, non ammira la gloria di questo mondo, segue sempre il padre, non si allontana dalla madre. Per questo motivo il Signore vuole che noi diventiamo come bambini, perché su questo modello viviamo in questo mondo senza malizia e senza inganno. Fuggiamo il peccato, non facciamo del male al prossimo; non conserviamo rancore; non cerchiamo le ricchezze né la gloria del mondo; seguiamo sempre il Padre, cioè Dio, di cui abbiamo cominciato ad essere figli per adozione; non ci allontaniamo dalla madre, cioè dalla Chiesa, per mezzo della quale siamo nati spiritualmente a Dio. Nel grembo di questa madre riposiamo come bambinelli posti in braccio alla propria madre. Nutriamoci ogni giorno di questa salutare dottrina, per crescere nella grazia e nella fede del battesimo, conforme a ciò che attesta l’apostolo Pietro in una sua lettera, dicendo: Come bambini appena nati bramate il latte, per crescere con esso (cfr. 1 Pt 2, 2). Anche san Giovanni, in una sua lettera, ci insegna in che senso dobbiamo essere bambini quando dice: Vi scrivo, bambini, perché avete conosciuto il Padre (1 Gv 2, 14). Con queste parole ci viene prescritto di essere bambini per conoscere il Padre, perché viviamo in questo mondo innocenti e semplici come colombe. Volendo, dunque, il Signore che in noi esista una tale somiglianza con i bambini, non a torto, in questo passo dice: Se, convertiti, non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, questi è più grande nel regno dei cieli. Il Signore chiaramente mostra che sarà più grande nel regno dei cieli chi avrà imitato l’umiltà e l’innocenza di un bambino. Perciò, lo stesso Signore, per mostrarci in modo perfetto l’esempio dell’umiltà, anch’egli assumendo un corpo, si degnò di diventare bambino, come leggiamo di lui nella Scrittura: Perché ci è nato un bambino, e ci è stato dato un figlio, sulle cui spalle è il segno della sovranità (Is 9, 6). Di qui, infatti, anche i santi patriarchi e profeti ed apostoli del Signore furono chiamati bambini, secondo quanto nella Scrittura leggiamo di loro: Ecco, io e i bambini che il Signore mi ha dato (Eb 2, 13), perché rimanessero come bambini senza inganno e senza malizia. Imitiamo, dunque, l’esempio di questi bambini, cioè di tutti santi, per meritare di entrare con essi nel regno dei cieli. Imitiamo l’umiltà dello stesso Signore, che per la nostra salvezza si degnò d’essere bambino, per poter regnare con lui.

E, giustamente, aggiunse: Chi accoglie anche uno solo questi bambini in mio nome, accoglie me, volendo mostrare che chiunque accoglie un servo che crede fedelmente in Cristo e vive secondo l’innocenza di un bambino, accoglie lui. Se si accoglie costui, il Signore dice d’essere ricevuto lui stesso, perché non disprezziamo un tale servo di Dio che vive in ispirito d’umiltà.

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