PRIMA LETTURA
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
SALMO RESPONSORIALE
R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
SECONDA LETTURA
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Per essere operai sapienti
nella costruzione della torre divina che è la Chiesa,
occorre calcolare che è necessario spendere per essa
tutto il nostro cuore, tutta la nostra mente, tutte le nostre forze,
pronti a lasciare ogni cosa per avere da Dio la grazia
di portare a termine quello che abbiamo iniziato.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 15, 1-17
Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (vv. 4-5)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 8, 4-15
Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. (v. 14)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 9, 57-62
Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. (v. 62)
DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, CAP. 20, 17-38
Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case … Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati. (vv. 20. 32)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 3, 1-17
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. (v. 10)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 9, 19-27
Mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro. (vv. 22b-23)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 3
Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. (vv. 13-14)
SALMO 138 (137)
Il Signore completerà per me l’opera sua. (v. 8a)
COMMENTO PATRISTICO
AGOSTINO DI IPPONA
Dal Discorso 301/A, 2. 4
Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo. Se a quelli [di allora] soltanto si attribuisse il nome di discepoli, Cristo non avrebbe parlato per noi; appunto perché, come attesta la Scrittura, tutti i cristiani sono discepoli di Cristo – uno solo, dice, è il vostro Maestro, il Cristo (Mt 23, 10) – afferma di non essere discepolo di Cristo solo chi nega che Cristo è il Maestro. In realtà non è che siamo vostri maestri in quanto vi parliamo da questa sede posta più in alto, poiché è il Maestro di tutti colui che ha la cattedra al di sopra di tutti i cieli; ci troviamo insieme soggetti a lui in un’unica scuola, e voi e noi siamo condiscepoli; ma siamo qui ad ammonirvi come usano fare i più grandi della scuola.
La torre e i mezzi, cioè la fede e la pazienza: la torre è la fede, la pazienza equivale ai mezzi. Se alcuno sarà stato insofferente dei mali di questo mondo, non ebbe mezzi adeguati. Il re ostile con i ventimila è il diavolo, il re con i diecimila è il cristiano. Il semplice contro il doppio, la verità contro la falsità, perché la semplicità si oppone alla doppiezza. Sii semplice di cuore, non essere ipocrita dando a conoscere una cosa e celandone un’altra e vinci quel falso che si trasfigura in angelo di luce. Donde questi, donde quelli ebbero i mezzi? Dov’è la perfetta semplicità, e assolutamente stabile e del tutto irremovibile?
In quel che segue, che risulta duro. Consiste proprio in ciò che ho detto: la parola di Dio non illude alcuno: Così – dice – chiunque di voi non rinunzi a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo.
Molti lo fecero, rientrarono in se stessi, ancor prima che si rendesse imminente l’ora della persecuzione, e rinunziarono a tutte le cose proprie di questo mondo, e seguirono Cristo. Di essi fecero parte gli Apostoli i quali asserirono: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiam seguito (Lc 18, 28). Da parte loro non è propriamente che abbiano abbandonato gran che, poiché furono tutti poveri; ma si riconosce che hanno abbandonato proprio molti averi quanti avranno vinto tutte le passioni.
Posso io illudervi, dal momento che il Vangelo non illude né voi, né noi? Esorto la Carità vostra, fratelli, con le parole dell’Apostolo: Il tempo si è fatto breve.
Quanto a quel che ne resta – egli dice – quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; coloro che piangono come se non piangessero, e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano come se non possedessero, e quelli che usano del mondo come se non ne usassero (1 Cor 7, 29-31). Così gli Apostoli, a quel tempo, lasciarono tutto quello che avevano e perciò Pietro disse: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto.
Che hai lasciato Pietro? Una modesta barca e una sola rete. Mi risponderebbe: Ho lasciato tutto il mondo perché nulla mi sono riservato. La povertà assoluta, cioè di uno che è povero di tutto, ha scarse risorse, però ha una grande avidità. Dio non sta a badare a quel che si può avere ma a ciò che si desidera: ad essere giudicata è la volontà che è invisibilmente sotto lo sguardo scrutatore di Colui che è invisibile.
Lasciarono perciò tutto e, in realtà, lasciarono tutto il mondo, poiché esclusero ogni speranza in questo mondo e seguirono Colui che creò il mondo, credettero alle sue promesse; anzi, dopo di loro, lo fecero molti.