24.a Domenica del T.O. – C

Il Cristo ti porta col suo corpo, avendo
preso su di sé i tuoi peccati, la Chiesa ti
cerca, il Padre ti accoglie.
S. Ambrogio, Esp. del Vang. sec. Luca VII, 208

PRIMA LETTURA
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Es 32,7-11.13-14
SALMO RESPONSORIALE
R/. Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.
Sal 50
SECONDA LETTURA
Cristo è venuto per salvare i peccatori.
1Tm 1,12-17
CANTO AL VANGELO
(2Cor 5,19)
VANGELO
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
Lc 15,1-32
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Il pastore buono che porta sulle sue spalle
la pecorella smarrita
indica Gesù che, caricandosi del nostro peccato,
ci porta nella casa del Padre.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 1, 19-36
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!” (v. 29)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 10, 1-18
Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. (v. 11)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 10, 25-37
Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. (v. 34)

DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 5, 14-21
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. (v. 21)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 3, 18-25
Egli [Cristo] portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce … dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime. (vv. 24-25)

SALMO 119 (118), 169-176
Come pecora smarrita vado errando; cerca il tuo servo, perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti. (vv. 176)

DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 53
Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. (v. 11b)

DAL LIBRO DEL PROFETA EZECHIELE, CAP. 34, 11 -31
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita. (vv. 15-16)

COMMENTO PATRISTICO

TERTULLIANO
De paenitentia, 8

Conversione e remissione

Ricorda quello che lo Spirito dice alle Chiese: accusa gli Efesini di aver abbandonato l’amore, riprende gli abitanti di Tiatira per i loro stupri e l’uso di carni immolate agli idoli, imputa agli abitanti di Sardi che le loro opere non sono perfette; rimprovera gli abitanti di Pergamo d’insegnare dottrine perverse; quelli di Laodicea di confidar troppo nelle loro ricchezze. Eppure esorta tutti alla penitenza, anzi, ad essa li ammonisce. Ma non ammonirebbe chi non si pente, se a chi si pente le colpe non fossero perdonate. È lui, è lui che “preferisce la misericordia ai sacrifici” (Mt 9,13).

Si allietano i cieli, e gli angeli lassù presenti, per la penitenza dell’uomo. Orsù, peccatore: sta’ di buon animo! Vedi dove ci si allieta per il tuo ritorno. Che ci vogliono dimostrare gli argomenti delle parabole del Signore? La donna che, persa la moneta, la cerca, la ritrova e invita le amiche a rallegrarsi, non è esempio del peccatore ravveduto? Si è smarrita una sola pecorella del pastore, ma egli non ha premura maggiore per il gregge intero: ricerca quella sola, gli preme più di tutte le altre, e finalmente la trova, la porta sulle sue spalle, perché si era molto stancata vagolando. E non posso tralasciar di ricordare quel padre tenerissimo che richiama il figliol prodigo e con tanto cuore lo riaccoglie, ravveduto nella miseria: uccide il vitello ingrassato e manifesta la sua gioia con un banchetto. E perché no? Aveva trovato il figlio perduto; lo sentiva più caro, perché lo aveva riguadagnato. Chi dobbiamo intendere che sia quel padre? Dio, naturalmente: nessuno è tanto padre, nessuno è tanto affettuoso. Egli dunque riaccoglierà te, figlio suo, anche se ti sarai allontanato dopo esser già stato accolto, anche se tornerai nudo, solo per il fatto del tuo ritorno: e si allieterà più di questo ritorno che della regolatezza dell’altro figlio; ma solo se ti pentirai di cuore, se metterai a confronto la tua fame con la buona situazione degli operai di tuo padre, se abbandonerai il gregge di porci immondi, se ritornerai da lui, per quanto offeso, dicendo: “Ho peccato, padre, e non son più degno di esser chiamato tuo figlio” (Lc 15,14s). La confessione allevia il delitto, quanto la dissimulazione lo aumenta. La confessione infatti manifesta disposizione alla riparazione, la dissimulazione invece all’ostinazione.

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Oggi possiamo tutti sederci al banchetto
della Chiesa, poiché il vino è mutato nel
sangue di Cristo e noi tutti ne assumiamo
in santa letizia, glorificando il grande Sposo.
Romano il Melode, Inno 21, 30