PRIMA LETTURA
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
SALMO RESPONSORIALE
R. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.
SECONDA LETTURA
Cristo è venuto per salvare i peccatori.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
I due figli rappresentano le genti (il figlio minore)
e Israele (il figlio maggiore),
ugualmente incapaci di corrispondere degnamente
all’amore di Dio,
il Padre che desidera averci con sé per sempre.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 1-18
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. (vv. 10-11)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 14, 15-24
Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. (v. 23)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 1, 3-14
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità. (vv. 3-4)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 1, 17-31
E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani. (vv. 22-23)
SALMO 14 (13)
Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c’è uno che cerchi Dio. Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno. (vv. 2-3)
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 13-14
Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere. (v. 13, 1)
DAL LIBRO DEL PROFETA OSEA, 11, 1-9
Ad Efraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. (v. 3)
DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO, CAP. 32, 1-44
Così ripaghi il Signore, o popolo stolto e insipiente? Non è lui il padre che ti ha creato, che ti ha fatto e ti ha costituito? (v. 6)
COMMENTO PATRISTICO
PIER CRISOLOGO
Dal Sermone 5, 2-4. 6
Un uomo, dice, aveva due figli. Dopo che Cristo assunse il peso della nostra carne e Dio rivestì spoglie umane, con verità Dio si chiama uomo, il Signore si dice veramente padre di due figli, poiché la divinità unita all’umanità, la pietà associata alla divinità congiunse uomo e Dio, in quanto unì il Signore al padre. Questo uomo, dunque, questo padre aveva due figli … cioè due popoli: il popolo giudaico e quello pagano; ma con la saggezza della Legge rese maggiore il popolo giudaico, mentre rese minore quello pagano con la stoltezza del paganesimo, perché, come la sapienza rende anziani, così l’insipienza elimina ogni qualità propria dell’uomo. Dunque i suoi costumi, non la sua età, resero più giovane questo popolo; invece, non i tempi trascorsi, ma i sentimenti fecero l’altro più anziano.
E, dice, il figlio più giovane disse al padre: Padre, dammi parte del patrimonio che mi spetta. Egli si rivolge a chi conosce il suo animo, non con la voce, ma col desiderio, poiché da Dio provengono i beni, mentre è la prima volontà che porta in noi i mali.
Perciò costui, che possedeva insieme al padre l’intero patrimonio, di propria volontà ne ottenne una parte, dicendo: Dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E qual è questa parte? Qual è? L’aspetto, la parola, la conoscenza, la ragione, il giudizio, doti che a preferenza di tutti gli altri esseri viventi, spettano all’uomo nella dimora terrena. Questa è, secondo l’Apostolo, una legge di natura. Perciò divise tra loro la sostanza, dando al più giovane queste cinque doti di natura, che abbiamo detto, al più vecchio i cinque libri della Legge da scrivere per ispirazione divina, mediante i quali la sostanza, disuguale nel merito, fosse uguale nel numero, e l’una seguisse un ordinamento umano, l’altra sussistesse per disposizioni divina; ed entrambe le leggi, tuttavia, conducessero entrambi i figli alla conoscenza del Padre, li mantenessero nel rispetto del loro Creatore.
E dopo pochi giorni, dice, radunate tutte le sue cose il più giovane partì per un paese lontano, in terra straniera, e lì dissipò la sua sostanza con una vita dissoluta.
Abbiamo detto che non i tempi trascorsi, ma i costumi lo avevano reso più giovane, e perciò ha detto: Dopo pochi giorni, perché nel principio stesso del mondo il popolo pagano si affretta alla volta della patria degli idoli; con l’animo, non col luogo, va pellegrino nel lontano paese del diavolo e con vani pensieri si aggira tra gli elementi, non tanto è sballottato attraverso la terra con movimenti del corpo. Infatti, alla presenza del padre era senza padre e, pur essendo in sé, non era con sé. … E dopo aver consumato in congetture quanto v’era di parola, conoscenza, ragione, giudizio, nella più assoluta miseria soffriva una somma indigenza, una grande fame di conoscere la verità. …
Ritorna al padre ed esclama: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te. Attestano che il figlio più giovane ritornò alla casa del padre e invocò Dio Padre con le parole che la Chiesa pronuncia ogni giorno, dicendo: Padre nostro, che sei nei cieli. Ho peccato contro il cielo e contro di te. Ho peccato contro il cielo: mentre afferma, bestemmiando, che il sole, la luna, le stelle in cielo sono dèi, adorandole, profana queste stesse realtà. Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi mercenari.
Ciò equivale a dire: poiché non merito più la gloria di figlio, almeno in cambio di un lavoro mercenario possa io ottenere la ricompensa del perdono, e quello che ha perduto l’onore di figlio conservi almeno nel pane quotidiano i mezzi per vivere.
Ma il padre gli va incontro, e gli va incontro da lontano.
Mentre eravamo ancora nell’empietà, Cristo è morto per noi (Rm 5, 8). Il Padre gli va incontro, gli va incontro nel cielo, quando per causa sua discende dal cielo e giunge sulla terra. II Padre, dice, che mi ha mandato è con me (Gv 8, 28-29). Gli si getta al collo. Gli si gettò al collo quando tutta la Divinità nella persona di Cristo, abbassandosi, trovò ricetto nella nostra carne. Ascoltalo dire: Padre, come tu sei in me e io sono in te, così anche costoro siano una cosa sola in noi (Gv 17, 21).
E lo baciò. Quando? Quando la misericordia e la verità si sono incontrate e la giustizia e la pace si sono baciate (Sal 84, 11). Gli diede la veste migliore, quella gloria eterna dell’immortalità che Adamo aveva perduto.
Gli pose in dito l’anello: l’anello titolo di onore, segno di libertà, pegno dello Spirito, sigillo della fede, garanzia delle nozze celesti. Ascolta l’Apostolo: Vi ho promesso ad un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo (2 Cor 11, 2). E i sandali ai suoi piedi: affinché fossero piedi calzati per la proclamazione del vangelo (Ef 6, 15); affinché fossero piedi beati, annunciatori di pace. E fece uccidere per lui il vitello grasso: quello di cui Davide cantava: piacque al Signore più del giovenco novello che fa crescere corna e unghie (Sal 68, 32). Viene ucciso il vitello per ordine del padre, perché Cristo Dio, Figlio di Dio, non avrebbe potuto essere ucciso contro la volontà del Padre. Ascolta l’Apostolo: Egli non risparmiò il proprio Figlio, ma lo diede per tutti noi (Rm 8, 32). Questo è il vitello che ogni giorno perennemente viene immolato per il nostro banchetto.