24.a Domenica del T.O. – B

La Chiesa cattolica vive e cresce in questa
fede: in Gesù, non crede all’umanità
senza vera divinità, e neppure alla divinità
senza vera umanità.
S. Leone Magno, Ep. 28 a Flaviano

PRIMA LETTURA
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori.
Is 50,5-9
SALMO RESPONSORIALE
Sal 114
SECONDA LETTURA
La fede se non è seguita dalle opere in se stessa è morta.
Giac 2,14-18
CANTO AL VANGELO
(Gal 6,14)
VANGELO
Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Mc 8,27-35
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Questa “sapienza della croce” è misteriosa,
inaccessibile agli uomini;
può essere ricevuta solo dal Padre
per mezzo di Gesù, nel dono dello Spirito Santo.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 14,1-17
Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, (v. 6)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 11,25-27
In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”, (v. 25)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 8,1-12
Quelli … che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito, (v. 5)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 11,33-36
O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! (v. 33)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 1,18-2,16
Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta … Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla … Ma a noi Dio [queste cose] le ha rivelate per mezzo dello Spirito, (vv. 7a. 8a. 10a)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 2,18-29
Ora voi avete l’unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza. (v. 20)

SALMO 73 (72)
Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio. (vv. 16-17a)

SALMO 139 (138)
Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo, (v. 6)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 1,16-3,12
[Gli empi] la pensano così, ma si sbagliano; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i segreti di Dio; non sperano salario per la santità né credono alla ricompensa delle anime pure. (vv. 2, 21-22)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 8, 21-9,18
Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall’alto? (v. 17)

COMMENTO PATRISTICO

GIOVANNI CRISOSTOMO
Comment. in Matth., 55, 1 s.

Gesù sottolinea il motivo per cui soffrire

«Chi vuol venire dietro a me»: cioè chiunque, uomo, donna, re, schiavo, s’incammini per questa via. E sembra esprimere qui una sola cosa, ma in realtà ne dice tre: «rinunzi a se stesso», «e prenda la sua croce», «e mi segua». Le prime due esortazioni sono congiunte, mentre la terza è proposta indipendentemente.

Esaminiamo dapprima cosa vuol dire rinunziare a sé stessi. Per questo dobbiamo anzitutto capire cosa significhi rinunziare a un altro: comprenderemo allora che cosa voglia dire rinunziare a se stesso. Chi rinunzia a qualcuno, per esempio, a un fratello, a un servo o a chiunque altro, anche se lo vede frustato a sangue, incatenato, condotto a morte, sofferente per qualunque altro male, non s’avvicina, né gli porta aiuto, non piange, non s’addolora per lui, come se una volta separato da lui gli fosse completamente estraneo. Nello stesso modo il Signore vuole che noi non facciamo più caso né risparmiamo il nostro corpo. Così quand’anche fosse flagellato, trafitto, gettato nelle fiamme, o dovesse sopportare qualunque altro tormento, noi non dovremmo avere riguardo né compassione per le sue sofferenze. Ma ciò significa risparmiare veramente e aver considerazione per il proprio corpo. I padri non mostrano mai tanta considerazione per i loro figli come quando li affidano a maestri, ordinando loro di non aver riguardo per essi. Così fa anche Cristo e non dice soltanto di non risparmiare e di non aver riguardo per sé stessi, ma con vigore ancor più grande esorta a rinunziare a sé, il che vuol dire: non aver niente a che vedere e fare con sé stessi, ma abbandonarsi ai pericoli e alle lotte, senza avere reazioni come se fosse un altro a soffrire. E non dice: neghi, ma «rinneghi», rinunzi, manifestando, mediante questa piccola aggiunta, l’estremo grado del rinnegamento.

«E prenda la sua croce». Si tratta di un’ulteriore conseguenza della rinunzia a sé stessi. Affinché non si creda che tale rinunzia consista semplicemente nel subire ingiurie e oltraggi a parole, il Signore sottolinea fin dove dobbiamo spingere il nostro rinnegamento: sino alla morte, e a una morte infamante. Non dice perciò: rinneghi se stesso sino alla morte, ma «prenda la sua croce», dichiarando apertamente di quale morte ignominiosa si tratti, e che si deve fare ciò non una o due volte, ma tutta la nostra vita. Porta ovunque e sempre con te questa morte – egli dice in altri termini – e ogni giorno sii pronto a lasciarti uccidere. Molte persone infatti hanno disprezzato le ricchezze, i piaceri e la gloria, ma non hanno superato il timore dei pericoli e della morte. Io voglio invece – continua Cristo – che il mio discepolo, il mio atleta lotti sino al sangue e affronti combattimenti fino alla morte. Se è necessario pertanto subire la morte e la morte più vergognosa ed esecrabile, anche per un ingiusto sospetto, tutto devi sopportare coraggiosamente e, ancor più, rallegrarti per questo.

«E mi segua». Può accadere, infatti, che colui che soffre, non segua Cristo, in quanto non soffre per lui. Perché allora nessuno pensi che basti semplicemente soffrire, Gesù sottolinea in particolare quale deve essere il motivo delle nostre sofferenze. Qual è? Che si faccia ogni cosa e si soffra, seguendo lui; che tutto si sopporti per amor suo e che si mettano in pratica anche le altre virtù.

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